«L’ipotesi iniziale era un’altra, ma quando Ricardo ci ha prospettato questa possibilità nessuno ha avuto dubbi». E così le Settimane Musicali di Ascona e Locarno si aprono domani sera (martedi 5 settembre) con la Peace Orchestra Project, formata da talenti tra i 18 e i 25 anni provenienti da tutto il mondo, tra cui volutamente alcune zone svantaggiate, diretta da Ricardo Castro nella suite da L’uccello di fuoco di Stravinskij, nella seconda sinfonia di Campogrande (prima esecuzione svizzera) e soprattutto nel Concerto per due pianoforti di Poulenc, olisti Marc-André Hamelin, che sostituisce Martha Argerich, e Francesco Piemontesi, locarnese e direttore artistico delle Settimane Musicali.
«Purtroppo Martha ha avuto dei problemi di salute e non può suonare, ma Hamelin è un grande interprete e sarà bellissimo affrontare Poulenc con lui» dice Francesceo Piemontesi. Lo spirito della leggendaria pianista argentina spirerà comunque sul festival e in particolare ispirerà Piemontesi il 17 ottobre, quando chiuderà la rassegna accompagnato dalla Deutsche Kammerphilharmonie Bremen nel Concerto in sol di Ravel.
«Avevo 19 anni, Carlo Piccardi mi procurò un’audizione con Argerich mentre era a Lugano, mi ascoltò nella Sonata Dante di Liszt e da allora è iniziato un rapporto intenso. Quando concorsi al Reina Elisabetta di Bruxelles mi ospitò a casa sua per quattro settimane: parlammo tantissimo di musica, anche del Concerto in sol di Ravel che avrei portato in tournée se avessi vinto il concorso». Cosa che accadde, e con lo stesso brano chiuderà la rassegna il 17 ottobre con la Deutsche Kammerphilharmonie Bremen. «Una pagina spettacolare, gioiosa, virtuosistica, all’inizio volutamente circense – basti pensare al colpo di frusta con cui attacca – però interpretativamente il momento più difficile è il movimento centrale: una lunghissima frase, di quasi due minuti, che il pianista esegue da solo, in un sottilissimo equilibrio di ritmo e melodia».
Poulenc all’inizio e Ravel in conclusione, ma tutto il cartellone è costellato da autori e musiche francesi: «Consultando gli archivi ci siamo accorti che, in modo del tutto casuale, le Settimane Musicali si erano dedicate poco al repertorio francese, e quindi abbiamo voluto dargli uno spazio significativo. Nel terzo dei concerti da camera che si tengono al Collegio Papio, assieme al violinista Augustin Hadelich e alla violoncellista Sonia Wieder-Atherton suonerò il Trio di Ravel, le trascrizioni che ho curato personalmente di Récit du Chant del seicentesco Grigny e de La Boucon del settecentesco Rameau, poi la Sonata per violino di Debussy e Trois strophes sur le nom de Sacher del contemporaneo Dutilleux».
Negli altri due appuntamenti (8 e 9 settembre) Piemontesi sarà affiancato anche dalla pianista Imogen Cooper e dal tenore Ian Bostridge, interprete di un’intensa Schubertiade. Il 18 sarà l’Orchestra della Svizzera Italiana a omaggiare la Francia, con la Sinfonietta di Poulenc e il Concertino per tromba, orchestra d’archi e pianoforte di Jolivet: «Un autore più o meno contemporaneo di Messiaen, ma meno conosciuto; eppure la sua musica è di alto livello e ha segnato il Novecento musicale francese». Stessi insoliti solisti per il Concerto, ben più noto, di Shostakovich; in San Francesco di Locarno, sede degli appuntamenti sinfonici, saranno Bertrand Chamayou e Hakan Hardenberger, uno dei più acclamati virtuosi di tromba al mondo; sul podio Fabien Gabel. Francese è anche Les Siècles, «un’orchestra straordinaria che debutta da noi e che suonerà nella prima parte con strumenti moderni, per accompagnare Isabelle Faust nel Concerto per violino di Ligeti, e nella seconda strumenti antichi, quando François-Xavier Roth la dirigerà nella sinfonia Jupiter di Mozart». Otto giorni dopo Les Siècles, approderà a Locarno la Tonhalle-Orchester di Zurigo, che Paavo Jaarvi dirigerà in una monografia beethoveniana: La consacrazione della casa, la seconda sinfonia e il concerto op. 61 trascritto per pianoforte dall’originale per violino; solista un interprete acclamato quale Olli Mustonen. A suonare con la Tonhalle, a Zurigo, sarà poi Piemontesi, atteso in un progetto incentrato su Rachmaninov: del russo interpreterà una sonata e, con Jarvi e Gianadrea Noseda, il quarto concerto e la Rapsodia su un tema di Paganini.
A gennaio Piemontesi debutterà a New York con la Philharmonic nel concerto K 503 di Mozart. Amadeus compare nel secondo appuntamento che vede protagonista l’Osi: il 6 ottobre accompagnerà il violinista Staphen Waarts nel concerto K 218, che Aziz Shokakimov incastona tra le sinfonie Militare di Haydn e op. 70 di Shostakovich. Tre giorni prima arriveranno Andrea Marcon e La Cetra, ensemble di voci e strumenti antichi di Basilea impegnati nella monumentale Messa in si minore di Bach: «Sono contento di recuperare uno dei grandi appuntamenti annullati per il Covid; La Cetra ha vinto il premio europeo per la musica antica e Marcon è un grande interprete del barocco; il suo Mozart è splendido».