Salva Rubio-Loreto Aroca, La bibliotecaria di Auschwitz, Il Castoro (Da 12 anni).
Apriamo il volume, ci imbattiamo nei risguardi e troviamo una ragazzina immersa nella lettura di un libro, in varie posizioni, sdraiata, seduta, ma sempre con lo sguardo incantato e assorto di chi è trascinato dentro una bella avventura. I risguardi ci mostrano solo la ragazzina, ma se ci addentriamo nella storia che questo graphic novel ci narra, ecco apparire anche l’ambientazione in cui Dita, la ragazzina, si trova, ed è un’ambientazione di orrore: siamo ad Auschwitz, nel 1942. La quattordicenne Edita (Dita) Adlerova, nata a Praga nel 1924, venne deportata con la famiglia nel ghetto di Terezin e da lì ad Auschwitz, dove, grazie al prigioniero ebreo tedesco Fredy Hirsch, che si era guadagnato il posto di supervisore del suo settore, poté occuparsi di gestire i pochi libri entrati clandestinamente nel campo e farli girare tra i detenuti, oltre naturalmente a leggerli lei. Quella della «bibliotecaria di Auschwitz» è una storia vera, raccontata in un romanzo best seller da Antonio Iturbe, e ora trasposta in un graphic novel per ragazzi, di grande impatto, di due autori spagnoli: i testi sono dello scrittore e sceneggiatore Salva Rubio e le illustrazioni dell’artista Loreto Aroca. Le giornate di Dita sono terribili, ma «leggere le faceva credere per un po’ di non essere ad Auschwitz», e questa «manciata di vecchi libri» compì «un miracolo» anche sugli altri prigionieri, trasportandoli per qualche momento nel ristoro di un Altrove.
Mi sia concesso a questo punto un ricordo personale, relativo a quando, anni fa, incontrai a Mantova per un’intervista il grande Uri Orlev (autore di romanzi come L’isola in via degli Uccelli, o Corri ragazzo corri), che mi disse, e ne ho un ricordo indelebile: «lo sa perché scrivo per l’infanzia? Perché quando ero nel campo di concentramento di Bergen-Belsen, solo al mondo, con mio fratello piccolo che deperiva di giorno in giorno e stava per arrendersi, sono riuscito a riaccendere in lui la fiammella della speranza raccontandogli delle storie, nelle quali creavo ambienti e avventure meravigliosi e fantastici, che lo portavano lontano da lì». Anche per Dita, che sin da bambina aveva capito che i libri possono essere «finestre sul mondo e su se stessi», è stato così. La lettura, come la musica, e tutta l’Arte, è anche resistenza.
Nikolai Popov, Perché?, Terre di Mezzo (Da 4 anni)
Torna, dopo la prima edizione svizzera del 1995 (titolo originale Warum?), e dopo l’edizione italiana Nord-Sud del 2000, il grande classico pacifista dell’illustratore russo Nikolai Popov (1938-2021), che ha realizzato questo libro perché ha conosciuto da vicino la guerra e perché «i bambini, che comprendono l’insensatezza della guerra e vedono quanto sia facile essere trascinati nel circolo vizioso della violenza, possano diventare in futuro una forza di pace». Popov ci racconta la storia di un devastante conflitto tra rane e topi, cominciato da un nonnulla, da un fiore raccolto da una rana e protervamente bramato da un topo.
Il topo ruba il fiore alla rana, ed ecco allora insorgere tutte le altre rane a cercare di riprenderselo, subito contrastate da un esercito di topi. I carri armati sono vecchi stivali e scarpe abbandonate, ma la loro valenza metaforica è potente, così come lo è l’invenzione di armi e trappole per distruggere. E il bel paesaggio verde e luminoso delle prime pagine, nelle ultime s’incupisce di toni neri e marroni. I prati lussureggianti diventano terra deturpata e brulla. L’assurdità della guerra emerge con immediatezza potente. Il riferimento, nella scelta degli animali, è ovviamente alla Batracomiomachia («battaglia delle rane e dei topi») antica, ripresa in età moderna da molti autori, tra cui Leopardi. Ma non è importante che i bambini colgano quest’allusione, tanta è la forza di quella domanda, Perché?, sollecitata dall’intensità delle illustrazioni di Popov. Illustrazioni che bastano a loro stesse, a tal punto che questo libro nasce come un silent book, un albo senza parole. Il testo è stato aggiunto, forse per facilitare ulteriormente la comprensione della vicenda, nelle edizioni italiane. Sia in quella Nord-Sud, sia in questa, rivista e arricchita da una prefazione dell’autore e da una postfazione dello storico della letteratura per ragazzi Leonard S. Marcus.