Un'edizione non memorabile

Si è chiuso il Locarno Film Festival
/ 15.08.2022
di Nicola Falcinella

La festa del Locarno Film Festival è di certo riuscita. Su cosa resterà dei film si ragionerà con calma. L’obiettivo principale, riportare pubblico e addetti ai lavori sulle rive del Lago Maggiore, è stato raggiunto. Ma per quanto riguarda le pellicole, soprattutto di Concorso internazionale e Piazza Grande, resta l’impressione che non sia stata un’annata memorabile. 

Tra i più convincenti c’è Skazka (Fairytale) del russo Aleksander Sokurov. Il cineasta rivelato proprio da Locarno nel 1987 e consacrato con il Pardo d’onore del 2006 ha costruito un’allegoria sul potere collocando i protagonisti del momento più buio della storia europea del Novecento in una sorta di limbo nel quale non ci si pente e non si scontano pene. Tra i giovani registi ci sono piaciuti Carlos Conceição che con il suo Nação Valente (Tommy Guns) riflette sull’esperienza coloniale parlando di Angola, Alessandro Comodin con Gigi la legge, commedia dai risvolti tragici, e l’azero Hilal Baydarov con Sermon to the Fish. 

Matter out of Place invece è il documentario perfetto per il Pardo verde, un lavoro sul ciclo dei rifiuti di grande efficacia cinematografica e vero interesse contenutistico firmato dall’austriaco Nikolaus Geyrhalter. Tra le opere più stravaganti, forse più pretenziose che riuscite (e presenti in numero fin troppo abbondante), meritano Piaffe di Ann Oren, Human Flowers Of Flesh di Helena Wittmann e l’unico svizzero in gara, De noche los gatos son pardos di Valentin Merz.In prima mondiale spicca il simpatico romanzo di formazione sentimentale Piano piano di Nicola Prosatore nella Napoli dello scudetto di Maradona, il toccante svizzero-belga Last Dance di Delphine Lehericey con un vedovo che si dà alla danza per onorare una promessa alla moglie, e il delicato Semret debutto della ticinese Caterina Mona presto nelle sale. 

Tra i Cineasti del presente, titoli come l’ucraino How Is Katia? di Christina Tynkevych o l’americano A Perfect Day For Caribou di Jeff Rutherford avrebbero meritato il concorso principale.