Ann Jonas, Andata e ritorno, Edizioni Cliquot (Da 5 anni)
È stato pubblicato in italiano per la prima volta, grazie all’editore Cliquot, un piccolo capolavoro di grafica e design: Andata e ritorno, della graphic designer americana Ann Jonas (1932-2013). Jonas ha pubblicato tra gli anni Ottanta e Novanta molti libri per bambini, ma è con questo «gioco di prestigio» in bianco e nero, come l’hanno definito i critici statunitensi, che non solo ha ottenuto il maggior successo, ma si è pure aggiudicata nel 1983 il Premio del «New York Times» per il miglior libro illustrato dell’anno. È davvero un libro che suscita stupore, un vero viaggio di andata e ritorno, in un senso e nell’altro, letteralmente: si comincia il viaggio «alle prime luci dell’alba», uscendo di casa, attraversando il paese, le campagne, costeggiando il mare e proseguendo verso la città. In città si fanno esperienze, si sale sul grattacielo più alto, si va al cinema… ma il sole inizia a tramontare, è tempo di tornare a casa. E cosa fa allora il lettore? Il lettore capovolge il libro e qui ecco lo stupore, ecco il viaggio di ritorno, girando le pagine a ritroso e con il libro all’incontrario, dalla città alla campagna, fino ad arrivare a casa, alla «strada che ci è più familiare, illuminata dalla luna». Dall’alba alla notte, dal familiare al nuovo e ritorno. Un viaggio andata e ritorno, appunto. Interamente in bianco e nero. Un giorno di viaggio di meraviglia, con un libro da capovolgere per suscitarla ancora e ancora. I sapienti effetti visivi fanno sì che, ad esempio, quella che all’andata è una sala cinematografica, al ritorno, capovolta, diventi un ristorante. O che le alghe della spiaggia costeggiata di giorno, di notte diventino fuochi artificiali nel cielo. Una raffinata gioia per gli occhi, che ci ricorda quanto sia importante saper cambiare la prospettiva, per scoprire, come fanno i bambini, la meraviglia nel quotidiano.
Serenella Quarello – Fabiana Bocchi, Le grandi storie del balletto, Arka (Da 9 anni)
La danza è un ambito molto frequentato nella letteratura per ragazzi: ci sono le serie di narrativa ambientate in scuole di danza; ci sono le biografie di grandi ballerini; ci sono i libri più tecnici sulle posizioni e sui passi; e ci sono i libri che raccontano le grandi storie del balletto. A quest’ultimo genere appartiene il libro che qui segnaliamo e che si concentra sul balletto classico. Perché il balletto classico, quello ottocentesco, diversamente dalla danza contemporanea – più astratta, più interiore, più evocazione diretta di quel miracolo che è l’essere umano, come disse Martha Graham – aveva una matrice narrativa. E le storie che raccontava erano spesso immerse in quelle atmosfere gotiche, sul filo sottile tra il mondo di qui e le ombre dell’altrove, così care al romanticismo, dove spiriti di fanciulle, fate, silfidi, danzavano evanescenti al chiaro di luna. Oppure raccontavano di metamorfosi, di creature ibride tra il mondo umano e quello animale, o di automi che prendono vita. Serenella Quarello, sostenuta passo passo dalle illustrazioni di Fabiana Bocchi, ci narra quattordici balletti, i più noti, con uno schema efficace: per ognuno, ne racconta la storia; ne presenta, in una scheda tecnica, compositore, opera su cui è basato, libretto, coreografia originale, ecc.; ne cita alcune curiosità o aneddoti; e infine ci parla dei ballerini maggiormente «rappresentativi» di quel particolare balletto. E qui si va da icone del passato, come Anna Pavlova, correlata in questo caso al Lago dei Cigni; a miti del Ventesimo secolo, come ad esempio Margot Fonteyn, indimenticabile Giselle, la Fracci e Nureyev (ricordati qui per La Silfide); a artisti contemporanei, come Svetlana Zacharova o Roberto Bolle, e molti altri. Completano l’opera, oltre alle posizioni base e a qualche passo illustrato, una breve introduzione storica e alcune pagine sui grandi teatri legati al balletto.