I musei sono i luoghi d’arte per eccellenza e, specialmente i più famosi, sono frequentati da una moltitudine di persone indigene e straniere sia per motivi di diletto sia di studio. Ma, come si sa, le opere esposte sono solo una minima, anzi una piccola percentuale rispetto a quelle custodite nei depositi e negli archivi chiusi al pubblico. E allora – perché no, avrà detto qualcuno – cerchiamo di portare la gente anche nei depositi. Detto fatto, a un quarto d’ora a piedi dalla stazione centrale di Rotterdam, ha aperto le porte ai visitatori il Depot Boijmans Van Beuningen. È una prima mondiale e sin dal nome Depot si capisce che non si tratta affatto di un museo, ma di un luogo di stoccaggio di oggetti d’arte. Costato 85 milioni di euro e inaugurato il 5 novembre 2021 dal re Willem-Alexander d’Orange-Nassau, si trova accanto al vero e vetusto Museum Boijmans Van Beuningen chiuso dal 2019 per un completo rifacimento che durerà dieci anni. Una grande città senza la sua sede artistica principale per un decennio? Davvero inammissibile!
Ecco allora l’idea innovativa di costruire un deposito del patrimonio artistico cittadino accessibile a tutti e dall’architettura sorprendente. A forma di gigantesco invaso privo di spigoli, è rivestito con pannelli a specchio che riflettono i quartieri circostanti quasi a volerli inglobare nell’edificio che, d’ora in avanti, sarà un’icona identificativa della città portuale olandese. Alto 39,5 metri, dal diametro di 40 m alla base e di 60 m alla sommità, il manufatto si sviluppa su sette livelli fuori terra; all’ultimo piano un giardino pensile con vista panoramica ad angolo gira sulla città con un ristorante di 120 posti, aperto anche oltre gli orari di visita. Tra i tanti attori che hanno lavorato alla sua realizzazione, troviamo una zurighese assai nota nei nostri teatri e nella videoarte, Elisabeth Charlotte in arte Pipilotti Rist. L’artista ha progettato un’installazione video che con il calar delle tenebre illumina il piazzale antistante l’edificio; i colori e i giochi di luce sono appositamente studiati per coinvolgere i passanti che vengono catturati dagli specchi creando una sorta di «falò elettronico urbano» attorno al quale animare l’oscurità.
La collezione del Boijmans, al momento, conta qualcosa come 152mila oggetti rappresentativi della storia dell’arte di tutti i tempi; di questi all’incirca 89mila sono stampe e disegni, ci sono poi quadri, statue, libri, fotografie a colori e in bianco e nero, film, oggetti di design e arte applicata, installazioni. Tutto questo materiale è conservato al Depot e, tanto per aver un’idea numerica, meno dell’8% viene solitamente esposto nel museo ora chiuso.
Oltre allo stoccaggio degli oggetti d’arte, il Depot si occupa anche della loro cura con reparti di classificazione e restauro, uffici che trattano i prestiti e altri che allestiscono esposizioni. Per ovvi motivi di sicurezza e di conservazione non si può accedere ai magazzini; ci sono però ampie vetrine ritagliate nei muri grigi che permettono ai visitatori di rendersi conto della grande quantità, della diversità e della qualità degli oggetti custoditi; l’applicazione gratuita da scaricare sul cellulare consente di leggere i QR-code onnipresenti e quindi di avere le necessarie spiegazioni (non ci sono didascalie scritte). Al secondo piano, le vetrine si aprono anche sui laboratori di restauro con il personale in bella vista nei giorni lavorativi. In una sala al terzo piano vengono allestite mostre temporanee assai originali perché si può vedere anche il dorso dei quadri. Ci sono poi spazi per attività didattiche, sale di proiezione e la possibilità di una visita guidata di mezz’ora, da prenotare sul posto, che conduce all’interno di uno dei magazzini con tanto di camice bianco come un impiegato della struttura. Su tutta l’altezza della tromba delle scale e degli ascensori ammiriamo un campionario d’arte del Boijmans. La passeggiata nei corridoi del deposito e nelle tre sale di esposizione dura almeno un paio d’ore con la possibilità di guardare la città dalle finestre e di sedersi per un momento di ristoro al sesto piano.
In sintesi, il Depot è uno straordinario ambiente vivo che ti permette di apprezzare il grande lavoro dietro le quinte di un museo o di una mostra d’arte, che ti fa capire l’importanza del collezionismo, del restauro e della conservazione, in una parola, l’importanza dell’arte per la comunità umana.
Approfittando della chiusura, il Museo di Rotterdam ha prestato alcune sue opere per esposizioni temporanee un po’ in tutto il mondo, anche nelle nostre vicinanze. A Milano al Museo delle Culture fino al 30 luglio nell’esposizione Dalì, Magritte, Man Ray e il Surrealismo. Capolavori dal Museo Boijmans Van Beuningen sono presenti 180 tra quadri, sculture e disegni.