Venti stagioni e non sentirle

L’incredibile successo della trasmissione Faites entrer l’accusé
/ 03.08.2020

Vent’anni di crimini efferati, o di «affaires», come li chiamano i francesi. È questo il succo della fortunatissima trasmissione francese Faites entrer l’accusé o FELA, in onda dal 2000, per un totale di oltre 250 puntate, trasmessa fino a febbraio da France2 e ora su RMC Story. Chi si fosse perso qualche episodio, o non fosse ancora incappato nella serie, ma facesse parte della folta schiera di amanti del giallo/noir, anche duro, spesso fatto di quella squallida e autentica provincia francese dimenticata dalla Capitale e di personaggi borderline, può ora recuperare. Su YouTube basta scegliere una puntata per venire catapultati con dovizia giornalistica e serietà su scene del crimine sempre diverse, ma non di rado accomunate dalla disperazione.

Come nel caso, tanto per fare un esempio, dell’«Affaire Sylviane Fabre», del 2011, in cui la donna del titolo, alle spalle un’infanzia devastante e due figli da crescere, abituata a lavorare fino allo sfinimento perfino come boscaiola, decide di eliminare l’ex cognata per motivi economici. Il caso è piuttosto semplice, quasi lineare. Siamo nella regione del Var e i protagonisti di questo brutto giallo (in cui un ruolo ce l’ha anche il figlio dell’assassina, reo di aiutare la madre nell’occultamento del cadavere) conducono quelle che vengono chiamate delle «piccole vite», quotidianità semplici, qualche frase non detta, pochi discorsi. Eppure, ed è forse proprio questa una delle chiavi del successo ventennale della trasmissione, a volte sono le pieghe di quel quotidiano (che in molti hanno saputo elevare ad alta letteratura, Simenon in primis) a nascondere le pulsioni più torbide e le passioni più ingiustificabili.

Attraverso la testimonianza di parenti diretti, ma anche di avvocati, poliziotti e amici, e con il supporto di materiali investigativi originali, i casi vengono ricostruiti passo dopo passo seguendo uno schema di alta tensione narrativa, senza per questo mai omettere o relegare in secondo piano la dimensione umana di quelli che comunque sono drammi capaci di stravolgere famiglie intere anche per generazioni.
Una scelta probabilmente consapevole della redazione, da una parte per il rispetto che è doveroso nei confronti dei parenti delle vittime, dall’altra perché la mera e fredda rappresentazione della cronaca non basterebbe a fare di Faites entrer l’accusé il campione di share che si ritrova ad essere. / S.