Trenta minuti per ore di riflessioni

Il cortometraggio Due estranei della coppia di registi Roe-Free tematizza la delicata condizione della comunità afroamericana negli USA
/ 21.06.2021
di Alessandro Panelli

Due estranei (Two Distant Strangers) è il primo cortometraggio diretto da Martin Desmond Roe e Travon Free ed è interpretato dal celebre cantante Joey Bada$$ e da Andrew Howard (già conosciuto per il suo ruolo in Tenet e Limitless). L’opera vanta l’Oscar al miglior cortometraggio del 2021 e narra le vicende di Carter (Joea Bada$$), un giovane grafico di fumetti afroamericano.

Dopo avere passato la notte accanto alla bella Perri (Zaria Simone), averla salutata ed essere sceso in strada, il ragazzo s’imbatte nelle grinfie di un poliziotto bianco e razzista di nome Merk (Andrew Howard) che, dopo averlo ingiustamente aggredito verbalmente, lo uccide soffocandolo. Una scena che richiama inevitabilmente quella – vera – che il 25 maggio 2020 vide protagonisti George Floyd e Derek Michael Chauvin, e scatenò le reazioni universali della comunità afroamericana ridando slancio al movimento Black Lives Matter. Due estranei, per quanto inizialmente possa sembrare una commedia leggera, punta ben presto il dito contro la violenza esercitata dai poliziotti statunitensi nei confronti della popolazione afroamericana.

Dopo essere morto una prima volta, Carter-Bada$$ si risveglia nuovamente nel letto di Perri e si accorge di rivivere la stessa scena della mattina precedente: è finito in un loop temporale che lo porterà a subire le violenze del poliziotto all’infinito. Sulla falsariga di film come Groundhog Day (Harold Ramis, 1993) e Edge of Tomorrow (Doug Liman, 2014) il protagonista prova a uscire dal loop in tutti i modi, arrivando perfino a fare amicizia con il poliziotto.

L’opera ha una sua audacia nel tematizzare in maniera tragicomica l’ingiusta e per molti versi agghiacciante disparità di trattamento tra cittadini bianchi e di colore da parte delle forze dell’ordine statunitensi. In più di un’occasione, lo spettatore è chiamato a ridere, seppur con una nota di amarezza. Forse, da un film insignito del premio Oscar, in alcuni passaggi ci si aspetterebbe una maggiore profondità, sebbene il cortometraggio si lasci seguire con gusto fino alla fine.

L’unica vera pecca del film risiede nel personaggio di Perri, la donna nel cui letto Carter si risveglia: la recitazione di Zaria Simone è infatti sopra le righe al punto tale da rendere quasi stucchevoli e dunque inverosimili alcune scene, e interrompendo il flusso narrativo che di per sé fila liscio.

Un approfondimento psicologico dei personaggi che delineasse meglio i rapporti tra polizia e cittadini afroamericani avrebbe probabilmente giovato a quella che poteva essere la missione del film, ma malgrado ciò Due estranei risulta comunque compiuto.