Viale dei ciliegi

/ 02.05.2022
di Letizia Bolzani

Nicola Cinquetti, L’incredibile notte di Billy Bologna, Lapis (Da 8 anni)

Sotto un’apparenza umile, di libretto in brossura per bambini, non troppo lungo, con caratteri tipografici abbastanza grandi, si cela un gran bel testo, che si staglia sopra troppi romanzi attuali costruiti a tavolino, tesi a seguire, con zelo politicamente corretto, argomenti di attualità, compiacendo soprattutto il pubblico adulto. L’incredibile notte di Billy Bologna non vuole compiacere, ma con grazia irresistibile va dritto per la sua strada raccontandoci (qui sì, davvero, ad adulti e bambini) una storia che non si sa da dove Cinquetti l’abbia tirata fuori, tanto è surreale eppure suscitatrice di meraviglia, una storia che ci irretisce e ci fa ridere, tanto. Un umorismo intelligente che – e non è facile – arriva a grandi e piccini.

Contribuiscono al coinvolgimento anche il tempo presente della narrazione e la sua prospettiva, quella di un narratore onnisciente che si rivolge sia al suo personaggio, il piccolo Billy Bologna («Che ti prende, Billy? Come mai il tuo cuore batte così forte, adesso?»), sia al lettore, a cominciare dall’incipit («Perché non si muove, Billy Bologna? Perché se ne sta in piedi da mezz’ora, piantato a terra come un tronco?»). In realtà il narratore tiene conto delle istanze dei lettori ma è al suo personaggio, a Billy, che costantemente si rivolge, accompagnandolo fino alla fine: «ciao, Billy». Ma chi è Billy? È un normalissimo bambino, il figlio del custode del palazzetto dello sport, dentro cui si sta per svolgere uno spettacolo di alta suggestione: un domino di cinque milioni di tessere, il più grande del mondo, costruito in sei mesi di indefesso lavoro dal maestro giapponese Matamoto, verrà da costui messo «in moto», appunto, spingendo delicatamente un mattoncino, che si abbatterà sul mattoncino successivo, scatenando una «spettacolare, catastrofica sequenza di emozioni…».

Le emozioni si scatenano anche nei lettori, tenuti con il fiato sospeso, perché Billy non resiste alla curiosità di intrufolarsi in palestra, la notte precedente l’evento, per ammirare quell’universo «che domani crollerà con una sola, delicatissima spinta». Ma dalla porta lasciata semiaperta entra una cavalletta, che si avvicina pericolosamente alle tessere, poi la situazione peggiora ancora perché va via la luce, e Billy non può rischiare di inciampare… e invece sì, inciampa, ed è la catastrofe. Crolla tutto. Ma la storia di Billy è una storia di «ricostruzione», e anche in questo delicato, mai esplicitato, simbolismo, sta gran parte della profondità di questo racconto così apparentemente stralunato e leggero. Come farà, Billy, a ricostruire, a riparare? È proprio qui che, capitolo dopo capitolo, si snoda l’avventura, un’avventura degna di questo nome, nella quale, ogni volta che la soluzione sembra approssimarsi, un nuovo problema più terribile si affaccia. C’è da temere non solo la spada da samurai di Matamoto (personaggio divertentissimo che parla in haiku, ma pure per dire cose normali, non per formulare chissà quali elevati pensieri), ma anche l’ira del papà, il signor Onofrio Bologna, e due cattivi (e molto comici) malviventi che fanno la loro comparsa a un certo punto della storia. Tuttavia c’è anche chi aiuta Billy, nella fattispecie un ragazzo con un flauto magico, una sorta di angelo (e infatti si chiama, nome geniale, «Angelho, con l’acca»), il suo cane Mirko («con la kappa») e tanti, tantissimi, granchi. Cosa c’entrano i granchi? Non posso dirvi tutto, ma vedrete che in questa storia, ogni pezzo, anche se sembra non c’entrare, perché nulla è mai scontato, si inserisce perfettamente nel quadro di insieme.

Ancora una cosa in conclusione: questa è una storia che emana musica. Sia per il ritmo della scrittura di Cinquetti, sia per la sua capacità di rendere la sonorità del flauto, quella dei versi di Matamoto, quella persino dei cori del pubblico sugli spalti del palazzetto. Un crescendo di suoni e di emozione, fino al dissolversi tranquillo della luce, alla fine della giornata, quando la tensione si scioglie e tutto si ricompone, in un modo nuovo, migliore di prima. Ciao, Billy.

Andrew Knapp, Dov’è Momo?, Topipittori (Da 2 anni)

Per i più piccoli, un libro fotografico appartenente al genere del «cerca e trova», da leggere col ditino da puntare sulle pagine: il fotografo Andrew Knapp ci propone vari contesti (il parco giochi, la palestra, il cantiere, la cameretta…) in cui ogni volta è nascosto il suo cagnolino Momo. Dov’è Momo? È qui!! Ogni volta la gioia di scovarlo, e di nominare gli oggetti che appaiono nei diversi ambienti.