Ricchi, sporchi e pieni di segreti

Filthy Rich, la mini serie su Jeffrey Epstein
/ 27.07.2020
di Alessandro Panelli

Il documentario si prende il compito di far luce, attraverso le testimonianze delle vittime e i dipartimenti di polizia coinvolti, sul giro di traffico umano minorile esercitato da Epstein a fini pedofili. Malgrado Lisa Bryant riesca a confezionare un prodotto valido e avvincente, per quanto sia agghiacciante quello che ci viene mostrato, il documentario non racconta effettivamente quasi nulla di nuovo rispetto a quanto già si conosce sul caso Epstein.

Il punto più forte dell’opera è l’alta adrenalina che riesce a trasmettere allo spettatore, soprattutto se quest’ultimo è all’oscuro dei fatti narrati. In modo chiaro, conciso e dinamico il documentario riesce a ricapitolare buona parte dei reati commessi da Epstein e i suoi co-cospiratori, ponendo l’attenzione su come il potere del denaro permetta di vivere le proprie perversioni senza ripercussioni, ed evidenziando la facilità di corruzione da parte di molti rappresentanti del governo. Le interviste alle vittime sono funzionali alla visione, soprattutto per quanto riguarda la componente drammatica evocata. Purtroppo però nel loro insieme risultano spesso simili tra di loro.

La stessa cosa si può dire dei co-cospiratori di Epstein. L’imprenditore infatti non era altro che una pedina all’interno di un giro molto più grande che coinvolge persone dall’importanza politico-sociale assai più rilevante della sua. Purtroppo questi nomi, tra i quali figura Bill Clinton e l’attuale presidente degli Stati Uniti Donald Trump, vengono soltanto menzionati con lo scopo di creare un brivido nello spettatore. Non viene detto nulla di davvero schiacciante che eleverebbe l’opera da documentario a inchiesta, sollevando così il polverone necessario a fermare questo giro.

Nonostante ciò la serie è importante in quanto riesce a raggiungere il pubblico mondiale mostrando la vera e cruda realtà dei fatti, facendo appassionare lo spettatore alla vicenda e aprendogli gli occhi sull’ennesimo abuso di potere che mette in dubbio ogni concetto morale. L’umanità, che ai giorni nostri dovrebbe essere al suo stato evolutivo maggiore, mostra, in questo documentario, il suo aspetto più fragile e laido, facendo emergere la debolezza del sistema giudiziario americano rispetto alla libertà concessa a criminali manipolatori e perversi.

Naturalmente a pagarne le conseguenze sono le migliaia di vittime, quelle vittime che finalmente, dopo decenni di forzato silenzio, riescono a far valere la propria parola davanti alla Corte.
Ma la strada per la giustizia sarà ancora molto lunga e dolorosa.