Katie Daynes-Christine Pym, Come posso essere gentile?, Usborne (Da 4 anni)
Anna Milbourne-Åsa Gilland, Sono (quasi) sempre gentile, Usborne (Da 3 anni)
La gentilezza è di tendenza, nella letteratura per l’infanzia. Una volta non c’erano tutti questi libri sulla gentilezza. E si vede, verrebbe da chiosare, guardando la società adulta contemporanea. I più recenti sono due proposte dell’editore Usborne, che hanno una loro delicata originalità. Il primo, Come posso essere gentile?, è un libro ad alette, nella bella collana «Sollevo e scopro», che già ha pubblicato altre proposte interessanti. Qui ogni aletta si solleva su una domanda, a volte di stampo quasi filosofico (Cos’è la gentilezza? Perché è importante? Chi sono gli altri? Contano solo i grandi gesti? È facile essere gentili?), altre volte più psicologico (anche la gentilezza verso se stessi è importante!), altre ancora pratico e scientifico (sulla gentilezza verso la natura e il pianeta), o propositivo (esempi di piccole gentilezze da diffondere). Ad ogni doppia pagina, in robusto cartonato, troviamo tante alette con domande, le solleviamo, e sotto ecco la risposta, semplice ma mai superficiale. Il contesto scenografico di riferimento è quello del mondo degli insetti, sono loro a fare gesti gentili, e scegliere insetti per mettere in scena la gentilezza, ne sottolinea forse il lato umile, ma capace di tanto. Il secondo libro, Sono (quasi) sempre gentile, ha invece carattere narrativo, ed è un albo illustrato in cui la bimba protagonista cerca di capire, con l’aiuto della mamma, cosa significhi essere gentili. Scoprirà che è molto importante, ma che non sempre è facile, e che quello che sembra gentile a me forse non lo è per l’altro. Non manca, parlando di gentilezze «maldestre», un tocco di humour, che si accentua ancor più nella deliziosa (e monella) immagine finale.
Vichi De Marchi-Roberta Fulci, Ragazze per l’ambiente, Editoriale Scienza (Da 10 anni)
Non solo Greta. Le donne che hanno, o hanno avuto, a cuore l’ambiente sono tante. E soprattutto sono scienziate. Ossia donne che hanno studiato. Con fatica, determinazione, impegno, intelligenza. È importante smuovere le coscienze, certo. Ma poi occorre anche approfondire, realizzare delle cose, indicare delle strade. Come hanno fatto le dieci Ragazze per l’ambiente di cui Vichi De Marchi e Roberta Fulci ci raccontano la vita. Dopo Ragazze con i numeri, delle stesse autrici, che narravano storie di scienziate in vari ambiti, qui ci si concentra nel campo dell’ambiente.
Ma «ambiente», come viene dichiarato sin dalla prefazione, significa tante cose. E queste dieci donne lo mostrano bene nelle loro aree di interesse: da Rachel Carson, che negli anni ’60 denunciò l’uso indiscriminato di Ddt e pesticidi (subendo insulti atroci come «femmina isterica», o «zitella che chissà perché si interessa alla genetica»); a Eva Crane, che sottolineò il ruolo fondamentale delle api per l’agricoltura; a Barbara Mazzolai, che ideò un robot in grado di studiare il suolo, ispirandosi alle piante; a Caitlin O’Connell, studiosa di elefanti e impegnata nella loro tutela; a Eunice Newton Foote, la prima persona in assoluto a parlare di gas serra; a Maria Klenova, «madre della geologia marina», come lei stessa si definì; a Anne Innis Dagg, che si dedicò alla salvaguardia delle giraffe; a Maria Telkes, studiosa del Massachusetts Institute of Technology, che già un secolo fa si dedicava alle ricerche sull’utilizzo dell’energia rinnovabile del sole, tanto da meritarsi l’appellativo di regina del sole («presto o tardi il Sole sarà usato come fonte di energia», scrisse); a Susan Solomon, chimica, una delle prime a proporre i clorofluorocarburi come la causa del buco dell’ozono sopra l’Antartide; a Gitanjali Rao, la quindicenne decretata «Kid of the Year» 2020 dalla rivista «Time», in seguito alla sua applicazione per individuare il piombo nell’acqua.
Storie interessanti, rese ancora più vivaci dall’utilizzo della prima persona, dai dialoghi ritmati, e in generale dallo stile narrativo di Vichi De Marchi, grande esperta di biografie di scienziate, e di Roberta Fulci, giornalista scientifica, ottimamente coadiuvate dalle illustrazioni di Giulia Sagramola.