Tra Sacro e Monte

Dal 7 luglio a Varese torna il Festival di prosa giunto alla sua tredicesima edizione
/ 04.07.2022
di Enrico Parola

Lo fa da tredici anni. All’inizio sembrava una scelta di rottura e di nicchia; col succedersi delle edizioni è diventata una realtà autorevole e sempre più seguita. Oggi, dopo le tribolazioni causate dalla pandemia e in un Occidente che torna a essere sconvolto dalla guerra, l’idea di incentrare un intero festival teatrale «sulle grandi domande dell’uomo, così come le hanno vissute, pensate ed espresse le grandi figure dell’arte e della letteratura» sembra l’unica davvero in grado di interessare chi non voglia semplicemente distrarsi e divertirsi, ma guardare in faccia alla realtà nella consapevolezza della drammaticità dei tempi e al tempo stesso nella certezza che la vita possa vincere sul male. Lo sostiene Andrea Chiodi, creatore e direttore artistico di Tra Sacro e Sacro Monte, che nei giovedì di luglio porta in cima al Sacro Monte di Varese grandi nomi e idee profonde del miglior teatro italiano: volti da copertina come Giovanni Scifoni e Massimo Popolizio, nuovi lavori su Pier Paolo Pasolini nel centenario della nascita e San Francesco d’Assisi, ma anche proposte coraggiose come Amen «scritto durante la pandemia da Massimo Recalcati, che non è un uomo di teatro bensì uno psicanalista, ma da cui ho voluto iniziare per il messaggio potente che comunica e perché ha preso una forma teatrale folgorante, come testimonia il successo clamoroso avuto al Franco Parenti di Milano» sottolinea Chiodi, che fa sua l’affermazione-base di Recalcati: «L’unico modo per combattere la morte, è cantare un inno alla vita. L’unico modo per ricominciare, oggi, è farlo con forza». Un canto alla vita intonato da tre attori pluripremiati quali Marco Foschi, Federica Fracassi e Danilo Nigrelli, e portato in scena questo giovedì dal regista Valter Malosti. Un altro inno risuonerà la settimana prossima, con Scifoni a interpretare il suo Mani bucate.

«Col Cantico delle creature San Francesco creò il primo componimento lirico in italiano della storia: cantò la bellezza di frate sole dal buio della sua cella, cieco e devastato dalla malattia» riflette Scifoni, legandosi idealmente alla traccia indicata da Recalcati. Per l’attore romano, il problema di come «parlare di questo santo senza essere mostruosamente banali, di come creare uno spettacolo che non sembri una canzone di Jovanotti» si affronta ponendosi una domanda più radicale: «Perché tutti conoscono San Francesco, tanto che se chiedo a un ateo anticlericale “dimmi un santo che ti piace”, lui dirà: Francesco? Perché proprio lui? Non era l’unico a praticare il pauperismo. In quell’epoca altri santi e anche certi movimenti eretici avevano fatto la stessa scelta estrema». La sua risposta sorprende: «Perché questo coatto di periferia, piccolo borghese, mezzo frikkettone che lascia tutto per diventare straccione era un artista. Forse il più grande della storia. Nessuno ha raccontato Dio con tanta geniale, santa creatività. Il vero problema è che Francesco era un attore molto più bravo di me».

A luglio al Sacro Monte di Varese grandi nomi e idee profonde del miglior teatro italiano

A un’altra grande e visionaria santa del Medioevo è dedicato il terzo appuntamento (il 21), Studio su Hildegard von Bingen scritto ispirandosi al suo Libro delle Visioni e interpretato da Federica Rosellini; la regia di Elvira Berarducci trasforma la riscrittura della ricercatrice-attrice in un intreccio di reading, concerto e danza per dare corpo alle visioni attraverso cui la Sibilla del Reno rivive la storia umana dalla creazione e dalla caduta di Adamo fino all’Apocalisse.

Chiusura il 28 con Popolizio e il suo Pasolini. Una storia romana, dove il grande attore ripercorre la biografia del regista, scrittore, intellettuale dall’arrivo nella capitale fino alla morte, nel 1975. Un racconto scandito dai suoi testi (Religione del mio tempo, Scritti corsari, Ragazzi di vita, Una vita violenta) in cui si specchia la realtà post-bellica delle borgate romane popolate da povertà assoluta e astuti espedienti per tirare a campare, con quell’impasto inscindibile di tragico e comico che tanto attraeva Pasolini.

Dove e quando

Tra Sacro e Monte, Festival di Teatro Sacro Monte Varese, dal 7 al 28 luglio. trasacroemonte.it