Viale dei ciliegi

/ 18.05.2020
di Letizia Bolzani

Przemysław Wechterowicz – Emilia Dziubak, Per sempre amici, Sinnos. Da 4 anni.

«I tradotti – degli altri quello che ci piace di più» è una collana dell’editore Sinnos di cui abbiamo già avuto modo di parlare, perché è un bel modo di fare editoria, andando a scovare, cioè, piccoli libri interessanti di paesi di cui meno si conosce, rispetto ad esempio al mondo anglosassone, la produzione per l’infanzia, traducendoli con cura, e in alcuni casi rinnovandone la veste grafica, oltre naturalmente al font, che nel caso di Sinnos è il loro peculiare leggimi©, il quale, insieme all’interlinea ben spaziato, al colore avorio non abbacinante del fondo pagina e ad altri criteri dell’impaginato facilita notevolmente la lettura.Stavolta la proposta viene dalla Polonia, ed è la storia di un gufetto e un coniglietto che con le loro famiglie vivono nella stessa quercia. Il coniglietto in una tana scavata tra le radici, il gufetto in un nido tra i rami. In alto e in basso, in un gioco di opposti tra i quali si snoda la storia, perché naturalmente i conigli sono attivi di giorno, mentre i gufi lo sono di notte, e tuttavia i due cuccioli vorrebbero poter trascorrere del tempo insieme. Sarà in un crepuscolo, con la luna piena che si mostra nel cielo, il momento del fugace, intenso incontro, poi si saluteranno perché l’uno deve andare a dormire e l’altro deve andare a nutrirsi. Ma il desiderio di stare insieme verrà esaudito con un intervento magico, che permetterà ai cuccioli di essere «per sempre amici».

Non so se questa storia ne sia una sorta di omaggio, ma ricordo che sullo stesso tema era uscito venticinque anni fa quello che ormai è un classico tra gli albi illustrati: Due Amici (Edizioni Arka), di Paz Rodero, illustrato dal grande Józef Wilkoń, per l’appunto anche lui polacco. E, tra le più recenti interpretazioni dello stesso tema, segnalo almeno Gatto Nero, Gatta Bianca di Silvia Borando (Edizioni Minibombo). Se quindi la storia non è particolarmente originale, le illustrazioni e la resa complessiva di questo maneggevole e tenero libretto quadrato ci portano con grazia dentro il bosco, facendoci percepire, nel trascolorare del giorno e delle stagioni, tutta l’intensità del tempo che trascorre. Gli autori, del resto, sono gli stessi di un grande successo di Sinnos: Chi vuole un abbraccio?

Oksana Bula, Orso non vuole dormire, Jaca Book. Da 3 anni.

Anche l’editore Jaca Book scova piccoli tesori in paesi meno noti, come l’Ucraina, da cui provengono ad esempio i premiatissimi artisti Romana Romanyshyn e Andry Lesiv. Ucraina è anche Oksana Bula, autrice di questo libro, che parla di un Orso il quale, temendo di perdersi le tante cose divertenti che accadono in inverno, non vuole andare in letargo. Anche questo è un tema non nuovo, ma qui, a provare a convincerlo, arriveranno i Tukoni, creature fantastiche molto care all’autrice, da lei create e già messe al centro di altre sue storie.

I Tukoni sono Spiritelli del Bosco, in questo caso determinati a far dormire Orso. Gli portano cibo, calzini, altri oggetti di conforto. Ma niente. Ecco che Orso riapre un occhio. E pretende che gli si prepari una tana nuova, perché la sua non è comoda. I Tukoni si mettono all’opera, ma nessuna tana va bene.... Sarà solo l’incontro con la lentezza di una lumachina, che con calma sta andando a dormire, a pacificare Orso, dandogli la tranquillità per lasciare andare le cose e abbandonarsi al sonno. Un tema che individua bene l’opporsi al sonno dei bambini, quando vogliono tenere tutto sotto controllo, temendo di perdersi qualcosa, e non riescono ad allentare la stretta sulle cose, a trovare la calma interiore per lasciarle andare. Non sarà l’alacrità propositiva, per quanto ben intenzionata, dei Tukoni, ad essere d’aiuto, perché essa rischia solo di fornire troppi stimoli, agitando ancora di più. Sarà invece il clima tranquillo, lento, pacifico, di Lumaca, ad essere da esempio, in se stesso pacificante.

Se si leggerà questo libro come storia della buonanotte, sarà molto rasserenante rallentare il ritmo della voce sulle ultime pagine, quelle dell’incontro con Lumaca, e seguirne il lento tragitto lungo il ramo, verso la fogliolina che l’aspetta, come un accogliente lettino.