Viale dei ciliegi

/ 12.07.2021
di Letizia Bolzani

Coline Pierré, Contromano, EDT Giralangolo. Da 13 anni. 

Avevamo apprezzato l’autrice Coline Pierré per il bel romanzo Fuga in soffitta, storia di una fuga da casa in casa, una fuga a chilometro zero, in soffitta appunto, perfetta metafora sia di quell’esigenza contrapposta di erranza e rintanamento tipica dell’adolescenza, sia del bisogno di ritirarsi in se stessi, prendendosi una pausa dal mondo, per ritrovarsi e per poter crescere davvero. Ancora di una fuga si tratta in questo nuovo romanzo della scrittrice francese, stavolta però di una fuga più «canonica», per così dire: due ragazzi in auto, dalla Francia verso l’Italia, Lago di Garda, Venezia, e da lì verso l’Est, verso la Bulgaria, dove la dodicenne Yazel – in fuga dalla freddezza affettiva degli zii con cui vive – vorrebbe disperdere le ceneri dei genitori, morti anni prima in un incidente. Con lei c’è Victor, un ventenne la cui delicata sensibilità è incompatibile con la rude virilità e la violenza che gli vengono imposte in famiglia, una famiglia che vive di furti con scasso e rapine a mano armata.

Come possono incontrarsi una bambina che vive in una villa lussuosa e un giovane ladro riluttante? Ovviamente nel momento in cui lui cerca di commettere un furto a casa di lei. E quell’incontro sancirà il bisogno, per entrambi, di fuggire da quella sensazione di infelicità e inadeguatezza che caratterizza le loro rispettive vite. Entrambi si sentono inadeguati rispetto alle (inique) aspettative dei loro adulti di riferimento: il padre di Victor che lo vorrebbe un duro sopraffattore dei più deboli, in grado di primeggiare con la forza nella giungla della vita; la zia di Yazel che non perde occasione per farla sentire un peso, anche per quell’handicap, la sordità, di cui la bambina è affetta, e che, pur mitigata dalle protesi tecnologiche, la fa sentire una «diversa». Entrambi, Victor e Yazel, vivono dentro «gabbie» che non permettono loro di diventare davvero ciò che desiderano essere. E allora dalle gabbie si fugge, per trovare se stessi.

L’avventura si dipana on the road, tra alberghi, autogrill, ristoranti, città da esplorare; l’amicizia tra i due si fa sempre più profonda, naturalmente e apprezzabilmente senza nessuna love story, anche perché lei è una bambina e lui forse è gay, e l’uno aiuterà l’altra a scoprire la propria forza. Un romanzo, questo, meno lieve del precedente, e forse un po’ appesantito dall’esigenza di veicolare dei «messaggi». Tuttavia Contromano (bel titolo nella traduzione italiana di «nos mains en l’air», «le nostre mani in alto») resta comunque un romanzo interessante, con ottimi momenti umoristici, a cui l’autrice avrebbe potuto affidarsi anche di più.

Emanuele Luzzati, Alì Babà e i quaranta ladroni, Interlinea. Da 4 anni. 

«Chi lo sa, chi non lo sa / questa è la storia di Alì Babà / che per passare il tempo allegramente / faceva di tutto per non far mai niente». Nel centenario della nascita del grande artista genovese, che si formò in Svizzera (dove trovò rifugio durante le leggi razziali) all’École des Beaux-Arts et des Arts Appliquées di Losanna, la casa editrice Interlinea sta ristampando molti dei suoi capolavori, tra cui questo Alì Babà, forse il più celebre, in nuova edizione speciale (tra l’altro inserita nel catalogo Nati per Leggere Italia). La storia tradizionale persiana viene qui rivisitata, e messa a misura di bambino, con ironia e humour, con la forza ritmica del testo, e soprattutto con l’energia delle immagini, dove colori, contorni, e dinamismo di ogni scena (Luzzati è stato un grande scenografo), conferiscono vivacità ad ogni pagina. Il linguaggio non sempre è facile, ma questo può anche essere un punto di forza, perché il termine inconsueto, e adeguatamente presentato dall’adulto che legge ad alta voce, cattura l’attenzione del bambino e arricchisce il suo bagaglio espressivo.

Alcuni brani, poi, potranno diventare dei divertenti refrain nella lettura ad alta voce condivisa, specialmente quelli giocati sulle parole tronche, con l’accento finale, che identificano i personaggi centrali: il protagonista, Alì Babà («e adesso? Cosa si fa? / Son tutte case di Alì Babà?»), e l’antagonista, Mustafà («e Mustafà che fa? / Nella mia storia nessuno lo sa / ma credo proprio che sarà / ancora là seduto sul sofà).