Da più di due mesi e mezzo, una piccola comunità teatrale si riunisce virtualmente (e puntualmente) ogni lunedì sera utilizzando una delle piattaforme di videochiamata gratuite disponibili in rete. Un collettivo che ha accettato di aderire alla tempestiva iniziativa di Luca Spadaro che, all’inizio del periodo di confinamento, ha pensato di radunare una platea composta di interessati e allievi dei corsi di formazione dell’attore organizzati dal Teatro d’Emergenza (suo e di Max Zampetti).
Il tutto stuzzicando libere discussioni su temi teatrali scelti di volta in volta: un modo per continuare a mantenere una sorta di «tensione didattica» fra scoperte, riflessioni e approfondimenti su una materia sulla quale Spadaro ha costruito oltre venticinque anni di professione, fra Ticino e Lombardia, come regista, drammaturgo, pedagogo ma anche, più recentemente, come autore di un saggio-manuale sul rapporto fra teatro e neuroscienze (L’attore specchio, Dino Audino edizioni).
A costituire l’originalità di questa «piazza digitale» è la variegata composizione del gruppo: «Si va dal cineasta luganese a un’allieva attrice veneta in quarantena a Zurigo» commenta Spadaro, «da una ragazza dell’Oltrepò pavese a un’altra in collegamento dall’Argentina, da una milanese originaria del sud Italia a un’altra milanese a cui si aggiungono 6 allievi attori (di Zampetti), un’allieva emiliana e un altro di Lugano anche se di un’altra scuola». Insomma, non c’è di che annoiarsi.
Ogni settimana i temi vengono dibattuti partendo dalla visione di allestimenti teatrali storici e recenti reperibili su diverse piattaforme online. Si spazia dal repertorio di autori consacrati come Eschilo, Shakespeare, De Filippo alle regie di Peter Brook e di Declan Donnellan, dal teatro di narrazione di Dario Fo a quello di Ascanio Celestini fino al teatro-danza della grande Pina Bausch o a quello più recente dei Peeping Tom. Senza dimenticare la lezione di Eugenio Barba con il suo Odin Teatret a cui si aggiungono, sfruttandone l’attualità, gli interrogativi sui destini del teatro dopo la pandemia...
Insomma, una passeggiata che unisce momenti di storia a panoramiche su esempi di regia, di recitazione e di drammaturgia. «Per me», ci dice Spadaro, «è stato importante in questo momento di inattività, raccontare e ascoltare storie sul teatro. Ho potuto saggiare alcune ipotesi che sto studiando sul tema delle emozioni in scena. Soprattutto guardando spettacoli e parlando di teatro i partecipanti hanno potuto fare esperienze teatrali. Mi sembra che “ne sappiano di più”, che abbiano più parole e più ricordi a riguardo. È stato un modo molto bello e intimo di continuare a “fare comunità” tra gente di teatro».