Scolpire con il corpo e con la mente

Le sale del Museo Villa Pia ospitano la produzione più recente dell’artista ticinese Veronica Branca-Masa
/ 14.03.2022
di Alessia Brughera

«Lavorare alle falde della cava-madre di Carrara mi fa sentire arcaica come pietra», così l’artista ticinese Veronica Branca-Masa parla della sua attività di scultrice a stretto contatto con il materiale da lei privilegiato, il marmo. Nella scelta di questo medium non c’è solo la volontà di confrontarsi con l’antico attraverso un elemento nobile che appartiene a una tradizione secolare. C’è anche un’idea precisa di cosa rappresenti l’atto creativo stesso e di cosa qualifichi e renda pregna di significati l’opera d’arte: per Branca-Masa scolpire è un mestiere che passa dall’impegno fisico e dalla profusione tenace di energia, unica via per instaurare un legame profondo con la materia. 

Lavorare il marmo è un processo lungo e gravoso che dalla selezione iniziale del blocco lapideo alla levigatura finale comporta forza, determinazione e diligenza. Branca-Masa non ha paura di mettersi alla prova, temprata com’è, nel corpo e nello spirito, dalle lunghe passeggiate nei boschi del Ticino e dalle camminate giornaliere sui sentieri delle cave carraresi, a rinsaldare il proprio rapporto con la natura e a irrorare di prolifica vitalità i propri pensieri. Per lei la fatica del creare diventa un esercizio quotidiano, una sorta di rituale necessario alla giustificazione e al consolidamento della sua stessa esistenza di artista. 

L’interesse di Branca-Masa per le arti plastiche nasce alla fine degli anni Settanta, quando, dopo aver conseguito il diploma di pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Firenze, l’artista soggiorna per un lungo periodo nell’America del Sud rimanendo affascinata dall’espressività primordiale della scultura delle civiltà precolombiane. 

È nel 1987 che si reca per la prima volta a Carrara. Nei mesi di permanenza in questo ambiente stimolante Branca-Masa si dedica alla realizzazione di un’opera monumentale, vivendo a contatto diretto con la materia marmorea e affinando di giorno in giorno le sue tecniche di trattamento. Pochi anni dopo, nel 1995, proprio ai piedi delle imponenti cave del Bianco di Carrara decide di aprire lo Studio Artemisia di Torano, laboratorio che diventa il suo spazio personale di lavoro e di vita nonché un luogo di incontro e confronto con gli altri artisti.

Da questo momento la vita creativa della scultrice fluisce seguendo la cadenza delle stagioni. Nei mesi caldi è occupata nei cantieri carraresi a dar vita alle sue opere in marmo, in quelli freddi si dedica all’attività grafica nella casa-atelier di Ranzo, suo paese di origine.

La mostra allestita fino ad aprile nelle sale del Museo Villa Pia – Fondazione d’Arte Erich Lindenberg a Porza raccoglie gli esiti più recenti della produzione di Branca-Masa, presentando da una parte una selezione di pezzi marmorei e di ardesie, dall’altra un nucleo di opere calcografiche e su carta, testimoniando così in maniera esaustiva il doppio versante su cui si muove la ricerca dell’artista ticinese. 

Nelle opere in marmo esposte a Porza ben si coglie il voluto contrasto tra le parti levigate e lucidate, trattate con grande meticolosità, e quelle lasciate completamente grezze, dove l’artista rinuncia a modificare il materiale permettendogli di manifestarsi nelle sue qualità naturali intrinseche. Ciò che affiora è la carica primigenia, ancestrale, della pietra, che proprio attraverso il «non-toccato» e il «non-finito» palesa la sua espressività recondita. Le volumetrie risolte in forme squadrate e in punte taglienti o ripiegate in morbide curve giocano con la luce che si insinua tra le irregolarità della struttura, accentuando la tensione tra pieno e vuoto, laddove il vuoto non è sinonimo di mancanza bensì di luogo aperto all’accoglienza di storie e memorie.

Le sculture dell’artista sono frammenti dalle fisionomie semplificate capaci di occupare lo spazio in tutte le direzioni, come ben dimostra, ad esempio, l’opera sospesa che troviamo a inizio percorso, intitolata Pagine bianche scritte dal tempo: pendente dal soffitto e percorribile completamente dallo sguardo che può rilevarne tutte le eterogeneità delle superfici, incarna più di altre quell’idea di sfida alla stabilità della materia che è una delle qualità distintive del lavoro di Branca-Masa, simbolo della lotta tra l’immortalità dell’opera e la precarietà dell’essere umano.

A correre in parallelo all’arte plastica è l’attività grafica, ambito in cui Branca-Masa si cimenta nella ricerca di equilibri inesplorati che si fanno proiezione del suo vibrante mondo interiore. Legati all’intimità dei periodi di raccoglimento trascorsi in Ticino, i disegni e le calcografie presenti nella rassegna mostrano un tratto libero grazie al quale prendono vita composizioni dal carattere agile e vivace. 

Alla fluidità della grafica fanno da contraltare il rigore e la regolarità dei pezzi in ardesia, produzione che nell’indagine dell’artista può essere a buon diritto considerata l’anello di congiunzione tra scultura e disegno. 

Nelle sue opere, Branca-Masa riesce a stabilire una relazione di grande complicità con la materia, infondendo in essa l’energia del proprio pensiero in continua evoluzione e trovando in essa il luogo in cui rendere tangibile la sua essenza.

Dove e quando

Veronica Branca-Masa. Frammento infinito. Museo Villa Pia, Porza.     Fino al 10 aprile 2022.     Orari: martedì 10.00-18.00, domenica 14.00-18.00.     www.fondazionelindenberg.org