I temi della violenza e del potere sono al centro dell’attenzione non solo della triste attualità dei nostri giorni ma anche della linea editoriale della 28esima edizione del Festival Internazionale del Teatro e della scena contemporanea (FIT) sostenuto, fra gli altri, dal Percento culturale di Migros Ticino.
In scena già da circa una settimana e fino al 6 ottobre il pubblico della rassegna ha iniziato a muoversi alla conquista dei posti messi a disposizione dagli spazi del LAC e del Teatro Foce. L’articolazione dell’offerta, come sempre, è intrigante con un pensiero dedicato a Vania Luraschi, instancabile e coraggiosa animatrice culturale da poco scomparsa. È a lei che si deve l’iniziativa di creare una manifestazione che, con il passare degli anni, ha assunto proporzioni importanti grazie a proposte spesso inedite sul piano della contemporaneità. Il nuovo corso dettato dall’avvicendamento alla direzione artistica di Paola Tripoli e dalla sua stretta e proficua intesa con Carmelo Rifici, ha trasformato la collaborazione tra FIT e LuganoInScena in una piattaforma interscambiabile di sorprese.
Quest’anno, l’immagine di copertina del Festival vede un lupo accanto a un mucchio di macerie… una sorta di visione apocalittica, cupa e minacciosa inquietudine verso un futuro poco promettente. Come i giorni del non amore descritti nell’editoriale: giorni senza poeti. Giorni in cui il sonno della ragione genera mostri. Il teatro, con le sue provocazioni, con il suo sguardo sul mondo e le sue domande esistenziali, per fortuna produce ancora poesia, offrendo vie di fuga e barlumi di speranza. Soprattutto momenti di confronto e riflessione attraverso le sue impressioni di realtà. Lo fa attraverso le proposte del FIT con prestigiosi ritorni e novità che altrimenti non sempre riusciremmo a scoprire nell’ambito dei cartelloni tradizionali.
Da Renato Cuocolo e Roberta Bosetti (IRAA Theatre) con R.L., performance su un racconto di Alice Munro, al libanese Rabih Mroué con Sand in the Eyes che ci parla di Isis e della sua capacità di attrazione. Il collettivo Rimini Protokoll, innovatore del teatro contemporaneo, si occupa della Cuba di oggi con Granma. C’è anche spazio per due film, da The Congo Tribunal del regista svizzero Milo Rau, all’argentina Lola Arias con Teatro de Guerra, la conquista delle Malvinas/Falkland raccontata 35 anni dopo da ex nemici di guerra.
Chro No Lo Gi Cal porta la danza della coreografa e danzatrice svizzera Yasmine Hugonnet mentre Attempt On Dying propone la difficile scelta del basilese Boris Nikitin nel raccontare in scena la propria biografia, fra coming out e dramma famigliare.
Destini e narrazioni si incrociano dunque fra eventi collaterali, incontri con gli artisti e… cene tematiche. Ovviamente l’elenco non si esaurisce ma continua con gli spettacoli dei prossimi giorni (fitfestival.ch) di cui fa parte anche Young & Kids, la sezione dedicata al giovane pubblico che ha preso il via con il talentuoso virtuosismo dell’ottimo Sacha Trapletti con il suo Girovago alias il mio viaggio, una personale, fantasiosa e spesso geniale rilettura de Il Giro del Mondo in 80 giorni di Jules Verne.
Quando il potere soffoca il dissenso
Noon, spettacolo in scena il 9 ottobre al Teatro Foce di Lugano (20.30) sembra una coda tematica del FIT. Frutto di un meticoloso lavoro di studio e ricerca del regista ceco Pavel Štourač con la sua compagnia internazionale Continuo Theater. Noon mette in scena una performance che prende il nome dal titolo di un libro scritto da Natalia Gorbanevskaya, poetessa e attivista russa che racconta un episodio da lei condiviso con altri intellettuali nell’agosto del 1968 nel corso di una dimostrazione contro l’invasione della Cecoslovacchia dell’armata sovietica.
Dopo appena cinque minuti i dimostranti sono stati fermati, poi interrogati, processati e puniti. Per quei pacifici dissidenti quella manciata di minuti di libertà è costata anni di prigione, esilio, campi di lavoro o internamento in ospedali psichiatrici. Noon lo racconta con il linguaggio del Physical Theater che combina il movimento degli attori con musiche eseguite dal vivo. Pavel Štourač, è anche docente di Master all’Accademia Teatro Dimitri. Ha curato la regia di Spettatori, Insomnia e Desire Caught by the Tail, spettacoli creati con gli studenti e presentati in Svizzera e in diversi festival internazionali.