Dove e quando
La Bohème, Berna, Konzert Theater. konzerttheaterbern.ch


Senza togliere o aggiungere nulla

Al Konzert Theater di Berna una Bohème rivisitata dal regista sudafricano Matthew Wild
/ 28.01.2019
di Marinella Polli

Il regista Matthew Wild, attualmente ospite del Konzert Theater Bern, ricostruisce una sua Bohème muovendo da sogni, ricordi e immaginario dell’ormai anziano Marcello (frattanto diventato un famoso artista), durante una festa organizzata in suo onore. In scena ci saranno dunque due Marcello che si alternano anche nel canto, uno giovane e aitante, l’altro vecchio e in sedia a rotelle, nonché una Musetta anziana solo come comparsa.

La lettura proposta dal regista sudafricano non toglie, ma neppure aggiunge niente a quest’opera già perfetta di per sé che, secondo un non tanto lungimirante giudizio, non avrebbe dovuto lasciar traccia alcuna nella storia del teatro lirico. Assai malaccorto il critico che l’ha espresso, in quanto La Bohème di Giacomo Puccini (libretto di Luigi Illica e Giuseppe Giocosa su Scènes de la vie de Bohème di Henri Murger) venne poi e viene oggi considerata uno dei massimi capolavori operistici, ed è indubbiamente fra i titoli più amati del repertorio: vuoi per la dialettica fra sogno e realtà, fra arte e poesia e aspra vita quotidiana da un lato, fra ideali giovanili e perbenismo borghese dall’altro, ma, soprattutto, per l’arcinota triste storia d’amore raccontata da arie memorabili come Che gelida manina o Mi chiamano Mimì.

Ma sono infinite le perle ora delicate ora appassionate di quest’opera, narranti in musica uno spaccato della vita di Rodolfo, Marcello, Colline e Schaunard, giovani artisti squattrinati, ma assai idealisti e sognatori, che vorrebbero cambiare il mondo. Una vita declinata in piccoli fatti quotidiani, ma anche in sentimenti importanti nel gelo di una povera mansarda nella grande città sorda e crudele.

Mimì, già molto malata, si fa viva un giorno presso i quattro e fra lei e il poeta Rodolfo inizia una tormentata storia d’amore che si svolge parallela a quella ancor più turbolenta tra il pittore Marcello e la frivola, ma buona e sensibile Musetta. A parte l’idea del doppio Marcello, non proprio facile da realizzare in scena in maniera plausibile, va riconosciuta a Matthew Wild (scene di Kathrin Frosch, costumi di Ingo Krügler, coreografia di Norbert Steinwarz e light design di Bernhard Bieri) l’accurata guida delle dramatis personae, cosicché la rappresentazione continua comunque con una certa coerenza.

Sul podio, Ivo Hentschel è alla testa di un’attenta Berner Symphonieorchester che profonde impegno per rendere merito alla splendida partitura; il maestro tedesco non è purtroppo sempre perfettamente assecondato dal cast che, malgrado zelo e buona volontà, non sembra essere del tutto a proprio agio. Li citiamo tutti: un piuttosto discontinuo Peter Lodahl nel ruolo di Rodolfo, Evgenia Grekova in quello di Mimi, l’attraente Orsolya Nyakas nei panni di Musetta, Todd Boyce quale giovane Marcello forse il migliore in scena, John Uhlenhopp il Marcello anziano (ma anche in altri piccoli ruoli), Michal Marhold, scenicamente impagabile nei panni (trans, nella concezione di Wild) di Schaunard e Young Kwon in quelli di Colline.

Resta ancora da dire di Chor Konzert Theater Bern, Kinderchor Singschule Köniz, Extrachor Theater Bern ben preparati da Zsolt Czentner, del teatro gremito e generoso d’applausi per tutti i partecipanti, salvo qualche sonoro buh all’indirizzo del regista, nonché delle numerose repliche previste ancora fino al prossimo 19 maggio.