Dove e quando
«Mass für Mass» di William Shakespeare, regia di Jan Bosse e Gabriella Bußacker. Zurigo, Schauspielhaus. Fino al 13 giugno 2018. Info: schauspielhaus.ch


Una duplicità senza tempo

Alla Schauspielhaus di Zurigo Jan Bosse presenta il suo «Misura per misura» di William Shakespeare
/ 04.06.2018
di Marinella Polli

L’attualizzazione o rivisitazione di un lavoro teatrale oggi non è cosa rara, e può a volte dar luogo vuoi a una soverchia semplificazione vuoi a uno stravolgimento dei contenuti; a meno che non si tratti di un classico, e di Shakespeare in particolare, di cui è impossibile infrangere perpetuità e universalità. Anche la moderna rilettura di Misura per Misura di Jan Bosse e Gabriella Bussacker (traduzione in tedesco di Jens Roselt) che ha debuttato a metà aprile alla Schauspielhaus di Zurigo, regge il colpo, ma ne ribadisce, come sempre, complessità e problematicità, confermando la fama di commedia molto impegnativa per ogni regista. Definita anche dark comedy o «commedia tragica molto dialettica», Misura per Misura è una sorta di gioco teatrale che racconta di decadenza morale, corruzione dei costumi e di assidui frequentatori di bordelli, insomma di un universo ambiguo e conflittuale in cui regna confusione fra giustizia e ingiustizia, morale e potere.

I personaggi sono tutti caratterizzati da una certa duplicità, come il protagonista Vincenzo, Duca di Vienna, il quale fingendo di assentarsi e travestendosi da frate per spiare i sudditi, affida il governo ad Angelo anche per vedere se questi sarà in grado di far rispettare le leggi. Angelo, pur in preda alle stesse passioni che vorrebbe punire, applicherà le leggi troppo alla lettera, rivelandosi dunque a tal punto incapace di governare con equità, da condannare a morte Claudio, colpevole di aver messo incinta la non ancora moglie Giulietta. L’amico Lucio chiede aiuto ad Isabella, novizia e virtuosa sorella di Claudio.

La trama ordita attorno ai due giovani è un chiaro pretesto per evidenziare i tre veri protagonisti. Primo fra tutti il Duca, simbolo del potere temporale, teso a mettere alla prova da una parte l’estremista puritano Angelo, dall’altra la cattolicissima Isabella. Questa supplicherà invano in favore del fratello, ma Angelo le promette la salvezza di Claudio solo a patto che lei ceda alle sue brame. Fortunatamente, e come un vero deus-ex-machina, ecco riapparire il Duca che, attraverso complicati intrighi e sotterfugi, riuscirà a ripristinare ordine e giustizia, dimostrando a un tempo come sia sempre l’uomo di stato laico a ristabilire l’ordine; peraltro giudicando Angelo il giudicante: «perché con la misura con la quale misurate sarete misurati» (passo del Vangelo secondo Matteo).

Uno dei meriti dell’allestimento di Jan Bosse è quello di rappresentare non solo la lascivia del luogo dell’azione, ma altresì, e con grande ironia, l’ipocrisia e l’egoismo non solo di Angelo, ma anche di Isabella, apparentemente una buona cristiana, ma che tuttavia preferirebbe lasciar morire il fratello pur di non perdere la sua verginità. Il regista si avvale soprattutto della stupefacente scenografia di Moritz Müller (light design di Markus Keusch e costumi di Kathrin Plath), un vero e proprio labirinto su diversi livelli e con un giro di specchi che lo visualizzano da più prospettive. Ed è proprio questa pluralità di prospettive lo spirito con cui viene affrontato Misura per Misura nella produzione zurighese.

Bravissimi gli attori ridotti a soli otto (dei ventidue previsti da Shakespeare), con Hans Kremer nel ruolo del Duca Vincenzo, un impagabile Daniel Strässer nel ruolo di Angelo, il puritano corrotto, Lena Schwarz nei panni di Isabella, Lisa-Kathrina Mayer in quelli di Madame Overdone, Robert Rozic divertente e divertito quale Lucio, Benito Bause quale Claudio, Klaus Brömmelmeier nel ruolo del carceriere Elbow e Milian Zerzawy in quello di Pompeo.

Scroscianti i battimani da parte di un teatro strapieno; repliche fino al 13 giugno.