Viale dei ciliegi

/ 24.07.2023
di Letizia Bolzani

Marianne Kaurin, Il nostro piccolo paradiso, La Nuova Frontiera Junior (Da 11 anni)

Il romanzo «estivo» è un genere ricorrente nella letteratura per ragazzi, e spesso è una storia di formazione, di avventura, di esperienze en plein air. Anche per Ina, la dodicenne protagonista di questo bellissimo romanzo, le vacanze estive rappresentano, eccome, un percorso di crescita, e anche lei vivrà un’avventura, ma non esattamente en plein air. Ina trascorrerà l’estate in uno scantinato del palazzone popolare in cui vive, in compagnia di Vilmer, il ragazzo dell’altra scala, il nuovo arrivato, lo sfigato come lei, secondo la prospettiva dei ragazzi che, nella loro classe, sono considerati vincenti. Perché questa è anche una storia di prospettive, di come ci si vede e come si vorrebbe essere visti. Mathilde, Regine, Markus sono quelli che tutti ammirano, nella cui cerchia tutti vorrebbero essere ammessi. Loro, ma anche gli altri compagni, faranno delle «vere» vacanze – Maldive, Portogallo, Grecia… – mentre Ina le trascorrerà nel suo piccolo appartamento della scala A dei «condomini Trine», che i compagni chiamano condomini «Latrine» (un plauso a Lucia Barni, ottima traduttrice dal norvegese), tra intonaco scrostato, resti di kebab sui pianerottoli e plafoniera rotta e lampeggiante, come in una «discoteca triste». Per non sembrare una poveraccia come Vilmer, che invece ammette tranquillamente di non avere i soldi per andare in ferie, Ina la spara grossa: lei andrà ai Tropici. Da qui si dipana la storia, commovente e divertente, capace di raccontare con straordinaria intensità e delicatezza la tavolozza di stati d’animo che i ragazzini tra infanzia e adolescenza attraversano, e che hanno a che fare con il bisogno di approvazione, di visibilità sociale, di bugie, di verità, di primi innamoramenti. Vilmer e Ina renderanno quello scantinato un vero e proprio «piccolo paradiso», trasformandolo nei «loro» Tropici.

In fondo i Tropici non sono un posto preciso, e allora anche quello spazio, che giorno dopo giorno diventa sempre più «loro», può diventare una vacanza esotica. Il mare è una piscinetta di Hello Kitty, il bar una bottiglia di Pepsi, la spa due batuffoli di cotone bagnati, il tramonto un poster recuperato: è come il gioco del «facciamo che eravamo», e immersi in questo gioco Ina e Vilmer sperimentano una totale felicità. Tra infanzia (il gioco, appunto, in cui tutto può diventare altro, illuminato, magico) e adolescenza (i primi batticuori, le chat del gruppo consultate con ansia). Ma qualcosa arriverà brutalmente a rompere l’incantesimo, e sarà lo scherno dei compagni, quando scopriranno la verità. Ina a quel punto vedrà se stessa con i loro occhi, in un violento rovesciamento di prospettiva, e dovrà fare una scelta. Anche di questa struggente scelta racconta il romanzo. Un libro eccellente, che non a caso ha vinto prestigiosi premi, tra cui il Deutscher Jugendliteraturpreis.

Tomo Miura, Piscina, sto arrivando!, Fatatrac (Da 3 anni)

Surreale e umoristico, questo albo racconta dei tentativi (ineluttabilmente infruttuosi) del piccolo protagonista di farsi un bel bagno in piscina. Scandita dai giorni della settimana (un’occasione tra l’altro per impararli, anche se non è questo il punto) la storia lo porta ogni giorno a confrontarsi con un problema diverso. «Lunedì: preparo gli occhialini da nuoto, il costume a righe, la cuffia nera, l’asciugamano. Piscina, sto arrivando!». Esclama il bimbo, avviandosi, carico a molla, verso la piscina. Peccato che la trovi piena di altri bambini, ma così piena, che uno in più proprio non ci sta. «Pazienza, tornerò domani!». L’indomani, egli porterà, oltre all’abbigliamento necessario, anche il suo libro preferito, ma troverà la piscina piena di pesci e contornata da pescatori, tuttavia non si scompone, tornerà il mercoledì, stavolta con una canna da pesca oltre al libro e al resto, ma – oh, no! – l’acqua è diventata ghiaccio, e la piscina una patinoire… ora oltre a costume-libro-canna da pesca serviranno anche i guanti, e via così, in una di quelle concatenazioni narrative a sviluppo iterativo e cumulativo, che faranno fare al piccolo lettore ipotesi pertinenti (quale problema ci sarà adesso con la piscina?) pur godendo ogni volta al contempo di un effetto sorpresa, perché la piscina diventerà qualcosa di sempre più fantasioso. Tomo Miura è una giovane autrice giapponese, che Fatatrac ora traduce dall’edizione originale svizzera, la ginevrina Joie de Lire.