Un lettore lo sa. Non c’è un posto giusto per leggere, ma ci sono solo buoni libri, che si fanno leggere ovunque ci troviamo. Potrebbe essere il vagone di un treno o la panchina del parco, durante una rapida pausa pranzo. A volte va bene anche una sedia in corridoio, mentre si aspetta che i bambini si addormentino, o meglio una comoda sdraio sul balcone. Certo, ci sono le biblioteche.
Ma quelli rimangono luoghi sacri, dove è giusto che regni il silenzio e la voce lasci spazio alla parola scritta. Eppure quanto sarebbe rassicurante sapere che c’è uno spazio creato apposta per parlare di libri, per chiacchierare con chi ha condiviso la nostra smodata passione per un autore e, magari, perfino per incontrare chi quel libro lo ha scritto e ora è proprio lì, di fronte a noi, a disposizione per quella domanda che avremmo sempre voluto fargli.
Le case della letteratura sono concepite proprio con questo spirito e fra poco anche il Ticino potrà contare su una di esse. Si tratta di istituzioni già diffuse in Svizzera. A Zurigo, per esempio, la Literaturhaus ha una sede celebre, presso la Museumsgesellschaft, nel Niederdorf, dove già Lenin trascorreva i suoi momenti di studio durante la permanenza nella città sulla Limmat. Molto attiva è la Aargauer Literaturhaus Lenzburg, il cui programma comprende anche corsi di scrittura creativa, per ogni gusto e genere letterario.
È temporaneamente chiusa quella di Ginevra, ospitata presso la casa natale di Jean-Jacques Rousseau, che è attualmente in corso di ristrutturazione. Un caso particolarmente interessante, al di là del confine, è il Circolo dei Lettori di Torino, dove gli autori sono chiamati non solo a presentare le loro opere, ma anche a parlare delle loro letture, delle loro passioni e a condividere il microfono con esponenti di altre discipline, di altre arti. Qui, così come in alcuni dei casi precedenti, aiuta il fatto che ci sia un caffè letterario e che lo spazio sia aperto al pubblico, senza troppe limitazioni: avviene allora quella trasformazione, splendida da osservare, da istituzione culturale a luogo dove sostare, dove intrattenersi. Un ambiente dove stare e tornare, perché siamo certi che saremo a nostro agio, anche senza avere un programma preciso.
Il luogo scelto per la Casa della Letteratura per la Svizzera Italiana è presso Villa Saroli a Lugano, in Via Stefano Franscini, dove hanno già sede altre interessanti realtà culturali del territorio, come l’Istituto di architettura i2a e il centro di divulgazione scientifica Ideatorio. Promotrice dell’iniziativa è stata l’Associazione autrici ed autori della Svizzera AdS, che ha svolto, a partire dal 2016, uno studio sulla fattibilità del progetto.
È Fabiano Alborghetti, presidente dell’associazione per la Casa della Letteratura, a raccontare quali siano state le ragioni che hanno motivato l’inizio di questa impresa: «Siamo partiti dalla consapevolezza che non esistesse un luogo permanente dedicato alla letteratura nell’area italofona della Svizzera. Esistono numerosi festival e singole manifestazioni, ma non ci sono programmazioni che coprano tutto l’arco dell’anno e che accompagnino il lettore in maniera continuativa.
Ecco un esempio: laddove ci siano ottimi libri in uscita, ma che non rientrano nella programmazione tematica di un festival, serve uno spazio che li accolga. Nasciamo per creare un ponte di collegamento fra tutta l’area di diffusione della lingua italiana in Svizzera, dai Grigioni, transitando per il Ticino e arrivando al Vallese. La Svizzera italiana non aveva ancora un luogo dedicato allo scambio letterario, che contribuisse anche a rafforzarne l’identità e a promuoverne la creazione culturale».
A sostenere l’iniziativa ci sono già la Città di Lugano e il Percento culturale Migros, oltre che l’Ufficio federale della Cultura. Ma nel 2020 si aggiungeranno anche altri soggetti, come la Ernst Göhner Stiftung, la Fondation Jan Michalski pour l’écriture et la littérature e la Fondazione Landis & Gyr.
L’inaugurazione ufficiale è in programma per sabato 30 marzo. Alborghetti, ancora, spiega: «Apriremo un luogo istituzionale, quindi non potevamo esimerci dall’invitare le figure chiave che governano, dal punto di vista legislativo e da quello umanistico, il nostro territorio. Ci saranno quindi la Presidente del Consiglio nazionale Marina Carobbio, il consigliere di Stato Manuele Bertoli e il sindaco della città, Marco Borradori. Interverranno Fabio Pusterla e Alberto Nessi, figure emblematiche della scena letteraria ticinese.
Jérôme Meizoz e Leo Tuor rappresenteranno rispettivamente Vallese e Grigioni. Prisca Agustoni, ticinese di nascita, ha vissuto a lungo a Ginevra, per poi spostarsi in Brasile: ci piaceva dare voce al suo spazio creativo, così ampio in termini di lingue utilizzate, sia per scrivere opere proprie, che per tradurre quelle altrui. Pietro De Marchi è da sempre in bilico tra Svizzera ed Italia, pur abitando in un contesto germanofono. Antonio Rossi, poi, parteciperà anche perché è stato fra i primissimi fondatori della Casa della Letteratura».
In seguito, la programmazione si svilupperà combinando regolari incontri con gli autori, organizzati direttamente dall’associazione, ad altri momenti proposti, invece, dai partner. Si tratterà quindi di collaborazioni – conferenze, laboratori, letture,… – con i vari festival letterari del territorio, come Babel e ChiassoLetteraria, ma anche con associazioni e soggetti istituzionali quali USI e Supsi.
Il presupposto di questo approccio è che l’offerta culturale presente sul territorio sia già ricca e, in molti casi, frutto di esperienze consolidate. La Casa della Cultura non vuole perciò sovrapporsi a queste esperienze, ma piuttosto offrire ai lettori un luogo permanente, aperto agli stimoli esterni e alle collaborazioni con ciò che esiste e ha già dimostrato il proprio valore.