Suoni fuori dal coro

CD - Due recenti uscite offrono volti inusuali e validissimi della musica di casa nostra
/ 19.07.2021
di Alessandro Zanoli

Dice che è stata colpa del Covid, Peo Mazza. Esce con questo disco solista, questa antologia di una carriera di oltre trent’anni, e lui la promuove con il suo usuale understatement: «Qualcosa bisogna pur fare, se non si può andare in giro a suonare». Eppure... Basta guardare la lista delle occasioni che hanno fatto nascere ognuno dei dieci pezzi contenuti in questo Danze per trovare la stratigrafia di un’attività musicale ricca, multiforme, piena di entusiasmo e sincero coinvolgimento personale. Peo Mazza è una delle personalità più solide e anche solari del panorama musicale ticinese, e stupisce, pensandoci, che un suo disco «così» non sia uscito prima.

Leggendo le date di incisione e i nomi dei musicisti coinvolti nei vari brani, ci si rende conto di quanta musica è passata attraverso la consolle del suo studio «La sü in Scima», a Certara, propaggine estrema della Val Colla. Peo infatti è uno che sta spesso dietro le quinte. La sua sala di incisione ha promosso musica senza pregiudizi e senza snobismi; dal folk più popolare e anche un po’ variopinto dei Tacalà, dalla world music goliardica della Tribù di Moreno, per passare al sofisticato pop dei Diaspro, con la bravissima Michela Domenici alla voce, e alla canzone d’autore raffinata di Giorgio Conte. Ora, questo album, nato per colpa del Covid, va davvero accolto con grande rispetto ed attenzione perché è la testimonianza di un amore per la musica vissuto con un’intensità, un’umiltà e una sincerità che meritano anche enorme affetto.

Come lui stesso ci ha confermato, i brani sono una sorta di antologia che traccia un filo attraverso tutta la sua carriera. Alcuni sono risorti da vecchi nastri ormai impossibili da rielaborare; brani del 1991 e 1996 che vanno presi così come sono. Altri, i più recenti, registrati in digitale, sono stati rimaneggiati. Nella progressione cronologica si arriva proprio fino al fatidico 2020. Il tema conduttore dell’album è quello della danza: ogni brano, ogni danza dunque, ha una sua precisa connotazione metrica, dispari o pari.

Vanno gustate anche per l’inevitabile patina d’epoca che si portano dietro. Ognuna ci richiama in qualche modo al sound di un periodo e ciò rende questo disco ancora più interessante. Per averlo basta scrivergli: sarà l’occasione per conoscere una persona davvero speciale, di un’umanità e una simpatia che rendono merito alla nostra scena musicale. Il disco può essere richiesto scrivendo a peomazza(at)hotmail.com.

Un musicista che non sembra invece essere stato intimidito dalla pandemia è Peter Zemp, che proprio lo scorso anno ha dato il via a un progetto ambizioso e originale. Unendo la sua passione per il folk d’avanguardia (che ha caratterizzato ad esempio il suo impegno con il gruppo Pierino e i Lupi) all’interesse per la tradizione tutta ticinese della musica per bandella, ha riunito attorno a sé un nutrito gruppo di musici di esperienza e capacità e ha confezionato un altro concept. L’album, e il gruppo, Bandella vista mare sono il risultato di questo impegno.

L’ascolto dell’album è piacevolissimo e, come succede per gli altri lavori di Zemp, si tratta di un ascolto del tutto «visivo». Melodie e situazioni musicali riportano infatti alla mente stimoli visuali tratti magari da certa cinematografia, oppure, perché no, da scene di vita vissuta. Il sound della musica bandistica (o meglio «bandellistica») che abbiamo imparato a conoscere nelle nostre feste popolari, infatti, è garantito nel repertorio dall’apporto della bandella Chilometro Zero, guidata da Emanuele Delucchi. Per il resto, proprio le composizioni di Zemp con la loro cantabilità mediterranea sono una chiave di volta che garantisce la complessiva piacevolezza. Da segnalare nella band, oltre al batterista Peo Mazza di cui abbiamo parlato più sopra, la presenza di uno dei più conosciuti organettisti svizzeri, il lucernese Albin Brun, di cui, potremmo dire, Zemp è un po’ la controparte ticinese. Brun firma, tra l’altro, due brani del repertorio.

Il disco è stato registrato negli studi RSI e coprodotto dalla stessa emittente, ciò che, diciamo, ce lo rende ancora più vicino e meritevole di attenzione.

Informazioni e ordinazioni su www.bandellavistamare.ch.