Jordan Akpojaro-Ashley Evans, Il razzismo. Il libro dei perché, Usborne (Da 5 anni)
Ha gli angoli stondati, è fatto in robusto cartonato, ha più di sessanta alette da sollevare per scoprire cosa c’è sotto, ha tantissime illustrazioni, proprio come si conviene a un libro destinato ad essere maneggiato da piccoli lettori, sin dalla scuola dell’infanzia. Eppure, in questa veste vivace e apparentemente leggera, parla di un tema serio e profondo, e lo fa con serietà e profondità. Serietà e profondità che non significano pedanteria, ma – essendo questo un libro fatto con intelligenza – immediatezza, semplicità, chiarezza. Questo è un libro che parla ai bambini di razzismo. Ne parla attraverso tante domande, le domande che si porrebbe un bambino: cos’è il razzismo? Perché non tutti capiscono il razzismo? Cosa c’entro io con il razzismo? Sono razzista se imito i gesti di altri popoli? Come posso fermare il razzismo? E molte altre, ognuna con una linguetta da sollevare per scoprire le risposte, ed è qui che emerge l’intelligenza degli autori, perché sono risposte che riescono ad essere articolate ed esaustive senza perdere limpidezza e semplicità. C’è calore, c’è empatia, grazie anche al fatto che spesso queste risposte sono formulate attraverso esempi pratici, espressi in prima persona da personaggi bambini, in situazioni e contesti immediatamente comprensibili. Del resto, la capacità di produrre libri davvero per bambini è una prerogativa della casa editrice Usborne. E non è una cosa scontata, perché non di rado l’editoria per l’infanzia propone libri – magari con illustrazioni anche molto raffinate, o tematiche che vorrebbero essere alte – non rivolti davvero all’infanzia. Ci si potrebbe chiedere a chi: ai genitori? Agli insegnanti? O forse piuttosto ai critici, agli esperti, agli studiosi? Ma qui si aprirebbe un discorso lungo…
Torniamo a questo libro, che potrà avere una lunga vita sullo scaffale dei bambini, nel senso che è fatto per essere letto e riletto, ogni volta approfondendo nuovi aspetti, a più livelli di comprensione, a seconda dell’età dei bambini (e anche degli adulti). E concludiamo con un invito a scoprire anche le altre proposte di questa casa editrice, che festeggia il mezzo secolo, essendo stata fondata in Inghilterra nel 1973 da Peter Usborne, ancora attivo in azienda, con la sua famiglia.
Walter Fochesato, Raccontare la guerra. I libri per bambini e ragazzi che bisogna conoscere, Interlinea
Questo è un saggio rivolto agli adulti, su un tema purtroppo sentito come sempre più urgente da chi vive accanto ai bambini. Come raccontare loro la guerra, a maggior ragione oggi che l’aggressione russa dell’Ucraina ha reso questo tema di drammatica attualità, oltre che di quotidiana presenza su tutti i mezzi di comunicazione? L’urgenza di tale domanda ha certamente contribuito alla riedizione di questo saggio, uscito per la prima volta nel 2011, e già allora di importanza fondamentale come apporto storico-letterario e bibliografico. L’edizione attuale è rinnovata, aggiornata e integrata, in particolare in merito alle nuove uscite di questi undici anni e a una sezione, a cura di Enrico Macchiavello, sul graphic novel.
Sono pagine di grande interesse e ricchezza, che ci conducono dalle piccole vedette lombarde deamicisiane e dai piccoli alpini gottiani su su per tutto il Novecento (mostrando bene come l’ideologia dominante penetri nella letteratura per l’infanzia, che tuttavia riesce sempre a mantenere spiragli di resistenza), fino ai giorni nostri, di cui si sottolineano alcune tendenze importanti, come il deciso aumento sia di testi su Shoah e Lotta di Liberazione, sia di albi illustrati, che raccontano la guerra – spesso in chiave metaforica – anche ai più piccoli.
La premessa che sottende tutto il lavoro di Walter Fochesato è che «la consapevolezza attorno alla vera natura della guerra e agli orrori che porta con sé» debba passare «attraverso la narrazione della guerra stessa». Giacché «ogni discorso attorno alla pace e al suo valore non può semplicemente risolversi, come sovente accade, in una magari sincera e accorata difesa della pace».