I libri vivono più dei loro proprietari. È una delle molte amare verità che questo volumetto ci costringe a riconoscere. È una banalità, ma fa sempre male pensarci. Oppure no: il libro è l’oggetto magico che rende la vita di chi lo possiede ancora più ricca e significativa. Proprio da questa possibile soluzione positiva (il «libro redivivo» come possibilità di epifania per un altro lettore, diverso da colui che l’ha acquistato) prende forma il racconto di Giovanni Spadaccini, libraio esperto con un negozio a Reggio Emilia.
Arrivato in modo del tutto inatteso a convertire la sua passione per la letteratura in una professione (dice di non aver mai pensato di possedere alcun fiuto per gli affari, anzi di essere uno di quelli che tendenzialmente paga chi gli offre dei libri molto più di quanto dovrebbe) Spadaccini si accorge a un certo punto che la passione per l’oggetto librario è in realtà il pretesto per una serie di avventure umane: l’incontro con colui che possiede dei libri e se ne vuole liberare. I motivi (sia per possederne, sia per liberarsene) sono svariatissimi, e sono in realtà altrettanto romanzeschi quanto le trame dei volumi in questione. E il racconto di questo Compro libri anche in grande quantità sta indubitabilmente nella galleria di ritratti che disegna ai nostri occhi.
L’opera di Spadaccini, a nostro modesto avviso, è da annoverare tra i saggi filosofici. Parlando di libri si parla della vita e del suo senso, un senso che, sembra di capire, alla fine dei conti, è probabilmente letterario. Quando un libro arriva nelle mani di una persona finisce per aderire alla sua storia, per diventare un supporto cartaceo che rispecchia un’esperienza. I nostri libri «sono» la nostra vita, e la cura con cui li conserviamo è analoga all’attenzione che prestiamo, al valore che diamo alla nostra esistenza. All’urgenza con cui cerchiamo, attraverso quelle pagine, di afferrarla.
Per dirla in poche parole, questo libro ci mostra chiaramente come sia bello e appassionante parlare di libri. Di quelli che ci piacciono e di quelli che non ci piacciono: di quelli che abbiamo letto e di quelli che non siamo mai riusciti a finire. Quelli annotati con forza ed entusiasmo. E quelli dimenticati, da riscoprire magari un giorno, come tasselli fondamentali della nostra storia personale. Se, per vari motivi, saranno poi rimessi in circolo, torneranno a sprigionare tutta la loro magia per altre persone, a scrivere altre storie.
Quelle pagine, quelle persone
Un libraio che commercia in usato scrive dei suoi clienti e delle loro biblioteche
/ 17.05.2021
di AZ
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