Kristina Ohlsson, Il bambino argento, Salani. Da 10 anni.
Bello anche questo secondo romanzo di Kristina Ohlsson, che dopo Bambini di cristallo si candida a diventare un altro best seller, con gli stessi protagonisti, i tre ragazzini Billie, Aladdin e Simona, e la stessa ambientazione, la cittadina di Åhus, in Svezia. Bello perché dosa abilmente gli elementi del romanzo di paura tenendo sempre alta la suspense ma senza mai eccedere con l’orrorifico.
Non si capisce perché, in effetti, lo slogan pubblicitario riportato in copertina reciti (citando un tabloid svedese) «una storia che vi colpirà allo stomaco». Peccato, perché – oltre al fatto che magari uno non ha voglia di farsi colpire allo stomaco ma solo di leggere un buon libro – si tratta di una frase ormai abusata ovunque, la quale soprattutto non rende l’idea di questo romanzo. Che regge con classe l’equilibrio tra una storia classica di indagine, un ottimo giallo per ragazzi, insomma, con una conclusione realistica e plausibile, da una parte; e un sottile velo di inquietudine dall’altra, uno spiraglio lasciato socchiuso alla possibilità che si tratti anche di una ghost-story, perché quel misterioso bambino in pantaloncini corti nell’inverno svedese può essere un giovane profugo, ma forse può anche essere qualcuno che arriva da «un altro» mondo, visto che sembra non lasciare impronte sulla neve... Proprio come quel lampadario del romanzo precedente che, ad indagine felicemente conclusa, continua a dondolare.
Con i fantasmi si può convivere, come sa bene la saggia Ella, una vecchia signora di Åhus. Intorno ai tre bambini ci sono vari adulti che contengono e rassicurano (conoscenti, genitori, insegnanti), sebbene siano spesso troppo presi dai propri problemi da «grandi» per soffermarsi a notare quei sottili spiragli sull’Altrove che i bambini disvelano. I tre bambini protagonisti, pur essendo a loro modo tre «spaesati» (Billie non ha più il papà e si è trasferita lì da poco, con la mamma e il suo nuovo compagno; Aladdin è arrivato in Svezia dalla Turchia e abita con i genitori che gestiscono un ristorante; Simona abita in una cittadina vicina e viene ad Åhus in visita, a trovare i suoi amici), sanno affrontare le situazioni con coraggio e energia. Se in Bambini di cristallo la prospettiva narrativa era incentrata su Billie, qui, ne Il bambino argento, è dal punto di vista di Aladdin che seguiamo le vicende: oltre ai misteri da risolvere, c’è anche una vicenda umana – quel ristorante che non rende abbastanza, i genitori che si chiedono se non sia meglio ritornare in Turchia – e sociale, con quel barcone di profughi ormeggiato nel porto.
Una storia colorata di giallo, con un pizzico di nero, che sicuramente appassionerà ogni lettore.
Michael Foreman, Amici, Il Castoro. Da 4 anni.
Un libro notevole nella sua semplicità, basato su un’idea toccante ed efficace e sulla forza delle illustrazioni. Una forza che le doppie pagine e il grande formato di questo albo rendono pienamente manifesta, valorizzando la maestria di Michael Foreman, illustratore/autore inglese che sa donare alle sue immagini dolcezza, espressività e profondità inaspettate. Avevamo apprezzato, di Foreman, Il gatto sulla collina, uscito qualche anno fa sempre da Il Castoro, e ci incanta anche questo, basato, come l’altro, su spunti osservati nella vita vera, ma resi poetici e simbolici grazie alla narrazione illustrata.
È un gatto che racconta la storia, un gatto consapevole della fortuna di poter vagabondare in tutta libertà, contrariamente al povero pesciolino rosso, costretto in un acquario. E allora il gatto riuscirà a far saltare l’amico pesciolino dentro un secchiello pieno d’acqua, con cui lo porterà ad esplorare il mondo. È quello che dovrebbe fare ogni amicizia vera: provare empatia, aiutare e aprire nuovi orizzonti, mettendo in conto la possibilità di lasciare andare l’altro... anche se forse l’altro sceglierà di restare con te.