Un vascello troppo borghese

Opera - Il Festival di Bayreuth riapre con una nuova produzione di Der Fliegende Holländer
/ 02.08.2021
di Sabrina Faller

È stata una riapertura emozionante quella del 25 luglio 2021, dopo un anno di pandemia che ha costretto il festival a far saltare l’edizione 2020 e la nuova produzione del Ring, ora prevista per il 2022. Per la prima volta la platea ha ospitato meno della metà del numero degli spettatori possibili, tutti vaccinati o testati, tutti con mascherina, e tra questi come sempre personaggi illustri quali la cancelliera Angela Merkel, alla sua ultima inaugurazione ufficiale. Il Festival del 2021 sarà ricordato per diverse ragioni, la più importante forse la presenza per la prima volta sul podio del festival di una donna, la direttrice d’orchestra Oksana Lyniv, ucraina, assistente di Petrenko alla Bayerische Staatsoper, già lanciata verso una carriera internazionale. La nuova produzione, Der Fliegende Holländer, ben si addice alle sue caratteristiche e del resto Oksana l’ha diretto in passato al Liceu di Barcellona. Scintillante e coinvolgente, la sua direzione ha conquistato il pubblico della «première», come del resto il debutto al festival di un’altra donna, anche lei proveniente dall’Europa orientale, la lituana Asmik Grigorian, protagonista nel ruolo di Senta, vera trionfatrice della serata. E si tratta in effetti di un allestimento d’impronta esteuropea.

L’Olandese Volante nasce tra il 1839 e il ’42 da un’idea che frullava in testa a Wagner dopo la lettura di una riscrittura della leggenda del marinaio maledetto, costretto a vagare per i mari finché non avesse trovato la donna che gli fosse fedele fino alla morte. Ma nasce anche da un episodio autobiografico, ovvero la tempesta che travolse la nave che portava il compositore, in fuga da Riga e dai suoi creditori, verso Londra e di lì verso Parigi. La goletta riparò in un fiordo norvegese e tutto l’episodio, nonostante la drammaticità, stimolò la creatività musicale del nostro. La vicenda, narrata in breve, porta dunque l’Olandese in casa del ricco Daland, attraendolo con ricchezze maggiori, per sposarne la figlia Senta, nella speranza che la fanciulla sia la sua salvatrice. Senta, già mezza promessa a Eric, che è un povero cacciatore, è tutta presa dalla leggenda dell’Olandese e quando lui arriva, lei gli giura fedeltà. Ma Eric non si dà per vinto e l’Olandese, credendo che Senta non gli sia fedele, se ne va sulla nave dalle vele rosso sangue con la sua ciurma di marinai morti. Senta si lancia dalle rocce in mare, liberando l’Olandese dalla dannazione, e le immagini dei due trasfigurate salgono dal mare abbracciandosi. Questa la storia raccontata da Wagner, autore di libretto e musica.

Il regista russo Dmitri Tcherniakov ci racconta un’altra storia, che sembra prendere spunto dal grande teatro borghese di fine Ottocento di stampo nordico, o più probabilmente da qualche leggenda russa. Una storia realistica, in cui la dimensione del soprannaturale e del fantastico è del tutto assente. Ci regala un antefatto, piazzandolo nell’Ouverture, in cui un bambino (l’Olandese da piccolo) assiste al suicidio della madre, abbandonata da un uomo sposato (Daland) di cui è stata amante e che ora la rifiuta, dopo che il loro legame è stato scoperto e lei additata al ludibrio della folla del piccolo paese marittimo. Diventa quasi una némesi il ritorno a casa dell’Olandese adulto che avvicina Daland, padre di Senta. Sognatrice e immatura, ricca e viziata, contestatrice e superficiale, Senta è infatuata del personaggio, ma nel contempo coltiva una relazione con Eric: è una ragazzina che non sa quello che vuole. Mary, la nutrice di Senta, è probabilmente innamorata dell’Olandese. Il conflitto tra mondo reale impersonato da Daland e mondo soprannaturale impersonato dall’Olandese si trasforma in conflitto tra mondo della ricca borghesia (con Daland appunto) e mondo povero, proletario, rappresentato da Eric, dai marinai e dalle loro donne. Un ruolo molto importante gioca la morale popolare, quella che accusò e provocò il suicidio della madre dell’Olandese, e che oggi vorrebbe mettere al bando la giovane Senta, accusata pubblicamente di infedeltà dall’Olandese, il quale, tra l’altro, a un certo punto tira fuori la pistola e uccide due marinai norvegesi durante una rissa. Come finisce la vicenda? Con la morte dell’Olandese, ucciso da Mary dopo aver messo a ferro e fuoco la città. Dalla vicenda Senta sembra uscire rinnovata, cresciuta, e tutta la storia pare quasi un percorso di formazione che porterà la giovane all’età adulta. Questo per me l’Olandese Volante di Tcherniakov, che disegna come sempre la scena, un esterno di villaggio nordico le cui varie componenti si spostano a costruire scorci diversi mentre l’unico interno è rappresentato dalla piccola ma ricca sala da pranzo di Daland.

Abbiamo detto della presenza carismatica sul piano vocale e interpretativo di Asmik Grigorian, con un Daland affidato alla voce inconfondibile e sicura, molto amata a Bayreuth, di Georg Zeppenfeld, mentre l’Olandese di John Lundgren ha sorpreso per qualche accento aspro. La disinvoltura di Tcherniakov non è stata apprezzata da tutto il pubblico, anzi. Ma il festival va avanti, se ne discute, Bayreuth è tornata a respirare musica.