Viale dei ciliegi

/ 24.08.2020
di Letizia Bolzani

Elisa Puricelli Guerra, Il segreto del pettirosso, Salani. Da 12 anni. 

Zelda, bel nome che preannuncia ardimento, è dodicenne nel 1911, ma in lei potranno rispecchiarsi anche le dodicenni (e non solo) del 2020. Il 1911 segna un periodo di cambiamenti emblematici, ben evidenziati nel libro: la luce elettrica, le manifestazioni per il diritto di voto, il desiderio di emancipazione femminile, il «cinematografo», con le seguitissime proiezioni in piazza di pellicole mute (accompagnate, nelle scene madri, dal pathos della «maestra Cesarini» che pigia i tasti del pianoforte). Ma questo romanzo storico evoca pure un altro periodo di per sé romanzesco, quello di cinquant’anni prima, con le eroiche imprese dell’Unità d’Italia. Nella storia compare Garibaldi e con lui altri personaggi reali, come Alexandre Dumas (che seguì come reporter l’impresa dei Mille) e come la coraggiosa Jessie White, tra le più importanti documentariste del Risorgimento, soprannominata da Mazzini «Miss Uragano».

Anche la nostra Zelda, nel suo piccolo, è un uragano, ma l’immagine, sin dal titolo, del pettirosso, combattivo e resistente, le calza meglio. Zelda è solo una ragazzina, per giunta ricca e forse anche un po’ viziata – come le ricorda Leggero, il suo giovane amico vagabondo e funambolo – ma certo non si tira indietro se vede un’ingiustizia, e certo non è disposta a crescere come una leziosa signorina. Cerca la sua indipendenza e lo fa con determinazione. Vive in un maniero (la «fortezza») sugli Appennini, è orfana di madre, ha un papà distratto, una nonna di temperamento (che cela intraprendenza sotto quegli occhi severi), una sorella maggiore con velleità di attrice (ma anche quello è un percorso verso l’emancipazione), un precettore, una vecchia balia pazza, un burbero giardiniere, una variegata servitù. L’avventura s’innesca quando Zelda trova un antico diario appartenuto a una ragazza di mezzo secolo prima, una fanciulla inglese che partì a cavallo dall’Inghilterra per raggiungere Garibaldi in Italia e portare a termine una misteriosa missione. Chi era quella ragazza? Questa indagine di Zelda si intreccia con un’altra, relativa a una serie di furti che stanno turbando la cittadina di Roccastrana, e a inquietanti personaggi che si aggirano nei dintorni. Zelda potrà contare sull’aiuto di Leggero e su quello di Luce, la figlia del sindaco, un altro personaggio femminile anticonvenzionale (è una signorina di buona famiglia, ma i suoi occhialetti tondi e la sua stanza piena di reperti naturalistici e di libri ne delineano un profilo da futura scienziata).

L’autrice ama i romanzi dell’Ottocento e si vede, nel suo ne ritroviamo molti temi (le agnizioni, l’orfano di colore, la vecchia nutrice delirante) adattati, seppur con un intreccio non semplicissimo, alla fruibilità dei giovani lettori.

Sante Bandirali – Alicia Baladan, L’uovo nero, Edizioni uovonero. Da 4 anni. 

La casa editrice uovonero, attenta alle diversità e all’inclusione, festeggia i dieci anni e ci propone, in libero adattamento di Sante Bandirali e con le espressive illustrazioni di Alicia Baladan, la fiaba di Luigi Capuana da cui prende il nome. L’adattamento ne ripercorre i punti salienti: la contadina che non riesce a vendere l’uovo nero e allora, su consiglio della gallina, lo porta al re, la regina che lo cova nel suo seno, dando vita a un galletto tanto vivace quanto invincibile, che riuscirà addirittura a uscire illeso dalla pancia del re, il re che lo adotta come figliolo, la metamorfosi del galletto in giovane uomo e – vero motivo cruciale della storia – la malinconia del ragazzo, che si sente un «diverso», che prova il desiderio di fare chicchiricchì. Ma molto sapientemente la narrazione di Sante Bandirali non punta a estirpare quest’anomalia nel ragazzo, spremendone fuori l’ultima goccia di sangue gallesco e facendone un «uomo davvero» come nel testo di partenza. Lo lascia invece esprimere con gioia, a pieni polmoni, il suo bel chicchiricchì, perché ci sono molti modi di essere uomini davvero, e la reginotta di Spagna, che diverrà sua sposa, lo amerà così com’è.

Viene in mente la storia tradizionale ebraica del principe che si credeva un pollo, con il quale solo un uomo saggio, in grado di cambiare il punto di vista convenzionale, potrà entrare in relazione. Solo una saggezza profonda accoglie infatti coloro che, senza far male a nessuno, si discostano dalla presunta norma. Fosse anche per il desiderio di fare chicchiricchì. E i bambini lo sanno.