Viale dei ciliegi

/ 22.02.2021
di Letizia Bolzani

Kate Di Camillo, Le avventure del topino Despereaux, Il Castoro. Da 9 anni. 

Kate Di Camillo è una delle più grandi scrittrici per ragazzi. E non è un’iperbole. Ha la capacità di creare delle trame che ti tengono incollato al libro, raccontate con una cura notevole per le parole. Inoltre i suoi romanzi, sotto uno strato di delicatezza, che è il primo ad apparire – anche perché i suoi personaggi sono spesso topini, coniglietti di peluche, cani brutti e adorabili – hanno un’intensità drammatica fuori dal comune, e parlano di quanto la vita possa infliggere ferite. Ma anche di quanto per queste ferite si possa trovare un balsamo, prima di tutto in noi stessi. E poi nelle storie. «Mi piacerebbe che tu pensassi a me come a un topo che ti bisbiglia una storia, questa storia, mettendoci tutto il cuore; e che te la sussurra all’orecchio per salvarsi, e salvare anche te, dall’oscurità».

Sì, le storie sono luce, lo dice l’autrice al lettore, al quale costantemente si rivolge durante la narrazione, per accompagnarlo e sostenerlo, soprattutto nei transiti dove il male esercita il suo potere più oscuro. E che le storie siano luce lo sa bene il topino Despereaux, eroico protagonista di questa storia. Un eroe assoluto, questo topino di pochi grammi dall’animo puro e cavalleresco, che non esita a scendere nel buio delle segrete del castello, abitate dai terribili ratti e dai laceranti lamenti dei prigionieri, per salvare una principessa ragazzina. Il coraggio di Despereaux domina la vicenda, ma anche altri personaggi campeggiano in queste potenti pagine: ad esempio un ratto e una servetta, entrambi caratterizzati da tratti chiaroscuri (non a caso Chiaroscuro è il nome del ratto). Lui è un cattivo «dal cuore spezzato», che a suo modo cerca la luce; lei non è integerrima né troppo acuta, ma anche il suo cuore è stato ferito. Le storie portano luce, ma ne porta anche il perdono, e a volte, per salvarsi, bisogna perdonare i propri padri, e non è certo facile.

Questo romanzo è un classico: pubblicato per la prima volta negli Stati Uniti nel 2003, ha subito vinto la prestigiosa Newbery Medal. Era poi uscito in italiano nel 2005, era diventato anche un film nel 2008, ed ora torna in libreria nella nuova edizione Il Castoro. Una preziosa occasione per leggerlo o rileggerlo, e anche per scoprire gli altri capolavori dell’autrice. Senza dimenticare un suo romanzo passato un po’ inosservato ma bellissimo, Little miss Florida (Il Castoro), e sperando che torni presto ad essere pubblicato Il cane più brutto del mondo (Because of Winn-Dixie).

Giulia Binazzi-Chiara Leonardi, Il Club delle Pigiamiste, Giunti. Da 5 anni. 

Nell’epoca attuale, dominata, anche per quanto riguarda i bambini, dal valore dell’efficienza e della prestazione, dove non sembra esserci spazio per la gratuità del tempo «perso» e rivolto a coltivare i giardini interiori del proprio immaginario, ecco che le «pigiamiste», piccole protagoniste di questa serie, assumono una connotazione resistente. Niente judo, calcio, inglese, danza, niente agende scandite da impegni serrati. Solo placide domeniche da trascorrere in pigiama, a casa, giocando a facciamo che eravamo, inventando mondi, insieme. Tra il letto e la scrivania ci può stare un universo fantastico, si può vivere un’impresa da spie segrete, e quelle domeniche saranno placide ma anche avventurosissime. È al tempo «perso» in pigiama che è rivolto l’omaggio di queste bambine (più un bambino, nuovo acquisto del Club), che vivono nello stesso condominio e che s’incontrano ogni domenica mattina. Ma il loro è un tempo importante, proprio perché non utilitaristico ma vitale, imprescindibile per crescere davvero. Per nutrire il pensiero simbolico, la creatività, per costruire risorse interiori a cui attingere tutta la vita.  L’idea del Club delle Pigiamiste era venuta alle autrici già nel 2016, prima dell’isolamento a cui il Covid ci ha costretto, e in un’epoca in cui le agende dei bambini erano forse più piene. Ma oggi acquista un senso ancor più interessante, rivalutando proprio quel tempo da trascorrere in casa, e trasformandolo da «costrizione» a occasione per nuovi orizzonti fantastici di libertà.