Viaggio silenzioso attraverso l’Iran

Fotografia - Dirandando, racconto per immagini di Salvatore Scolaro
/ 09.11.2020
di Red.

Le potenzialità incredibili della tecnica digitale e poi anche la facilità con cui oggi è possibile approntare dei progetti editoriali di livello professionale permettono oggi a molti dilettanti di cimentarsi con imprese ambiziose. Succede alle piccole band locali, che possono finalmente registrare di album musicali «come quelli veri» oppure agli aspiranti scrittori, che possono far arrivare in libreria le loro opere senza passare per le grandi case editrici.

Dirandando, che nasce dalla grande passione del suo autore e circola senza clamore mediatico, quasi per un passaparola tra amici, è uno di questi progetti fai-da-te: un semplice libro fatto di fotografie. Si sente un po’ la mancanza di didascalie, spiegazioni, aneddoti, percorrendone le pagine. (Si scopre poi che ci sono, anche se proprio minime, in fondo al volume).

Di immagini, nelle nostre giornate sul web, ne vediamo tante ogni giorno. E di immagini di viaggio in paesi esotici ancora di più. Viaggiare e fotografare, come ci insegna Claudio Visentin, sono due facce della stessa medaglia. In molti casi però si fatica a far stare l’immagine della realtà nella nostra riproduzione ingenua. Lo sappiamo tutti. Il colore di quel tramonto in foto non è proprio lo stesso, il taglio del paesaggio non è esattamente conservato come immaginavamo. Insomma, al ritorno del viaggio le immagini che riportiamo sono come un’esperienza parallela, un viaggio quasi diverso.

Nel caso delle fotografie di Scolaro invece colpisce l’acutezza dello sguardo: è come se ogni scatto andasse a ricercare non una realtà da riprodurre, ma un paradosso, uno spunto curioso, una contraddizione di quella realtà. Ci vuole senso dello humor e anche fortuna per scattare foto come queste. E poi una non usuale perizia. Non sono scatti qualsiasi. Sono un po’ delle illuminazioni istantanee, assecondate da una evidente capacità tecnica nella composizione e nella cura delle luci.

Quando si è capito il trucco, la lettura (o, meglio, la partecipazione del lettore) diventa più attenta e curiosa. Il gioco diventa allora andare a cercare quale spunto Scolaro ha voluto evidenziare, da quale successioni di eventi è rimasto colpito e vuole comunicare a noi, rimasti a casa, come fossero tesori trovati durante il suo viaggio. Il suo Iran è fatto di volti e di angoli particolari. Una collezione di dettagli da interrogare e scoprire: l’Iran di Scolaro non è una conclusione ma una premessa.