Perché inaugurare una stagione teatrale con Il compleanno di Harold Pinter, una pièce tra le più rappresentate dello scrittore inglese premio Nobel per la letteratura? Intanto perché Pinter è Pinter, cioè uno dei maggiori drammaturghi del Novecento, poi perché l’allestimento porta la firma prestigiosa di Peter Stein, maestro della scena tedesca ed europea a partire dalla seconda metà del Novecento, e infine perché il teatro che inaugura la stagione, ossia il Sociale di Bellinzona, festeggia i 25 anni della riapertura dopo un restauro di quattro anni, una vicenda questa che aveva coinvolto la città fin dai primi anni Ottanta riguardo al destino dello storico edificio (unico esempio di teatro all’italiana in tutta la Svizzera, inaugurato nel 1847, oggi monumento storico d’importanza nazionale) che versava in stato di degrado e che si decise di salvare, anche grazie alla determinazione di Carlo Bonetti, primo presidente della Fondazione Teatro Sociale di Bellinzona, e di Renato Reichlin, primo e mai dimenticato direttore del Teatro. Dunque un compleanno per festeggiarne un altro, e che compleanno!
Nella sua lunga carriera, Peter Stein, 85 anni, tra i fondatori della Schaubühne a Berlino, ha messo in scena i grandi drammaturghi e scrittori dell’Occidente, dai tragici greci a Shakespeare, Goethe, Cechov, Dostoevskij e lo stesso Pinter. Nel 2014 fu Il ritorno a casa, altro dramma celeberrimo dell’autore inglese, a segnare una tappa importante tra gli allestimenti di Peter Stein, che del resto lo aveva già affrontato in Germania molti anni prima come assistente alla produzione. Se oggi Stein è tornato a dirigere Pinter, anzi, se è tornato a fare il regista, è stato solo – dice lui stesso – su sollecitazione degli attori che volevano lavorare ancora con lui. Una squadra compatta, a cominciare dalla moglie Maddalena Crippa, fra le maggiori interpreti della scena italiana, con la quale ha spesso condiviso progetti teatrali, agli attori Alessandro Averone e Gianluigi Fogacci, da lui diretti in passato. E ha ragione Peter Stein a sostenere che Il compleanno è fra i testi più importanti e significativi di Pinter, che lo scrisse a 27 anni e lo portò in scena nel 1958 con grande, sebbene non immediato, successo. È un esempio di quel «teatro della minaccia» che è una delle cifre peculiari di Pinter, un dramma che ancora oggi inquieta e turba lo spettatore, accompagnandolo in un percorso di tensione che non trova mai una spiegazione e una soluzione piena, ma soltanto un’allusione, un possibile riferimento. È una questione politica? È una storia criminale?
Stanley è un giovane pianista scontroso e bizzarro, ospite di una poco affidabile pensioncina sul mare, gestita da una coppia non più giovane, Meg e Peter Bowles, e da loro in parte vessato, complice il divario generazionale. Le cose peggiorano con l’arrivo di due uomini, Goldberg e McCann, che sembrano conoscere Stanley e lo torturano con un interrogatorio in cui il giovane viene accusato di tradimento, portandolo al limite della sopportazione durante la festa di compleanno organizzata dai due con la complicità entusiasta di Meg. Quale sarà il destino di Stanley non è dato sapere, ma è legato a qualcosa di inconfessabile da cui non riesce a liberarsi.
Peter Stein sostiene un teatro in cui il regista è al servizio del testo e l’esito finale nasce da un lavoro collettivo, in sintonia con gli attori. Non ci sono attualizzazioni nei suoi allestimenti e nel caso specifico del Compleanno, situato in un modesto interno borghese che gli è proprio, con figure femminili in abiti anni ’50, ciò contribuisce a restituire l’effetto deflagrante che un dramma del genere dovette avere quando fu rappresentato per la prima volta.
La ricostruzione di una living-room inglese dell’epoca, che è nel contempo luogo di accoglienza, sala da pranzo e salotto, con cucina a vista, ed è scena fissa con breve scorcio esterno, è opera del tutto convincente di Ferdinand Woegerbauer, caratterizzata dal verde delle pareti e dalla parsimonia negli accessori, una specie di essenzialità piccolo borghese, più dettata dalla scarsità di mezzi che dalla sobrietà del gusto. In questo ambiente, vestiti dei costumi di Anna Maria Heinreich, si muovono gli interpreti che, com’era da prevedere, sono perfetti per i rispettivi ruoli, senza eccezioni, con una Maddalena Crippa a momenti forse troppo attraente per i panni mediocri di Meg. Eccellente lo Stanley di Averone e il Goldberg di Fogacci, ma non sono da meno il McCann di Alessandro Sampaoli, la Lulu di Elisa Scatigno e il Peter di Fernando Maraghini.
Il compleanno di Pinter ha appena iniziato la sua tournée, che lo porterà nei prossimi mesi nelle principali piazze italiane. E il compleanno del Teatro Sociale di Bellinzona è stato celebrato con un ottimo inizio di stagione.