Questa volta a Basilea l’hanno fatta grossa: quattro musei si sono riuniti per allestire altrettante mostre dedicate agli animali. «Cercavamo un tema di attualità – dice Andrea Bignasca, Direttore dell’Antikenmuseum – che coinvolgesse il nostro museo ma anche il Museo delle culture, il Museo storico della città e quello Universitario della Farmacia con le loro collezioni. Gli animali sono oggi spesso al centro di polemiche per i metodi di allevamento di massa impiegati e al nostro consumo sconsiderato di carne, alla troppa vicinanza con molte specie che può portare a contrarre virus pericolosi, come anche l’esperienza recente ci ha insegnato». Per non dire del tema dibattuto della caccia, degli esperimenti sugli animali, della presenza di predatori nelle nostre valli, del ruolo degli animali nei circhi e negli zoo, del business che ruota attorno al cibo in scatola per gli animali domestici. Un tema vasto, dunque, declinabile in mille sfumature. A ognuno il suo: il Museo delle culture spazia su diverse culture europee, asiatiche e africane: come sono presenti gli animali sia dal punto di vista pratico sia simbolico; nella parte storica viene dedicata attenzione ai suoni e alla musica, dal momento che in tutto il mondo sono molti gli strumenti realizzati con parti di animali; il Museo della Farmacia infine presenta i vari preparati medicinali a base animale che l’uomo confeziona da sempre.
E l’Antikenmuseum cosa propone? «Nell’antichità classica non erano tanto gli animali domestici a essere rappresentati quanto quelli selvatici, spiega Bignasca. È rara la scena di un contadino con pecore o capre; si vedono piuttosto leoni, tori, stambecchi, pantere, serpenti. Importante è il loro valore simbolico: la forza, l’agilità, l’audacia e quindi la regalità e il potere che ne derivava a chi era in relazione con loro». Come del resto già in Oriente e in Egitto. Il passo successivo ci porta alle creature fantastiche che uniscono caratteristiche diverse di animali più o meno feroci: i centauri, le chimere, le sfingi, i grifoni. «Questi ibridi sono mostri che fanno paura ma al tempo stesso affascinano. Per fare un esempio: i grifoni, testa d’aquila e corpo di leone, si credeva custodissero il mitico oro degli Sciti in terre lontane, misteriose e sconosciute. Simboleggiano il diverso, ciò che è estraneo alla propria cultura, quello che non è umano, che vive nei boschi e che quindi bisogna combattere e distruggere affinché la civiltà si affermi. Non a caso sono gli eroi greci che lottano con queste creature: Odisseo, Eracle, Teseo, Edipo».
Ma il discorso è anche più complesso e ci porta ad argomenti di grande attualità, visti i tempi di incertezza nei quali viviamo, che trascendono il mondo animale e ci toccano direttamente: «Secondo me i mostri e quello che significano – dice il Direttore – sono anche proiezioni della nostra psiche in momenti particolari della storia. Eracle ha eliminato tante di queste creature per salvare la civiltà, ma facendolo è diventato peggiore di esse: violento, ubriacone, violentatore di donne e uccisore di figli. Dove c’è luce c’è anche ombra insomma e la linea di demarcazione tra il bene e il male è sottile come la cresta dell’Eiger; ci vuole poco per cadere dalla parte sbagliata. Nei mostri l’uomo vede il pericolo, riversa le sue ansie profonde, ma mette pure la fantasia». Si potrebbe dire anche che vede nel mostro una sfida tentatrice e la voglia di prevalere per affermarsi».
Una mostra è fatta di reperti: ceramiche, pitture, sculture ecc. Andrea Bignasca racconta quali sono i pezzi più significativi in mostra «L’esposizione è costruita su un climax ascendente a livello di scenografia e di suoni e passa dal fascino delle favole di Esopo al combattimento contro il Minotauro o la Chimera. Fascino e alienazione sono gli ingredienti-chiave per leggere il percorso emotivo che, naturalmente, è corredato da opere d’eccezione come ad esempio il pithos arcaico con Teseo che sconfigge il Minotauro salvando i fanciulli di Atene grazie al filo di Arianna; oppure l’anfora di Megara Hyblaea, anch’essa arcaica, che accosta il mito di Teseo a quello di Eracle che uccide il leone di Nemea, salvando la regione dal flagello».
Dove e quando
Tierisch! Per non perdere nessuna delle quattro mostre, tre delle quali terminano in giugno, consultare il sito www.tierischbasel.ch