Simona Baldelli, La neve finché cade, Giunti. Da 13 anni.
Un mélange di generi ispira questo romanzo di Simona Baldelli, autrice che si è fatta notare sin dal suo esordio, nel 2013, con Evelina e le fate, al quale hanno fatto seguito altre opere, fino a questa, La neve finché cade, sua prima storia per ragazzi. Lo sfondo qui è quello dell’emergenza climatica, e del ruolo dei giovani nell’evidenziarne l’urgenza, ma non è una storia ascrivibile solo alla climate-fiction, perché è anche una detective story e un romanzo di crescita (tinto di rosa), ambientato nel più classico degli scenari in cui mistero e amore possono incontrarsi nella narrativa per adolescenti, e cioè il collegio. Nella fattispecie svizzero: un immaginario liceo «Clevermind» a Losanna. Lì studia la quindicenne Lisa, iscritta dai genitori – che per lavoro devono trascorrere vari mesi lontano da Roma – affinché restasse in un ambiente stimolante e protetto.
A Lisa il collegio piace, così come il paesaggio naturale che lo circonda, e studia con passione. L’ambito in cui fatica di più è quello delle relazioni sociali, o meglio della relazione con se stessa: si sente inadeguata, insignificante, si ritrae nel suo guscio cercando di occupare meno spazio possibile, anche letteralmente, attraverso una magrezza eccessiva, un eccessiva attenzione al cibo, un’evanescenza che la rende fragile. Ma questa fragilità pian piano diventerà forza, accettazione di sé, sia di ciò che è visibile (il suo corpo di giovane donna), sia di ciò che è «invisibile agli occhi» (le sue aspirazioni, i suoi sentimenti) e il cambiamento sarà innescato da eventi traumatici e misteriosi: la sparizione della sua amica del cuore, Inès, e della docente che più stimava, Mme Lagard. Ci vorrà tutto l’acume di Lisa, e l’aiuto di un affascinante compagno irlandese, per risolvere il caso. Dietro alcuni temi classici della letteratura per adolescenti (il collegio, le vacanze di Natale imminenti, il «figo» della scuola che come mai – si interessa – proprio a me), si profila una storia che parla di responsabilità nei confronti dell’ambiente e di noi stessi. È bella in particolare l’idea delle e-mail in codice scambiate tra le ragazze per evitare pericolosi controlli online: un linguaggio cifrato ed empatico che piacerà al lettore desideroso di storie d’indagine, ma che è anche lo specchio di una comunanza di cuori, tipica dell’adolescenza.
Cristina Petit, Sono proprio da buttare?, Illustrazioni di Silvia Baroncelli, collana «I Palloncini», Raffaello Ragazzi. Da 4 anni.
«I Palloncini» è il titolo di una collana che l’editore Raffaello Ragazzi dedica ai bambini della scuola dell’infanzia. Sono libri «per volare in alto», in quattro aree di competenza: «vivo le relazioni», «scopro le emozioni», «divento autonomo», «conosco il mondo». Si presentano come albi illustrati di formato quadrato; le storie che raccontano sono a misura di bambino, senza grevità nel veicolare messaggi, che vengono semmai espressi in modo implicito, attraverso piccole storie coinvolgenti di quotidianità. All’interno di ogni libro c’è, per gli adulti, un segnalibro-scheda ricco di spunti e consigli formulati da un pedagogista e una psicologa. Ma bastano già le storie, raccontate con brio da Cristina Petit, a divertire i piccoli e far pensare i grandi. Cristina Petit è scrittrice, ma anche insegnante e formatrice: conosce bene i bambini, e si vede. A lei sono affidate tutte le storie della collana. Gli illustratori sono invece sempre diversi, e comunque scelti tra i migliori. La storia illustrata da Silvia Baroncelli, ad esempio, Sono proprio da buttare?, appartiene all’area «conosco il mondo» e ci parla di rispetto per l’ambiente, ma quello che racconta è una giornata alla scuola dell’infanzia, con i bimbi che arrivano, giocano, mangiano, e poi accolgono l’invito della maestra a raccontare le proprie passioni e a «portare delle cose da far vedere». Ci sarà chi tira fuori dalle tasche dei sassi da far toccare ai compagni, chi porterà la raccolta di tappi o di stickers luccicanti, e ogni passione verrà valorizzata. Il piccolo Edoardo porta invece la raccolta differenziata delle cose usate a scuola e a casa, ma... sono proprio da buttare? Quanti spunti di riciclo alla fine della storia! Per saperne di più sul progetto «I Palloncini»: www.raffaelloragazzi.it