Viale dei ciliegi

/ 09.08.2021
di Letizia Bolzani

Giuseppe Festa, I lucci della via Lago, Salani. Da 11 anni

È uscito un nuovo romanzo di Giuseppe Festa, amato autore di storie ambientate nella natura – lui stesso è naturalista oltre che scrittore – e con gli animali come protagonisti (ricordo almeno due suoi best seller, Il passaggio dell’orso e La luna è dei lupi), ma stavolta gli animali restano sullo sfondo, e i «lucci» del titolo sono ragazzi, una banda di ragazzi che scorrazza libera e «selvaggia» sulle rive del lago d’Iseo, e anche dentro il lago d’Iseo, pescando avventurosamente, e intrecciando la pesca con i giochi di strada, le amicizie, i primi amori. Una libertà en plein air che i ragazzi di oggi conoscono meno: infatti la storia è situata all’inizio degli anni Ottanta, precisamente nel 1982, l’estate che vide l’Italia trionfare ai Mondiali. Le partite, che Mauri, giovane protagonista e io narrante, segue in televisione, scandiscono anch’esse il ritmo del racconto. Un’estate di formazione, sullo sfondo dei Mondiali di calcio: è un tema ricorrente nella letteratura per ragazzi, e penso ad esempio a L’estate che conobbi il Che, di Luigi Garlando, dove i Mondiali erano quelli, meno trionfali, del 2014. Qui, ne I lucci della via Lago, dominano però le relazioni tra i ragazzi protagonisti, e i chiaroscuri delle loro emozioni, perché questa è una storia per certi versi anche molto «scura», in cui i giochi, come Mauri dice subito nell’incipit, possono trasformarsi in incubi. Ed è certamente un incubo vedere il proprio amico, Brando, scomparire inghiottito dal lago, durante la caccia a un leggendario e sfuggente pesce (anche questo è un topos letterario, trattato con eleganti allusioni da Giuseppe Festa, non a caso un vecchio pescatore si chiama Santiago, come ne Il vecchio e il mare di Hemingway). Nonostante le ricerche, il corpo di Brando non si ritrova, il paese è in lutto; i ragazzini, pur nel turbamento, a un certo punto riprendono a giocare, perché la vita va avanti, ma ecco che compaiono dei misteriosi bigliettini che dicono cose che solo Brando poteva sapere. Il mistero si infittisce. Giuseppe Festa ha attinto in parte ai suoi ricordi personali, legati alle estati della sua infanzia dai nonni, custodi di una villa sul lago d’Iseo, per creare questo romanzo in cui il lago è centrale. Un romanzo teso, che ci porta con franchezza nei chiaroscuri della vita, che parla di congedi, definitivi e temporanei, ma che è sempre rivolto alla forza della vita, e all’importanza di seguire i propri sogni.

Annette Tison-Talus Taylor, Torna la signorina Giacomina, Città Nuova Editrice, collana I Nuovi Colori del Mondo. Da 5 anni

Sono davvero «tesori ritrovati», come il timbro in copertina ci segnala, questi deliziosi piccoli libri dedicati alla signorina Giacomina, la mitica Victorine Confiture, nell’originale, creata dagli autori dei Barbapapà: Anne Tison e Talus Taylor. Un recupero molto opportuno di storie da proporre anche ai lettori di oggi, che le apprezzeranno tantissimo. La tonda signorina Giacomina, con due codini e il vestito a pois verdi, vive con la sua cagnolina Ricotta delle microavventure gentili e quotidiane: ad esempio esce sotto la pioggia per comprare la pappa per Ricotta ma si busca un raffreddore, allora esce Ricotta per comprare a Giacomina delle medicine e si raffredda anche lei... e allora che bello stare entrambe sotto le coperte a leggere delle storie! E che dire di quando va via la luce in casa e nell’agitazione si combina qualche guaio? O di quando si trova un gattino e Ricotta è un po’ gelosa? Piccoli episodi che portano sempre il conforto di una soluzione, trovata con pazienza e saggezza, e che nella loro semplicità riescono ad essere anche appassionanti e divertenti. Nella stessa bella collana, diretta con intelligenza da Silvia Roncaglia, era già uscito il primo volume, La signorina Giacomina, anch’esso incantevole. I testi di questi libri sono in un terso, elegante corsivo.