E quindi entrammo a riascoltare le orchestre. Dall’inferno del lockdown che si è abbattuto anche su teatri e circuiti concertistici alla possibilità di tornare ad ascoltare la musica dal vivo e in pienezza: non solo recital, ensemble cameristici e orchestre con organici (e conseguentemente repertori) limitati a 35 elementi per il distanziamento sul palco, ma finalmente il repertorio sinfonico maggiore. Questo significa innanzitutto la 76a edizione delle Settimane Musicali di Ascona, che oggi portano nella chiesa di San Francesco a Locarno l’orchestra italiana internazionalmente più applaudita accanto a quella della Scala, Santa Cecilia, diretta da Daniele Gatti nella quarta sinfonia di Beethoven, nell’Apollon Musagète di Stravinskij e nel mozartiano Concerto K 414; solista al pianoforte è il locarnese Francesco Piemontesi, che delle Settimane Musicali è direttore artistico.
Più ancora che dialogare con archi, oboi e clarinetti, la vera sfida è stata disegnare il cartellone 2021: «A dicembre, quando di solito si pubblica il programma dell’edizione successiva, mi sono ritrovato con carta bianca, molte idee e nessuna possibilità concreta sul tavolo», confessa Piemontesi. «La maggioranza delle orchestre aveva smesso di lavorare a tutto ciò che non fosse legato a progetti imminenti: parlare di tournée era assolutamente fuori luogo e settembre 2021 sembrava distante anni luce». Distanza colmata con coraggio e prudenza. «Accanto a sei appuntamenti cameristici siamo riusciti a organizzarne altrettanti con orchestre, optando per quattro formazioni elvetiche e due italiane – l’altra sarà quella della Rai con un’altra bacchetta prestigiosa, Fabio Luisi». Il maestro genovese – basti leggere nel suo curriculum le guide stabili a Dresda e al Metropolitan di New York – accosterà questo venerdì ancora Mozart a Beethoven, con l’ouverture da Le nozze di Figaro e l’ottava sinfonia a incastonare il primo concerto per violoncello di Haydn, solista Jan Vogler.
Un’altra ottava sinfonia, ma di Dvořák, chiude il programma che presenterà l’Orchestre de la Suisse Romande il 4 ottobre, diretta da Jonathan Nott anche nel terzo concerto per violino di Mozart; come solista Piemontesi ha voluto Alexi Kenney: «L’ho ascoltato per la prima volta alla radio durante un mio soggiorno a Boston; non sapevo chi fosse, ma ho deciso di invitarlo alle Settimane: sarà uno dei violinisti più richiesti dei prossimi anni» racconta Piemontesi, che sottolinea con particolare emozione l’appuntamento conclusivo (8 ottobre) con l’Orchestra della Svizzera italiana diretta da François Leleux: «Doveva essere l’atto finale dell’anno scorso perché ricalca esattamente il primissimo concerto delle Settimane Musicali; lo tenne proprio l’Osi il 25 aprile 1946; sul podio c’era Otmar Nussio, in programma Vivaldi, Busoni, l’Incompiuta di Schubert e il Concerto per due pianoforti di Mozart: questo è anche un omaggio alla scuola pianistica di Maria Tipo, la grande pianista napoletana che proprio alle Settimane Musicali decise di suonare l’ultimo concerto della sua carriera».
Sempre Schubert (sinfonia La grande) e Mozart, con un’ampia antologia di arie intonate da Regula Mühlemann, per l’altro concerto della Osi, atteso lunedì prossimo, mentre la Sinfonieorchester Basel sarà guidata da Ivor Bolton il 17 nella terza sinfonia di Brahms e in Dialoge mit Mozart del contemporaneo Peter Eötvös. «Il 2020 ci ha anche insegnato a improvvisare: in pochi giorni, l’estate scorsa, abbiamo organizzato un weekend di musica da camera assieme a musicisti con i quali suono da molto tempo o con cui avrei sempre voluto esibirmi», aggiunge Piemontesi, spiegando l’origine dello stellare week-end (24-26) cameristico con sei appuntamenti al Collegio Papio di Ascona.