Dove e quando

A cura di Marino Viganò e di Sabrina Németh: Antonio Ciseri e gli antenati da Ronco a Firenze.

Mostra a Casa Ciseri, Ronco sopra Ascona, fino al 3 ottobre 2021, sa e do 14.00-17.00.
Visite guidate a mostra, Casa Ciseri (solo pt) e altre dimore il 31 luglio in italiano, il 1. e 7 agosto in tedesco, oltre che su richiesta. Viaggio di studio a Firenze nel 2022.
Info e iscrizioni su www.arct.ch e s.nemeth(at)arct.ch (078 6796126).

Per le manifestazioni ciseriane in altre località del Cantone consultare www.antoniociseri.ch


Un’osmosi tra Ronco e Firenze

Ricorrenza - Nel bicentenario della nascita del pittore Antonio Ciseri riscopriamo la dimora e l’antico casato
/ 19.07.2021
di Elena Robert

In questi mesi estivi che precedono il bicentenario della nascita di Antonio Ciseri (Ronco, 25 ottobre 1821 – Firenze, 8 marzo 1891) la sua casa natale a Ronco sopra Ascona ci regala un’opportunità imperdibile di scoprire le origini dell’artista diventato a Firenze una celebrità. La dimora di fronte a San Martino si qualifica tra le più ricche e meglio conservate in paese, insieme a poche altre pure appartenute alla famiglia. Un casato già nella città fiorentina a fine Cinquecento (un Andrea I vi è registrato nel 1603), molto ampio sia in Toscana, con discendenti diretti a Siena (proprietari della casa ronchese), sia in Ticino dove, per via matrimoniale, diventa un tutt’uno con la quindicina di famiglie patrizie del luogo. Ci accompagnano nella ri-scoperta dei Ciseri, l’architetto e urbanista Sabrina Németh e lo storico Marino Viganò, rispettivamente presidente dell’Associazione Ronco sopra Ascona Cultura e Tradizioni (ARCT) e membro del comitato. Nella casa natale hanno curato una piccola preziosa mostra di documenti d’archivio, frutto di una duplice ricerca, storico-artistica-architettonica e genealogica, perlopiù inedita perché su tematiche meno indagate rispetto agli studi sulla fortuna artistica, critica e professionale del pittore. Confluiranno quest’ultima nella pubblicazione curata da Marino Viganò Antonio Ciseri – Il protagonista e gli avi nella migrazione artistica ticinese – XVI-XIX secolo, e la prima in un opuscolo illustrato attestante la campagna fotografica e il rilievo dell’edificio promossi dall’associazione.

Come si spiega il rigoglioso sviluppo edilizio del paese tra il XVI e il XVII secolo? «La Ronco rurale e lacuale si emancipa con la trasformazione della collina in campi, vigneti e uliveti. Diventa così sempre più importante per l’economia lombarda e gli scambi regionali e transalpini – ci racconta Sabrina Németh – poi si sviluppa da inizio Seicento la migrazione artistica di imbiancatori, pittori d’ornato, quadraturisti di architetture illusionistiche e paesaggi, verso Firenze e Viterbo. Da una parte Casa Ciseri, ma anche Casa Suter e Ca’ di Pitur, sfuggite solo in parte a pesanti deturpazioni, dall’altra i palazzi fiorentini in cui lavorano i Ciseri rivelano contaminazioni culturali tra città e campagna, a cavallo tra quadraturismo barocco e vedute paesaggistiche romantiche. In questi edifici a Ronco si respira manifestamente il gusto fiorentino dei tempi». La famiglia del pittore è alto borghese e la dimora in Ticino non può essere da meno, con pareti e soffitti affrescati, camini decorati, pavimenti anche pregiati, una grande cassaforte a muro, percorsi indipendenti per la servitù, particolari tecnici all’avanguardia. L’edificio è tutelato da Cantone e Comune. È probabilmente il risultato della sovrapposizione di parti secentesche diverse, restaurate e perlopiù riedificate attorno al 1830 dai due fratelli Francesco e Giuseppe Ciseri, che avrebbero dipinto anche gli interni, rispettivamente padre e zio di Antonio, forse su disegno dell’architetto Francesco Meschini (1762-1840). Il bel cortile d’accesso, attribuibile invece all’architetto milanese Giacomo Moraglia (1791-1861), sul quale si affacciano le due ali principali dell’edificio, finisce per diventare l’elemento unificatore del complesso.

Viene da chiedersi da dove venga Antonio Ciseri, artista noto internazionalmente, per poterlo collocare correttamente tra la sua ascendenza ronchese e la nuova patria d’elezione, Firenze. Al di là dei suoi legami affettivi e professionali in Ticino, il pittore rimane comunque profondamente ancorato alle origini. «Documenti ora esposti a Ronco attestano l’incarico accettato dall’artista, in accordo col Municipio di Brissago e la legazione di Svizzera a Firenze, di occuparsi dal 1865-66 del reddito di una casa in città, di proprietà della Parrocchia di Brissago dal 1676. Gli esiti della ricerca tuttora oggetto di verifiche – conferma Marino Viganò – forniscono risposte sull’osmosi continua tra Italia e Svizzera vissuta dal nostro protagonista e sui suoi fitti rapporti con la Parrocchia e il Patriziato a Ronco o con la Diocesi di Como. L’arrivo giovanissimo a Firenze, dal nonno Antonio, nel 1833, accompagnato dal padre Francesco, la successiva iscrizione all’Accademia di belle arti e poi il matrimonio a Firenze con Cesira Bianchini sono una consuetudine in famiglia o frutto di strategie. Il pittore Antonio spicca per importanza e notorietà nel casato dei Ciseri, distintosi perlopiù in un artigianato di alto livello. Nelle dodici generazioni individuate finora non mancano però – aggiunge lo studioso – personalità di rilievo che diventano famose e si arricchiscono: oltre venti suoi avi si affermano tra la corte dei Medici e quella degli Absburgo-Lorena, come Andrea II (1612-1678), celebre pittore d’ornato che lavora con lo scenografo fiorentino Jacopo Chiavistelli, e Pietro V (1749-1805) pittore di architetture, noto per le sue decorazioni alla Galleria degli Uffizi». Come dire, nulla è casuale o deve sorprendere.