Canan è un’artista turca nata a Istanbul nel 1970. Definita femminista e attivista da quando, negli anni Novanta, incomincia a occuparsi della relazione tra le strutture del potere e le donne, Canan porta avanti con i suoi lavori una ricerca volta a esplorare quanto la politica, la famiglia, la religione e il contesto sociale condizionino l’esistenza di ogni individuo.
Con la scelta di utilizzare dal 2010 il solo nome di battesimo, liberandosi così dal cognome dell’ex marito dopo averne ottenuto l’autorizzazione (pratica ostica, questa, in Turchia), Canan ha iniziato un percorso di riaffermazione della propria identità di donna e di artista. E lo ha fatto utilizzando molteplici linguaggi espressivi e sperimentando tecniche fra loro anche molto differenti, dalla miniatura al ricamo, dal video alla scultura.
L’esposizione a lei dedicata, allestita presso la Galleria Michela Negrini a Lugano (spazio attivo da alcuni anni nel nostro cantone che ha presentato numerosi autori di fama internazionale, basti citare su tutti Joseph Kosuth) è la prima personale dell’artista in territorio elvetico, un’occasione preziosa per entrare nel suo variegato universo creativo.
Si scopre così che a caratterizzare l’indagine di Canan è lo studio dei miti che dall’antichità a oggi si legano ai sistemi di potere e al concetto di genere, determinando il valore e il senso stesso della vita umana. In questo contesto, nelle sue opere più recenti l’artista rivela come le vecchie narrazioni, traghettando i secoli, possano confluire in nuovi scenari etici congiungendosi alle vicende contemporanee. La sua ricerca prosegue poi nell’analisi dei simboli che appartengono alla coscienza collettiva e al subconscio, riflettendo su come questi agiscano sul modo di vivere e di pensare di ciascun individuo nonché sulla sua comprensione del passato e della storia.
Quello che si presenta al nostro sguardo nella galleria luganese è un mondo colorato e fantasioso popolato da esseri soprannaturali e da figure archetipiche che incarnano i diversi aspetti della psiche dell’uomo. Iconografie sospese tra realtà e fiaba che Canan utilizza per conoscere la risposta emotiva e intellettuale dell’animo umano attraverso le immagini.
Con i suoi misteriosi cerimoniali notturni, come quello raccontato nel suggestivo video Women Bathing in Moonlight realizzato nel 2017, con le sue raffinate miniature ispirate ai personaggi della mitologia islamica e con i suoi preziosi ricami su arazzi di tulle che proiettano impalpabili opere di ombre e luci, Canan, abile narratrice, consegna allo spettatore un’esperienza che sa di rituale purificatore.