Uno degli effetti collaterali della guerra è l’escalation inquietante della componente ansiogeno-retorica nella narrazione giornalistica; a tutti i livelli e in tutti i media, in un rincorrersi di allarmi e di appelli minacciosi, con una sorta di quasi perverso piacere nel suscitare angosce. E mentre i «media esaltano fino al parossismo lo spettacolo della guerra» (cit. Serra), mentre restano inascoltate le voci che chiedono di abbassare i toni, e (il saggio dott. Mattia al TG) di rinunciare alle abbuffate di immagini ripetitive per evitare di seminare il panico nella popolazione, a colpi di rifugi, di scorte alimentari e di pillole di iodio («Con la guerra in Ucraina torna la minaccia atomica», annuncia l’impietoso Falò), si fa largo l’esigenza di qualcosa di diverso dagli speciali, dai soliti indigeribili talk e dalle maratone allegramente belliche. Qualcosa con cui arredare le nostre serate tv in modo alternativo e stimolante.
E allora guardatevi (Rai2, seconda serata, 30 minuti) la terza edizione di Una pezza di Lundini, programma di satira surreale e intelligente condotto da Valerio Lundini e da Emanuela Fanelli, con Stefano Rapone tra i migliori rappresentanti della generazione di giovani autori italiani, che avevano animato il bel programma Battute (Rai2, 2019). Vi è quel gusto del nonsense che non è forse per tutti, ma che occorre praticare per mettere alla prova talune convinzioni, una capacità di irridere senza ferire, di mettere la propria pokerface su cose che aiutano a pensare, mentre altri «mettono la faccia» come se questo bastasse a redimere dal nulla le cose che dicono. Ritroviamo le interviste molto oblique e spiazzanti, in cui si affacceranno anche i più seriosi e insospettabili, mai pronti a quello che Lundini riserverà loro.
Gli intermezzi musicali con i Vazzanikki e gli straordinari siparietti della Fanelli, anche nei panni parodistici dell’agente Licozzi. Su tutto, la capacità di trovare sempre la falla, la crepa, in tutta la narrazione retorica e nella mitizzazione del nulla che tanto affligge il nostro mondo un po’ scemo e un po’ disperato. Un programma che può fornire qualche allegro grimaldello, qualche ilare strumento, qualche straniante e consapevole piacevolezza per leggere la realtà e i suoi epifenomeni; insomma, grazie all’«ironia intransigente che non fa sconti a nessuno», Lundini e soci forniscono chiavi di lettura, stimoli e attrezzi esistenziali almeno altrettanto utili di quelli che ogni giorno i media unificati ci mettono nel piatto.