Viale dei ciliegi

/ 12.08.2019
di Letizia Bolzani

Rolli, Kabungo. La mia amica preistorica, Il Castoro. Da 8 anni.

Ogni storia ti invita a quello che tecnicamente si chiama «patto narrativo», in cui dall’incipit al finale tu «crederai» a ciò che ti viene raccontato. Se l’incipit è c’era una volta, accetterai di credere ad esempio, per la durata di quella storia, che esistano mondi dove i topini diventano cavalli e le zucche diventano carrozze. Qui l’incipit è «La mia amica Kabungo vive in una caverna che si affaccia su Main Street. Proprio accanto all’ufficio postale» e il lettore (i bambini lo sanno fare benissimo!) non si dovrà fare troppe domande, ma semplicemente accogliere questo «inaspettato» – che tranquillamente inserisce una bimba cavernicola in un contesto contemporaneo cittadino – e godersi la storia. Una storia che viene narrata da Beverly, una bambina «normale» che senza scomporsi più di tanto vive la sua amicizia con Kabungo, la piccola cavernicola. La situazione può ricordare un po’ quella dell’orso Paddington a Victoria Station, o anche quella di Tommy e Annika, ragazzini in cui ogni lettore si può identificare, che vivono la loro amicizia con Pippi Calzelunghe. Solo che Villa Villacolle non è una caverna, e Pippi – seppure su un registro più schietto e disinvolto – parla come i suoi amici. Invece il linguaggio di Kabungo è totalmente immaginifico (grande lavoro per Mara Pace, traduttrice dall’inglese), sia sul piano fonico, con le parole storpiate un po’ come farebbe un bimbo piccolo (Belli per Beverly, tigga per tigre); sia sul piano simbolico, con associazioni metaforiche molto libere (l’oceano di Jo è il bicchiere in cui zio George mette la dentiera; fiutare significa «seguire»). Espediente  certo non di scorrevolissima lettura per un bambino alle prime armi, ma più efficace se mediato da una lettura ad alta voce che dia le giuste intonazioni facilitandone la comprensione.

Oltre alle due bambine, eccentrici personaggi adulti fanno il loro ingresso nel libro (la vecchina novantenne esperta di zucche di Hallowen, l’uomo della spazzatura, il signore del bosco con cui Kabungo parla in olandese e che chiama nonno...).

Ogni capitolo è un’avventura a sé, in cui Beverly magari resta spiazzata dal comportamento non proprio ordinario di Kabungo, ma comunque lo accetta e lo valorizza, perché ne riconosce le buone intenzioni (anche quando, ad esempio, Kabungo le organizza un compleanno in discarica!) e perché così fanno i veri amici.

Chiara Vignocchi e Silvia Borando, Ho visto una talpa, Minibombo. Da 4 anni.

Ho visto una talpa. Ma com’era questa talpa? Beh, se a vederla è stato l’elefante, la talpa era piccolissima. Se però  a vederla è stata una formica, la talpa era molto grande. Ed era veloce, se chi l’ha vista era una lumaca, mentre era molto lenta se chi ne parla è un ghepardo... Ma quante talpe diverse ci sono in giro? O è solo una questione di punti di vista? Con il consueto intelligente brio, le autrici di Minibombo non si limitano a offrirci un messaggio, per quanto importante, sui punti di vista e sull’alterità, ma si divertono a inserirvi molto di più, con leggerezza e giocosità. Ulteriori sorprese attendono il lettore e quando la tanto avvistata talpa arriverà, il finale sarà tutto da ridere!Un libro su cui continuare a giocare, anche dopo l’ultima pagina: cosa direbbe della talpa la giraffa, così alta? E la pulce, così minuscola? E tu, quando hai visto una cosa da una prospettiva particolare?

Non perdetevi i giochi proposti sul sito www.minibombo.it! E buon divertimento!