La storia del pianeta blu (Iperborea) è il nuovo libro di Andri Snær Magnason (nella foto), scrittore e militante ambientalista a fianco della cantante Björk e candidato alle ultime presidenziali islandesi. La favola ecologica racconta la vita di Brimir e Hulda, due bambini che vivono su un’isola abitata solo da loro coetanei eterni e liberi in un habitat incantato fatto di boschi, animali fantastici, albe dorate. Mangiano, dormono e giocano quando ne hanno voglia, fin quando non arriva un’astronave con a bordo Gaio Fracasso, un adulto che promette loro di realizzare i sogni, come quello di volare, in cambio di una goccia della loro giovinezza che servirà ad altri bambini lontani, costretti a vivere perennemente al buio. Una storia di formazione, con sentimenti contrastanti che convivono tra loro – egoismo, senso del possesso, ma anche le difficili scelte responsabili della maturità – che invita a riflettere sullo sfruttamento delle risorse della terra a causa dell’uomo, e del fragile equilibrio in cui vive il pianeta, tema da sempre caro all’autore di Reykjavík che abbiamo intervistato.
Nel suo nuovo libro, ma già anche nel precedente Il tempo e l’acqua (Iperborea) per parlare di cambiamento climatico è partito da metafore della tradizione letteraria e dalle mitologie islandesi, così come dall’esperienza dei suoi antenati, escursionisti e custodi della natura. È questo il compito di uno scrittore, affrontare i problemi attraverso le storie?
Ho pensato che fosse mio dovere quantomeno cercare di comprendere questi problemi, come scrittore su questo pianeta e in questo preciso momento storico. Se nel prossimo secolo il pH degli oceani cambierà più di quanto abbia fatto negli ultimi 50 milioni di anni, avremo un evento mitologico. La mitologia ha a che fare con gli elementi, storie di creazione, di distruzione e noi ne stiamo vivendo una. Stiamo assistendo agli eventi più drammatici nella storia geologica del nostro pianeta e la velocità del cambiamento ha proporzioni bibliche. Gli umani si sono evoluti 5 milioni di anni fa – più di 100 mila generazioni fa – e il semplice fatto che un singolo individuo osservi il cambiamento oceanico è già di per sé più di quanto le parole possano spiegare.
Ha scritto che «se in poco tempo abbiamo creato la bomba atomica per distruggere il mondo, perché non dovremmo essere capaci di salvarlo il prima possibile?» Come si fa a rimuovere 1000 gigatonnellate di anidride carbonica nell’atmosfera nei prossimi 50 anni?
Nei prossimi decenni, il mondo deve eliminare tutte le emissioni di CO2. Se non saremo in grado di farlo potremmo perdere ogni cosa. Tutto. Allo stesso tempo dobbiamo rimuovere dall’atmosfera mille gigatonnellate di CO2, le quali continueranno a causare surriscaldamento durante il secolo, nonostante i nostri sforzi di abbassarne le emissioni. Quando uno studente chiede: perché dobbiamo studiare l’algebra? La risposta è semplice: abbiamo mille gigatonnellate di CO2 da rimuovere e nessuno sa come farlo. Ma perché studiamo l’etica? Perché chi ha studiato troppa algebra potrebbe inciampare in una soluzione che non sarebbe etica.
Dobbiamo piantare alberi, ristabilire le paludi, dobbiamo cambiare i nostri sistemi di trasporto e implementare l’architettura degli edifici in modo da ridurre il bisogno di riscaldamento e raffreddamento. Dobbiamo costruire macchine che si alimentano della CO2 presente nell’aria, e abbiamo già dei prototipi di questo tipo. In Islanda, una nuova struttura ne riduce circa quattromila tonnellate l’anno. Poi, mescolano la CO2 con l’acqua irrorandola nel terreno, dove si trasforma naturalmente in pietra CaCO3 (carbonato di calcio). Dunque, quello stabilimento è concreto, sono pur sempre quattromila tonnellate. Se fosse mille volte più grande ridurrebbe le emissioni di quattro milioni di tonnellate, quasi il corrispettivo dell’intera Islanda. Tuttavia, dovrebbe essere mille volte più grande per rimuovere quattromila gigatonnellate ed essere unità di misura su scala mondiale.
Ha affermato che nelle nostre nazioni, quelle occidentali, «Decidiamo di salvaguardare una zona solo quando ne vediamo l’utilità pratica: la sua trasformazione in un parco nazionale o in un’attrazione turistica; e l’utilità dev’essere quantificabile, almeno in termini di profitto». La società dei consumi è diventata insostenibile?
Viviamo in un sistema razionale. Un’educazione, un’economia, un’industria, dei media e una scienza razionali, o almeno così crediamo. Pensiamo di essere più svegli dei nostri antenati, più saggi dei «primitivi» che credevano all’esistenza dello spirito della foresta, un dio nella montagna o una forza nella cascata che doveva restare indisturbata, perché altrimenti sarebbero successe cose terribili. Quindi abbiamo mappato e misurato ogni cosa per scoprire che non esiste nessun dio della montagna nel nostro foglio Excel, né tantomeno uno spirito della foresta. O almeno così crediamo. Ci siamo convinti che non c’è niente di sacro all’infuori del nostro desiderio di depredare la foresta, scavare la montagna e arginare la cascata, riempire la valle di oggetti usa e getta che una volta facevano parte della natura. Ma indovinate un po’, sta accadendo qualcosa di terribile: i ghiacciai si stanno sciogliendo, il livello degli oceani si sta alzando, le tempeste si fanno più intense. E con il senno di poi, sarebbe stato più razionale credere che almeno il 47,8% della natura fosse sacra e lasciarla così com’era. Ma ora è troppo tardi e fatichiamo a ristabilire un legame, e forse il sentimento di sacralità faceva parte del sistema immunitario della natura ma noi ne abbiamo distrutto moltissimo. Penso che le persone in futuro considereranno la creazione dell’economia usa e getta e di consumo del ventesimo secolo, come una delle eredità più irrazionali nella storia dell’umanità.
La guerra in Ucraina quanto ha peggiorato la situazione climatica?
Per far fronte alla crisi ambientale abbiamo bisogno di una forte dedizione, abbiamo bisogno di pace e cooperazione e non possiamo permetterci di buttare via denaro in carri armati, missili anticarro e tutto lo spreco tremendo a cui stiamo assistendo. Dovremmo renderci conto della necessità di eliminare velocemente i combustibili fossili, e quando questo tipo di necessità verrà visto come parte della sicurezza nazionale, andando a intaccare il budget della difesa, ci renderemo conto che cose che reputavamo impossibili d’un tratto diventano possibili.
Bibliografia
Andri Snær Magnason, La storia del pianeta blu, Iperborea, Milano, 2022.