Viale dei ciliegi

/ 13.12.2021
di Letizia Bolzani

Elisa Puricelli Guerra, Il segreto del bosco, Einaudi Ragazzi (Da 8 anni). 

I genitori di Priscilla «non celebrano il Natale». Ma il Natale, volenti o nolenti, ci costringe a fare i conti, se non con le celebrazioni, almeno con la famiglia, e le sue storie. Priscilla trascorre il Natale nella casa di campagna ereditata da una prozia, tutto è vecchio, impolverato, malandato. La vacanza si prospetta solitaria, noiosa e triste, ma ecco che il passato, o meglio un capitolo del romanzo famigliare passato, fa capolino da uno strappo del materasso di Priscilla. C’è una lettera misteriosa, affrancata con un francobollo delle Poste Polari, un po’ come le meravigliose lettere di Babbo Natale che Tolkien scriveva ai suoi figli. E se non le conoscete ve le consiglio caldamente: Lettere da Babbo Natale, pubblicate in italiano da Bompiani.

In questo racconto chi firma le lettere è invece «Il Lupo». Il Lupo si rivolge al «Corvo» («questo sarà il tuo nome d’ora in poi, ti piace?»), e si intuisce che tra i due si è instaurata un’amicizia speciale. Chi sono il Lupo e il Corvo? A Priscilla il compito di scoprirlo, e di scoprirsi parte di una storia familiare che continua. E se la magia del Natale non dura per sempre, perché «non esiste per sempre al di fuori dei libri», si può forse provare a crederci comunque, perché l’amore ha una sua dimensione infinita. Ed è bello scoprirsi protagonisti del proprio romanzo famigliare, proiettati verso il futuro, ma anche ripercorrerne il filo verso il passato, verso i Natali passati, nei quali, persino se ci sembra strano, anche i propri genitori sono stati ragazzi.

Un racconto di Natale di Elisa Puricelli Guerra, valorizzato dalle belle illustrazioni di Angelo Ruta.

Roberta Balestrucci Fancellu – Alice Coppini, Il grande libro degli autobus, Sinnos (Da 8 anni). 

Bus. Una parola comunissima, usatissima. Ecco il bus, prendi il bus, aspetto il bus, riservato al bus... Una parola che anche i bambini più piccoli conoscono, una parola internazionale. Ma perché si dice bus? Abbiamo mai pensato da dove derivano queste tre lettere? È interessante rendersi conto che sono le ultime tre lettere del termine latino omnibus, «per tutti». Un veicolo, il bus, che quindi ha (o dovrebbe avere, come ci insegna Rosa Parks) una radice democratica. Si cominciò con gli omnibus propriamente detti, alla fine del Seicento, che erano carrozze trainate dai cavalli, e quando il motore sostituì i cavalli ecco gli autobus (e poi, certo, i filobus, ma non se i chilometri da percorrere sono tanti). È un veicolo interessante, l’autobus, perché la sua evoluzione e le sue tipologie nelle varie zone del mondo hanno molto da dirci sui vari contesti storici e sociali dell’umanità negli ultimi cent’anni.

Questo libro appena uscito da Sinnos è un albo illustrato di grande formato che presenta ai lettori tanti celebri modelli di autobus, inserendoli – grazie ai testi brevi ma precisi di Roberta Balestrucci Fancellu e alle suggestive immagini, ben dosate tra realismo ed evocazione narrativa, di Alice Coppini – nei loro rispettivi contesti geostorici. Dal Doubledecker inglese, progettato nel 1911, per il trasporto urbano; ai robusti Citroën Type per le lunghe percorrenze; al Renault AGP, perfetto per attraversare i deserti; fino ai gialli Scuolabus, o ai variopinti Ford Chiva, tipici della Colombia, o ai Greyhound, amati dalla generazione on the road del dopoguerra negli Stati Uniti, i modelli raccontati sono tanti. Alcuni raccontano storie allegre, o curiose, altri più cupe, come il Reichsbahn LO3100, che sfrecciava come simbolo di propaganda nazista sulla moderna rete autostradale del Terzo Reich. Un albo che, nonostante appartenga al genere «mezzi di trasporto illustrati» non è adatto a lettori piccolissimi ma a ragazzini un po’ più grandi, proprio per le interessanti connessioni storiche e culturali che si possono stabilire. Dopo Il grande libro dei treni di Mattia De Leeuw e dopo Il grande libro delle Navi (che ha ottenuto prestigiosi riconoscimenti), l’editore Sinnos propone ora uno sguardo sull’affascinante (l’avreste mai detto?) mondo degli autobus.