Maria Parr, Lena, Trille e il mare, Beisler. Da 10 anni.
Con questo terzo romanzo, l’autrice norvegese Maria Parr si conferma come una delle voci più interessanti della letteratura per ragazzi contemporanea. Grazie alla lungimiranza dell’editore Beisler, che l’ha fatta conoscere al pubblico di lingua italiana nel 2014 con Cuori di waffel (subito acclamato dal pubblico e dalla critica) e nel 2015 con Tonja Valdiluce, i giovani lettori (e anche quelli meno giovani) possono gustare tutto il piacere di storie coinvolgenti, umoristiche e commoventi, luminose, perlopiù en plein air, ma talvolta anche in vivaci interni domestici, condotte dalla prospettiva fresca e spiazzante di uno sguardo «bambino». Che non vuol dire infantile nel senso di immaturo o lezioso, ma significa, anzi, uno sguardo più acuto, portatore di una limpidezza capace di profondità, di meraviglia, di irriverenza rispetto al luogo comune.
Se Tonja Valdiluce rimane un romanzo a sé, che racconta l’amicizia tra una vitalissima bambina di montagna e un vecchio burbero – con rimandi voluti a Heidi – questo Lena, Trille e il mare si presenta come il seguito di Cuori di waffel: i protagonisti sono gli stessi, ma un po’ cresciuti. Là erano bambini, qui stanno in quella terra di mezzo tra l’infanzia, alle spalle, a cui guardare con «calore e malinconia» (come quando ritrovano la bottiglia gettata in mare anni prima, «a pochi metri dalla riva credendo che avrebbe fatto il giro del mondo», con un messaggio scritto in un «corsivo infantile di tempi remoti» che «riempiva barcollante la pagina»), e l’età adulta, davanti, a cui guardare con quel misto di ammirazione e sconcerto, e verso cui avviarsi con coraggio, come farà il timido Trille nella cruciale avventura per mare del salvataggio del nonno, vera prova iniziatica al maschile. L’io narrante è sempre lui, Trille, ragazzino sensibile e certo meno irruento dell’indomita Lena, a cui è legato da una grande amicizia. Un’amicizia che lega due caratteri complementari, anche nel ribaltamento di ruoli che spesso s’intravvede tra le vicende: Trille sembrerebbe il più insicuro dei due, ma vediamo invece affacciarsi in lui una grande e generosa forza; mentre la rude, egocentrica Lena rivela a tratti delicatezze e fragilità impensate.
Intorno ai ragazzini si muove, vivace, tutta la comunità di questo villaggio sul fiordo: il molo, il baretto, le barche per il pesce, le fattorie, la scuola, il traghetto, i campi da calcio. E ha l’intensità di un personaggio anche il mare, che non a caso figura nel titolo: un mare che può essere scintillante e tranquillo o cupo e impetuoso, come le emozioni degli esseri umani, con cui, sempre più, Lena e Trille dovranno misurarsi.
Elisa Mazzoli – Marianna Balducci, Il viaggio di piedino, Bacchilega Junior. Da 1 anno e mezzo.
Un libro incantevole per i primissimi lettori, che ha vinto quest’anno il premio italiano Nati per Leggere. Angoli stondati, pagine cartonate, storia semplice di minimi accadimenti quotidiani, testo sobrio, ritmo, rime. Come per altri bei libri, si onorano i canoni di qualità del progetto Nati per Leggere. Ciò che lo rende particolare, e innovativo, è l’uso efficace e sapiente di illustrazione e fotografia: la giovane artista Marianna Balducci, esperta di combinazioni tra disegno, fotografia e strumenti digitali, ha creato per questo libro delle pagine di grande effetto, nella loro essenzialità, in cui un piedino di bimbo, fotografato, percorre un piccolo cammino (il viaggio di piedino del titolo), incontrando ad ogni pagina un elemento, disegnato, con cui entrare in relazione tramite tutti i sensi: il sasso, su cui appoggiarsi; il fiore, che ha un odore; il gatto, dal pelo morbido; l’acqua del mare, in cui immergersi; e via di questo passo – è il caso di dirlo – fino ad un incontro con un piedone che fa cucù: «Papà, sei tu!».
Il testo, che si integra perfettamente con i due linguaggi visivi, è di Elisa Mazzoli, già autrice di varie storie per bambini, molte delle quali edite, come questa, da Bacchilega Junior. Il piedino appartiene, volutamente, per rendere poetiche e meno realistiche le fotografie, a un bimbo che ancora non sa camminare: lo potete vedere sul sito dell’illustratrice: www.mariannabalducci.it