Un altro colpo è stato messo a segno con il debutto al Foce di Lugano di Finisterre della compagnia Praticidealisti vincitrice della 2.a edizione di Testinscena, premio destinato a sostenere nuovi talenti promosso dalla Fondazione Claudia Lombardi per il Teatro. Questa volta ha avuto la meglio un’espressione del nostro territorio con un progetto che nasce da quanto si sta muovendo nel locarnese fra Cambusa e Teatro Paravento.
Finisterre è un testo di Francesca Tacca scritto con il regista Marco Taddei, allestimento coadiuvato dal tutoring di Cristina Galbiati, che ripercorre la vita avventurosa di Alexandre Campos Ramirez, in arte Alejandro Finisterre: poeta, editore ma soprattutto geniale inventore del calcetto o futbolìno, gioco da tavolo dall’immediato successo in Italia dov’è ancora oggi chiamato calcio balilla. Siamo negli anni ’30 e l’Europa è sommersa dall’ondata nazifascista. In Spagna scoppia la guerra civile e Finisterre inizia un esilio che lo porterà a incontri eccellenti, da Picasso a Che Guevara al poeta Leon Felipe.
Lo spettacolo vive su pagine di storia e due attori: Laura Zeolla (brava e decisa) e Fabio Bisogni (bravo ma ancora acerbo), dal volto coperto da una maschera neutra per enfatizzare una recitazione in cui voce e testo assumono rilevanza essenziale. Dal 13 al 15 Finisterre torna in scena a Milano nella sala di Campo Teatrale.
Fra i paradossi dell’arte
Si è conclusa al Teatro Sociale l’azione scenica e il percorso pittorico che Nando Snozzi ha celebrato con la sua Ipotesi per un’utopia, continuazione del Teatro dei sensi della commedia umana. Anche in questa occasione l’eclettico pittore bellinzonese ha trasformato il palcoscenico in una vivace arena creativa.
Tra happening espressionista e performance d’avanguardia con la poesia sonora di Patrizia Barbuiani, l’asciutta lettura dello straniero Antonio Gonario Pirisi, i movimenti e la voce di Raissa Aviles con Attila, fantoccio bifronte alla Père Ubu, gli interventi di Gianni Hoffman, il turista per caso Elio David e… le sculture sonore di Luca Marcionelli. Un circo colorato accompagnato dalle musiche di Matteo Mengoni (tastiere) con Rocco Lombardi (batteria).
Su tutto il tratto pittorico narrante, primitivo, dai colori forti, urlanti, materia spalmata su tele cartacee dove Snozzi declama con i suoi aforismi un’affascinante e delirante urgenza espressiva.