Strenne musicali dal Ticino

Tre incisioni discografiche di diverso genere ci danno un’idea della «biodiversità» sonora che caratterizza le produzioni del nostro cantone
/ 10.12.2018
di Alessandro Zanoli

Patrizio Perucchi, Memento (Jsm Guitar Records, 2018)
Formatosi sotto la guida di Aldo Martinoni al Conservatorio della Svizzera Italiana, Patrizio Perucchi è un chitarrista classico ticinese che ha firmato di recente un album molto ben concepito ed eseguito. Si viene accompagnati nell’ascolto da un booklet redatto con cura e intelligenza. Il mondo della musica contemporanea per chitarra classica non è dei più frequentati dall’ascoltatore medio: genere musicale e stile sono sicuramente di nicchia ma quale più bella avventura per un musicofilo dell’avventurarsi in una terra sconosciuta?

Le scelte di Perucchi sono quasi didattiche e propongono brani in cui la bravura esecutiva è fondamentale, data la complessità delle partiture. I pezzi si dispongono in un crescendo che conduce fino alla bellissima Sonata Op.47 di Alberto Ginastera, composizione di ampio respiro in cui la chitarra si trasforma in uno strumento complesso e completo, con inserti rumoristici e percussivi di grande fascinazione (bellissimo il finale movimentato e ritmico). 

L’ultimo pezzo, Um a zero, di Alfredo da Rocha Viana, detto Pixinguinha, ispirato alla vittoria del Brasile sull’Uruguay nei mondiali del 1919, riassume con il suo andamento vivace e multistratificato la specificità del disco: naturalezza esecutiva nell’estrema complessità armonico- ritmica dei brani scelti da Perucchi. 

In altre parole, un disco «difficilissimo» per l’esecutore, ma di grande facilità d’ascolto per il pubblico. E questo è un pregio non da poco. 

Soul Nest, Apertura Celeste (Album autoprodotto)
Basi musicali elettroniche molto raffinate, senza essere asfissianti, e una voce molto piacevole e misurata: la miscela attira l’attenzione e aguzza la curiosità su un progetto di cui si sente l’entusiasmo di fondo. Il disco Apertura Celeste del duo Soul Nest segna l’incontro creativo tra i giovani Dj Costa e la cantante Anela, e dà forma a un album molto compatto, intenso e senza cadute di ispirazione.

Terminato il primo ascolto si ha subito il desiderio di riprenderlo da capo per approfondirne lo spessore. Costa possiede un gusto musicale ricco e forse in evoluzione: in un’intervista dichiarava di essersi appassionato alla scena del giovane jazz, e qua e là sembra di sentirlo nella scelta dei sample di tromba, in particolare nella conclusione di Ninna nanna (con te).

Anela, da parte sua, mostra una certa maestria nel calibrare i suoi interventi vocali. Il pensiero è rivolto, e lo si capisce, allo stile magistrale e ipnotico di Erykah Badu, di cui ha ben presente la personalità e l’intensità minimalista. Il duo, insomma, funziona molto bene e mostra una precisa personalità che speriamo possa esprimersi in numerose uscite dal vivo.

Frank Salis meets Michael Watson (Nicolasound, 2018)
È dal 1988 che (l’allora giovanissimo) Nicolas Gilliet produce album jazz, in un paio di casi anche partecipando come musicista alla registrazione. Nella bella schiera di dischi da lui realizzati (i più recenti vedevano come protagoniste le cantanti Karima e Serena Brancale) l’organista ticinese Frank Salis appare un po’ come un pupillo preferito.

Una prima volta Gilliet l’aveva coinvolto in una registrazione live, effettuata in Piazza Grande a Locarno, sfociata in un bell’album nel 2011. Lo scorso anno invece, dopo aver messo in cantiere una collaborazione tra Salis e alcuni giovani musicisti di New Orleans, il direttore di JazzAscona ha deciso di fissare su disco i frutti di quella joint-venture elvetico-americana. Il cantante, paroliere e trombonista americano Michael Watson, interprete vocale talentuoso e sensibile, è il partner elettivo di Salis.

I brani che ne risultano sono divertenti e sanguigni, e rendono al loro produttore la soddisfazione di aver promosso uno scambio culturale tanto affascinante quanto inatteso. Ottima la band che li accompagna e sostiene, pervasa da un vero «spirito di New Orleans». /AZ