Toto, spunti originali

Per celebrare il proprio 40esimo anno di attività, la band di Los Angeles propone la raccolta 40 Trips Around the Sun
/ 11.06.2018
di Benedicta Froelich

Quando si parla di musica pop degli anni ’80, capita spesso di trovarsi davanti a quello che si potrebbe tranquillamente definire come una sorta di paradosso, e che coinvolge il celeberrimo «effetto nostalgia» davanti al quale ormai ben pochi ascoltatori odierni sono in grado di rimanere impassibili. Ecco quindi che, tutto d’un tratto, perfino canzoni davanti alle quali, all’epoca, la maggior parte degli appassionati di «rock duro e puro» storceva enfaticamente il naso, vengono oggi sistematicamente rivalutate – al punto da far passare per capolavori anche sforzi artistici allora perlopiù compassionevolmente ignorati, o perfino dileggiati.

Tra tutte le band del decennio, la formazione americana dei Toto (fondata a Los Angeles nel lontano 1976 e a tutt’oggi ancora attiva, seppure con una differente line-up), occupa però un posto particolare nel cuore e nei ricordi dei «discomani», e non solo grazie al fatto che il suo particolare misto di rock easy listening e pop di alto livello le abbia permesso di rappresentare lo spirito dei tempi forse meglio di qualunque altro gruppo dell’epoca. Se il privilegio di essere capitanata da tre musicisti di raro talento e competenza – i fratelli Jeff, Steve e (dal 1982) Mike Porcaro, rispettivamente batterista, tastierista e bassista – le ha permesso virtuosismi tecnici ignoti alla maggior parte delle band da classifica del periodo, è altrettanto innegabile come l’appeal di brani irresistibili e orecchiabili quali, tra i tanti, Hold the Line, Stop Loving You e Rosanna, sia ancora così forte da far sì che, a tutt’oggi, chiunque sia cresciuto in quegli anni riesca a riconoscerne il sound fin dai primi accordi.

Lungi dal potersi definire come semplici «one hit wonders», i Toto hanno così superato (quasi) indenni passaggi cruciali come i diversi cambi di vocalist (da Bobby Kimball fino ad arrivare a Joseph Williams) e la morte di due dei membri storici (Jeff e Mike), per inanellare una impressionante serie di hit da classifica, guadagnandosi il rispetto eterno non soltanto dei nostalgici degli eighties, ma di chiunque ami la buona musica pop. Hit che vengono diligentemente riproposte, una per una, in questa raccolta celebrativa concepita per il quarantesimo anniversario della band (il cui debutto discografico, l’eponimo Toto, è datato 1978): 40 Trips Around the Sun, da poco giunto nei negozi e alla pubblicazione del quale farà seguito una lunga tournée celebrativa, sembra a prima vista poco dissimile dai vari «greatest hits» già dedicati al gruppo, ma si distingue per la presenza di ben tre brani inediti – i primi dal 2015 a questa parte, visto che l’ultimo capitolo nella discografia del complesso, Toto XIV, risale proprio a quell’anno.

Così, la compilation si dipana tra classici assoluti come i ballabili Georgy Porgy, 99 e il già citato Rosanna, ma anche ballate romantiche (e ormai un po’ datate) quali Lea, I’ll Be Over You e I Won’t Hold You Back; garantendo quindi, all’ascoltatore che si prenda il tempo di indugiare in questa sorta di «viaggio nel passato», un intimo afflato di nostalgia. È infatti pressoché impossibile, anche per i più duri di cuore, non ritrovare nella produzione artistica dei Toto – dai singoli brani fino ai pionieristici videoclip – tutta la struggente semplicità (per non dire ingenuità) di tempi apparentemente più semplici e innocenti: dall’iconica, e ormai imprescindibile, hit Africa (1982), fino ad arrivare a Stranger in Town (il cui video può, ancor oggi, definirsi un piccolo capolavoro della cinematografia musicale), la band ha saputo sfruttare al meglio la cosiddetta «pop culture» del proprio decennio, producendosi in un repertorio che, seppur accattivante, non è mai degenerato in sonorità eccessivamente commerciali – tanto che perfino improbabili esperimenti a cavallo tra rock e discomusic quali I’ll Supply the Love vengono comunque riscattati dal virtuosismo tecnico dei fratelli Porcaro, e dalla loro abnegazione nei confronti della forma canzone.

Perciò, poco importa se, delle tracce inedite presenti in 40 Trips Around the Sun, soltanto Alone sembra eguagliare davvero l’energia dei tempi andati, mentre Spanish Sea – che pure è, in parte, una outtake risalente al 1984, anno dell’album Isolation – e Struck by Lightning appaiono come scialbi tentativi di adeguare l’inconfondibile sound dei tempi d’oro alle esigenze del pop-rock radiofonico di oggi; ciò non intacca in alcun modo l’eccellenza di questa compilation, o l’attuale reputazione della band – né, tantomeno, il suo gradimento agli occhi dell’ampio pubblico che certo affollerà i palazzetti in occasione dell’imminente tournée mondiale. Dopotutto, per un gruppo in grado di vantare il curriculum e l’anzianità dei Toto, quello di saper ancora offrire all’ascoltatore spunti e suggestioni originali è un lusso non più obbligato, e comunque destinato a passare in secondo piano rispetto all’efficacia del coinvolgimento emotivo che il proprio repertorio è ancora in grado di suscitare nel grande pubblico.