Luigi Dal Cin – Francesco Fagnani, No, la zuppa no!, Lapis. Da 4 anni.
Una storia sul potere della fantasia in cucina e sul potere della fantasia tout court. Il momento del pasto dev’essere un piacere e allora perché non provare nuovi ingredienti e nuovi accostamenti, invece di battere per forza strade già note? La zuppa di cavolo fa bene, certo, ma magari anche i mirtilli col pane possono costituire un pasto sano, soprattutto se vengono proposti da un orco che li ha raccolti appositamente nel bosco. Sì, proprio l’orco che la mamma di Peter, che non vuole la zuppa, ogni settimana agita come spauracchio: «Se non la mangi, sarò costretta a chiamare l’orco». Finché il giorno in cui Peter non intende ragioni, la mamma non si ferma alla O, ma dice proprio tutta la parola, chiamando dalla finestra aperta: «Orco!» È qui il punto cruciale della storia: dal bosco, dove tutto è buio, il tempo sembra sospendersi. Tra la finestra e il bosco c’è la soglia tra il qui e l’altrove, il limbo dove l’infanzia vive la sua vita più vera. Ed è interessante la doppia dimensione che si viene a creare: da una parte la mamma, che pensa «quando Peter vedrà che non arriva nessun orco, capirà che l’orco è un personaggio di fantasia e che è tutta una mia messinscena...»; dall’altra i rumori inquietanti che iniziano ad emergere dal silenzio del bosco.
È in questo sottile confine, anzi in questo sconfinamento tra mondo reale e mondo immaginario, che si gioca la suspense e l’emozione. Perché, certo, l’orco arriva davvero. Paura, e poi sollievo: è un orco simpatico, grande e grosso e rassicurante, che porta degli squisiti mirtilli, da gustare in allegria tutti insieme. Ogni settimana, Peter e la mamma andranno a casa dell’orco a provare nuove ricette con i mirtilli, tanto che Peter, consolidato da questo nucleo familiare anomalo ma ben integrato da una sorta di non convenzionale ma rassicurante figura paterna, potrà addirittura esprimere appieno la propria identità e trovare la propria strada nella vita.
Andrea Valente – Umberto Guidoni, Voglio la luna, Editoriale Scienza. Da 9 anni.
Torna la coppia Andrea Valente-Umberto Guidoni, che già con diversi libri, editi da Editoriale Scienza, ha suscitato l’interesse dei ragazzi, integrando la verve dello scrittore Valente con la competenza scientifica dell’astronauta e astrofisico Umberto Guidoni. Dopo essersi occupati dello spazio, dell’ambiente e dell’evoluzione tecnologica, Valente e Guidoni creano un libro di astronomia che si concentra sulla luna, a cinquant’anni dall’Apollo 11, «allunato» in quell’indimenticabile 20 luglio del 1969. Ma non solo della celebre missione si parla in questo libro, che è invece un vero e proprio approfondimento (per quanto leggero e divulgativo) sul tema «luna», trattato da diverse angolazioni. Infatti, efficace è la suddivisione del libro, tripartita: una prima parte è dedicata alla mitica luna, ossia alla luna nell’arte e nella cultura (dalla poesia alla musica, alla narrativa, al cinema, alle leggende); la seconda parte, luna scientifica, è quella più propriamente astrofisica; mentre la terza parte, avventurosa luna, ha un taglio storico, che ci presenta la cosiddetta era spaziale, dal lancio dello Sputnik, nel 1957, fino alla Stazione Spaziale Internazionale dei giorni nostri.
Sono eventi che riguardano non solo la storia degli astronauti, ma anche quella politica, soprattutto negli anni della Guerra Fredda, e quella tecnologica, con l’avvento dei computer. Tutti temi che vengono accennati nel libro, arricchendolo. Non mancano suggestivi accenni anche a possibili sviluppi futuri, e un chiaro e utile glossario finale. Ogni sezione ha poi un intermezzo fantasioso e narrativo, costituito da un breve racconto di Valente. Le illustrazioni, molto ben fatte, sono di Susy Zanella.