Dopo I diari (2021) e La Quarantena (2020), Replika anno 2052 è il terzo capitolo della saga Totentanz prodotta dalla Markus Zohner Arts Company. È il risultato di un processo di ricerca di Zohner e Patrizia Barbuiani in risposta a grandi quesiti esistenziali come: da dove veniamo? chi siamo? dove andiamo? Crucci a cui l’estro della coppia risponde inscenando storie e situazioni emblematiche. Al suo debutto al Teatro Foce, Replika si inserisce nel filone presentando Arianna, giovane grafica che vive in un ambiente virtuale (nella foto a destra) che si prende totalmente cura di lei: una sorta di isolamento produttivo, fra attività lavorativa, nutrimento e svago fra il dialogo con la madre al telefono e le visite virtuali dell’avatar di Oscar, il fratello musicista. Le giornate di Arianna si susseguono ripetitive, la realtà virtuale si appropria e sostituisce la sua dimensione personale condizionando ogni istante della sua vita. Il pubblico, seduto in proscenio e in numero limitato, assiste al succedersi delle giornate di Arianna, una trappola ossessiva che si trasforma in un incubo dove il metaverso finisce col cedere il passo a una tragica realtà. Un copione ben scritto e convincente accompagna la prova efficace di Alessandra Francolini, in scena con Patrizia Barbuiani, Edoardo Groppler e Luca Massaroli.
Locarno riapre il sipario
Due serate al completo hanno inaugurato un cartellone di qualità. Per dare la nota di inizio il direttore artistico del Teatro di Locarno Paolo Crivellaro ha proposto l’adattamento teatrale di Emanuele Aldrovandi del romanzo Le nostre anime di notte di Kent Haruf, autore fra gli interpreti di spicco della letteratura americana contemporanea. In scena Lella Costa con Elia Schilton, per la regia di Serena Sinigaglia. La regista, co-direttrice con la Costa del Teatro Carcano di Milano, ha recentemente vinto il premio per la regia 2022 dell’associazione nazionale critici di teatro per la sua messa in scena delle Supplici di Euripide, spettacolo peraltro in cartellone. Una riuscita partenza, dunque, con uno spettacolo che ha mosso i suoi primi passi a Locarno prima di affrontare la platea meneghina e una tournée che lo porterà al LAC in marzo. Le nostre anime di notte è la tenera storia di Eddie e Louis, due ultrasettantenni che si innamorano condividendo un’insolita quotidianità fra il racconto del proprio passato e qualche sogno. Non senza incontrare ostacoli dai luoghi comuni a preconcetti morali. Una recitazione composta, complicità ed equilibrio rendono la prova accattivante con due attori di rara eleganza. Un allestimento dove la mano registica si fa sentire, dall’inserimento di didascalie dette dagli stessi interpreti allo smantellamento graduale della scenografia come la messa a nudo simbolica di sentimenti nobili e puliti. Sempre a Locarno, segnaliamo il 3 dicembre l’arrivo di Silvio Orlando con La vita davanti a sé di Romain Gary.
Il ritorno di Rilke ad Ascona
È la prima volta che Tiziana Arnaboldi, alla sua consolidata vena coreografica, aggiunge la drammaturgia di un suo spettacolo. E il pubblico del Teatro San Materno di Ascona ha risposto numeroso, peccato per un’unica occasione, per vedere La vita comincia ogni giorno, titolo anche di una raccolta di lettere di Rainer Maria Rilke, l’autore boemo di lingua tedesca, tra i più importanti e influenti poeti del suo tempo. Un omaggio anticipato nel dicembre scorso con un incontro ora divenuto una creazione articolata per due danzatrici, un attore e un pianista. È un viaggio interiore dove l’esperienza della vita alla morte si svela in un rito di passaggio verso l’ingresso per una nuova vita.
Dai colori musicali cupi di Messiaen e Busoni (Gabriele Leporatti al pianoforte) alle simboliche e scultoree evoluzioni di Francesca Zaccaria (un’evocazione di Charlotte Barra) e Marta Ciappina (l’apparizione segmentata della morte) con un misurato Andrea Cannarozzo (giovane alter ego di Rilke) sono le cifre di uno spettacolo intenso e gravido di sostanza.