Un’anima buona

Le sfide del teatro di repertorio e le conquiste della fantasia
/ 24.12.2018
di Giorgio Thoeni

La gara è sempre aperta per scovare novità con cui attirare il pubblico. Da noi è un’impresa non sempre facile. L’anima buona del Sezuan, capolavoro di Bertolt Brecht andato in scena al Sociale di Bellinzona può rappresentare un’eccezione. Considerato un classico del drammaturgo tedesco, indubbiamente fra le sue opere di grande ricchezza umana e simbolica, non è dunque una novità ma non è neppure un testo facile, per il suo carattere lineare che contiene già indicazioni che neutralizzano particolari riletture o slanci particolarmente innovativi.

Eppure l’elaborazione drammaturgica di Elena Bucci e Marco Sgrosso ha saputo dargli un sapore di freschezza e originalità. L’anima buona proposta dal Centro Teatrale Bresciano è una parabola che i due attori, autori e registi definiscono «antica e attuale, divertente e amara, irta di domande affascinanti e insidiose intorno al sentimento del bene e del male».

Siamo agli albori del teatro impegnato di Brecht e nel mondo della sua apologia didattica. Scritta negli anni dell’esilio (1938-41), la storia traduce la parabola degli dei che scendono sulla terra in cerca di un’anima buona su cui riporre le speranze sui destini dell’umanità. Shen-Té, generosa prostituta, è l’unica che, nonostante la sua povertà, dà ospitalità a tre pellegrini divini che le offrono una ricca ricompensa a patto che possa riscattare la sua miserevole condizione praticando la bontà.

Un presupposto narrativo che dà vita a nuovi personaggi e ad alterne vicende per una straordinaria metafora sulla storia, sulla politica, sull’amore sulle incognite della vita. Una riflessione che la coppia Bucci e Sgrosso ha affidato a un gioco teatrale veloce e coinvolgente con cui vivere le appassionanti metamorfosi di maschere che ricordano la commedia dell’arte accanto ad allusioni di stampo orientale.

Una recitazione intensa, espressionista e travolgente, dove la musica sottolinea e accompagna attori bravi e affiatati che hanno conquistato l’entusiasmo della platea: dai già citati, protagonisti principali, a Maurizio Cardillo, Andrea De Luca, Nicoletta Fabbri, Federico Manfredi, Francesca Pica, Valerio Pietrovica e Marta Pizzagallo.

Il teatro per bambini, palestra inesauribile
Lo Spazio Pan ospita alcuni spettacoli della 25esima edizione della rassegna Senza Confini. Un’occasione per imbattersi in piccoli gioielli. Come i Piccoli universi sentimentali di Cinzia Morandi (da un’idea di Antonio Catalano). Domatrice di bambini affascinati da un’affabulazione semplice e coinvolgente, ecco che patate, cipolle, foglie e semi diventano il sole, la terra, le stelle, la vita: materiali per un sogno denso di stupore per piccoli occhi sgranati e la passione per i mondi della fantasia.