Vivian Lamarque, illustrazioni di Matteo Arosio, Animaletti vi amo, Solferino Young (da 5 anni)
Sa passare con grazia dalla scrittura per adulti a quella per bambini, e non è scontato che un grande scrittore per adulti sia anche un grande scrittore per bambini. Vivian Lamarque lo è: soprattutto poetessa quando si rivolge ai grandi, è invece prevalentemente narratrice quando si rivolge ai bambini. Narratrice di storie delicate e brevi, percorse da umorismo e malinconia, ma leggera, subito stemperata dal calore di una scrittura in cui la voce narrante si affaccia a tratti, per rivolgersi direttamente ai piccoli lettori, sollecitandone la partecipazione, condividendo toni emotivi, anticipando domande, coinvolgendoli nella dimensione etica che sottende ogni vicenda. Ma, sebbene questa dimensione sia chiara fin dall’inizio – «A tutti gli animaletti (specie a quelli che vengono maltrattati) e a tutti i bambini (specie a quelli che se ne accorgono e li difendono)» recita la dedica – non è mai esplicitata con pesantezza, ma è veicolata con naturalezza proprio grazie alla bellezza delle storie e della scrittura. Chi sono gli «animaletti» protagonisti di queste storie? Sono i più miseri, i più piccoli (come i vermi, i millepiedi), o i più sfruttati (come i maiali, gli agnelli, le galline), quelli tenuti prigionieri in gabbie, quelli abbandonati… A ognuno un omaggio gentile, mai patetico, anzi sobrio e fermo, sempre accompagnato dalla luce di un sorriso e soprattutto dalla speranza che per questi animali il lieto fine possa venire proprio dai bambini che oggi li leggono e che in un domani li salveranno.
Sono storie che per ritmo e capacità di entrare subito nel vivo della vicenda si prestano benissimo anche alla lettura ad alta voce, e ogni protagonista entrerà nel cuore dei bambini: dal «cagnolino che voleva un bambino», al verme attaccato all’amo che si fa salvare dal pesce, al pidocchietto che gioca a calcio tra i capelli del bambino, al micio «che aveva una nonna. Non con la coda e quattro zampe, una nonna di quelle bipedi e senza coda. Comunque sempre nonna era». A volte anche i vecchi (non tutti) sanno amare gli animaletti, proprio come (non tutti) i bambini.
Deborah Diesen, illustrazioni di Dan Hanna, Pesce Pescione non riesce a dormire, Il Castoro (da 3 anni)
Pesce Pescione ci guarda con i suoi occhi a palla e la bocca all’ingiù, dalla copertina di questo albo (in rime ben tradotte da Loredana Baldinucci), secondo della serie Pesce Pescione, la quale negli Stati Uniti è giunta a sette milioni di copie. Fa ridere, fa tenerezza, fa empatia un personaggio col broncio, che sdogana il nostro diritto a essere anche un po’ musoni (del resto Gastone Musone è un’altra serie di successo dell’editore Il Castoro). Però è bello vedere che le cose possono cambiare e che – magari con l’aiuto di un amico, ma anche da soli – possiamo scacciare la malinconia, anzi metterla a dormire pure lei, come fa il nostro Pescione, stavolta alle prese con l’insonnia: «Non riesco, non posso,/ma non è colpa mia!/Sono sveglio, sveglissimo!/Ho la malinconia!». Ha la malinconia, e troppi pensieri, povero Pescione, e a nulla valgono i consigli degli altri abitanti del mare. Madame Ostrica consiglia di contare le pecorelle (illustrate genialmente con codino pinnato), Granchio Martino di scegliere una roccia giusta come cuscino, poi arriva Anguilla, poi Calamaro, e così via, ognuno con il suo inutile rimedio, anzi Pescione si innervosisce ancora di più perché ogni amico, dopo aver dato il suo consiglio, si addormenta beatamente senza proseguire la conversazione. Sarà la pesciolina Violetta a risolvere la situazione, e al suo consiglio, cioè quello di trovare un proprio rituale, potranno ispirarsi anche i lettori. Pescione trova la sua piccola pratica di mindfulness per raggiungere la quiete interiore («Mi scelgo il posto giusto /tra le alghe morbidine. / Do un bacio al mio pescetto / tra le mie copertine. / Poi muovo un po’ la coda / finché mi calmo dentro. / E infine chiudo gli occhi: / adesso mi addormento»), i bimbi troveranno il rituale loro, ma forse non ce ne sarà bisogno, perché questa si avvia a entrare nel novero delle storie della buonanotte efficaci.