Ottobre
3 – 19.00 Cena tesserati: Ferloni, Fanzaga, Torre;
9 – 23.00 Suoni nel silenzio: Gong con Ivano Torre;
17 – 19.00 Cena Documentario: Paolo Lehner, Elena Weber;
18 – 11.00 Jazz matinée: Soul Jazz feat. Ivano Torre;
23 – 21.00 Concerto Dessert: Duo Moccia Pagano.

Novembre
1 – 11.00 Aperitivo e letture: Margherita Coldesina;
7 – 21.00 Concerto: Ivano Torre e ospite danzante;
21 – 21.00 Improvvisazioni: Duo Nartoni Torre;
29 – 11.00 Jam Session: Giglio Trio.

Dicembre
5 – 21.00 Don Giovanni: Achille Giglio e Andrea Raffo;
12 – 21.00 Virulenta: Mariangela Martino;
19 – 19.00 Cena tesserati: Quartetto Erra;
26 – 10.00 Colazione e conferenza: Mathieu Mancarella;
31 – 19.00 La Nicchia: Giulia Fonti.


Uno spazio sonoro

Il percussionista ticinese Ivano Torre inaugura un nuovo momento della sua carriera musicale, rilevando la gestione di una sala storica del Malcantone. L’abbiamo intervistato
/ 14.09.2020
di Alessaandro Zanoli

Chi segue la scena musicale del nostro cantone non può non attribuire a Ivano Torre, idealmente, la Palma d’oro dell’impegno creativo. La sua è da decenni un’attività a 360 gradi, che spazia dalla performance alla didattica, dall’elaborata attività di composizione all’improvvisazione pura, dall’arte figurativa alla gastronomia e all’enologia.

Un ventaglio di modi di esprimere le proprie passioni e convinzioni artistiche (ma anche psicologiche e filosofiche), nel fulcro del quale c’è la sua personalità generosa, caparbia e senza compromessi. Tutto questo che, riprendendo il suo amore per i giochi di parole chiameremo giocosamente «Mondo di URT», si arricchisce ora di una nuova esperienza.

Con il suo consueto entusiasmo e la sua voglia di mettersi in gioco, Torre ha deciso recentemente di prendere in mano il vecchio Teatro di Banco, luogo storico della creatività del Malcantone, passato attraverso varie esperienze e fisionomie nel corso degli anni, a seconda dei suoi vari gestori, e ora approdato a una nuova rinascita.

«Conoscevo il Teatro per esserci stato anni fa, due o tre volte come musicista» ci racconta. E arrivarci invece come gestore? «Quando ho deciso di prenderne la gestione, la prima cosa che ho fatto è stata una ricerca storica per vedere come era stato costruito. L’ho studiato insieme a un amico architetto di Zurigo E ripercorrendo i passi della sua costruzione abbiamo notato varie cose interessanti». La nuova fisionomia del Teatro quindi cerca di rispettarne la vocazione originaria: «Ad esempio il palco: è stata un’aggiunta fatta in anni relativamente recenti. È la prima cosa che ho tolto. L’ho sostituito semplicemente con una predella. È il palco che ho ricavato dai segnali che mi ha dato il teatro».

Le ricerche di Torre hanno prodotto risultati che considera significativi: «Alla fine dell’800, quando è stato costruito, lo stesso Malcantone era una regione piena di teatri. Ogni comune aveva il suo. Addirittura a Banco ce n’erano due, quello dei conservatori e quello dei liberali; la cosa divertente è che si trovavano a 20 m di distanza l’uno dall’altro. Con il passare del tempo molti sono stati chiusi e quello di Banco è uno dei pochi sopravvissuti. Trovo tutto questo il segno di un’esigenza di espressione artistica molto sentita, molto importante per la storia del Malcantone».

Non va dimenticato che Torre è reduce dall’attività di gestore di un altro spazio artistico assai originale, lo «Spazio culturale temporaneo» di Bellinzona. «La sua storia si è chiusa in modo abbastanza brusco con l’inizio del Covid. Per me era impossibile continuare le lezioni con gli allievi e non potevo continuare a pagare l’affitto di quel posto. È stata comunque un’esperienza incredibile, durata vent’anni esatti, in cui ho organizzato 360 eventi. In parte da solo e in parte, per qualche anno, con Amit».

La differenza tra le due esperienze? «Direi proprio che riguarderà l’aspetto acustico. L’acustica del Teatro di Banco è veramente particolare e ci ho lavorato molto. Ho arredato la sala con delle tende fonorifrangenti, il palco stesso usa delle soluzioni particolari. La programmazione della sala poi, darà risalto a situazioni acustiche. Il genere sarà naturalmente di tipo jazz, con poca amplificazione. Anch’io mi metterò a improvvisare, ascoltando che cosa esce dalla batteria. Evidentemente l’improvvisazione risente del luogo in cui è effettuata. È quello che succede normalmente quando ci si presenta in un luogo nuovo, il quale ti trasmette delle emozioni che poi ritrovi in musica».

Ora per gestire tutto questo, Ivano Torre ha creato un’associazione. «Si chiama Associazione Teatro di Banco; chi fosse interessato può per ora fare riferimento al mio sito web Ivanotorre.ch che ha una sezione dedicata. Come per altre iniziative di questo genere ci sono varie modalità di sostegno in quanto soci, con varie quote di partecipazione possibili».

L’attività del nuovo Teatro di Banco è iniziata proprio lo scorso weekend e continuerà nei prossimi mesi concentrandosi in vari finesettimana: la programmazione musicale sarà affiancata da mostre, performance, degustazioni, proiezioni, letture. Un cartellone ricchissimo che manterrà la tradizione creativa della sala, ma ancora di più il dinamismo e la volontà di ricerca artistica di Ivano Torre.