Il nuovo romanzo di Graham Swift 


Un piccolo capolavoro inglese

Graham Swift ci regala un originale romanzo
/ 24.07.2017
di Simona Sala

È un giorno di festa in Inghilterra. Mothering Sunday, la nostra festa della mamma. Siamo nel 1924, si sentono ancora le conseguenze del primo disastroso conflitto mondiale e delle sue ripercussioni nelle biografie private della gente, e questa è la storia di una cameriera intelligente e un poco libertina. Ma è anche la struggente storia di una verità e, soprattutto, del destino.

Non doveva certo spiegarcelo Graham Swift, il mondo della servitù, poiché al più tardi da Gosford Park di Robert Altman e da Downtown Abbey ci avevano – e come! – già pensato altri. Ma quando a esserci di mezzo è la servitù inglese, quel popolo spesso sotterraneo, perfettamente gerarchizzato e strutturato che fa da contraltare a un altro mondo per certi aspetti identico, con la sola differenza di essere popolato da gente con i soldi che per questo semplice fatto vive ai piani alti, l’argomento non sembra perdere mai di attualità. E di essere pruriginoso, soprattutto se in mezzo ci sono storie di letto (alla faccia del «Niente sesso, siamo inglesi»).

Un giorno di festa, recente opera del 68 enne britannico Graham Swift, attraverso pensieri, ricordi, e molte riflessioni ci regala alcune argute e disincantate considerazioni sulla vita, frutto di quei bilanci che ogni tanto ci tocca fare, e che – purtroppo solo raramente – ci convincono del fatto che la vita forse non vada presa troppo sul serio. Anche perché, piani alti o bassi, le pulsioni rimangono sempre le stesse, così come l’eterno gioco a rimpiattino dell’amore.

Noi lettori, e forse solo noi (e qui salta fuori l’ingegno dell’autore, capace, senza farsi riconoscere, di condurci per mano su diversi piani narrativi), insieme a una piccola cameriera spregiudicata e incredibilmente libera, sappiamo fino in fondo e nei minimi particolari, cosa sia successo quel giorno. Sappiamo di un suo amore proibito, degli incontri segreti, delle cose ancor più segrete che avvengono durante quegli incontri, cose di una tale gravità sociale da rappresentare, dovessero essere scoperte, un sovvertimento alle ferree regole di classe che sono in parte ancora un caposaldo della struttura inglese.

Ma come tutti i segreti, anche questo è destinato a rimanere tale. O forse no, come sembrano raccontare gli occhi sospettosi di un’altra cameriera, meno bella e più ottusa, che con il suo silenzio e lo sguardo bilioso, sembrerebbe volere raccontare la sua, di versione dei fatti. Ma questa è un’altra storia, un altro destino.