Richard Stern, Golk, Jaca Book – Collana Calabuig – 280 pagine


Quella telecamera nascosta

Il libro Golk di Richard Stern, ora riproposto dalla collana Calabuig di Jaca Books, offre un imperdibile viaggio nell’esilarante mondo della Candid Camera
/ 10.07.2017
di Mariarosa Mancuso

Tanti anni fa – per capirci, la televisione era in bianco e nero – un signore con occhiali, cappello, spigato siberiano tipo ragionier Fantozzi entrava in un bar, si comprava un cornetto, stando al banco lo inzuppava nel cappuccino del vicino (la precisazione va fatta, e confessiamo: dopo anni di vita milanese, la colazione in piedi ancora stupisce). Qualche avventore tentava di reagire, pensando all’indigenza: «Le offro un cappuccino, buon uomo». «No, mi piace intingere il cornetto nel cappuccino suo», era la risposta. Pronunciata con l’accento sardo di Nanni Loy, che nella trasmissione intitolata Specchio segreto (anno 1964) adattava il modello americano della «Candid Camera».

Il formato era stato inventato nel 1948 da un signore che si chiamava Allen Funt. Dalla radio, «Candid Microphone» fece subito il grande passo verso la televisione, costruendo attorno alle ignare vittime situazioni imbarazzanti. Del tipo «Cosa diresti di fronte a una donna nuda?», quando le donne nude non si vedevano al cinema, meno che mai in televisione (certo, ci sono state generazioni che come massima trasgressione avevano i giornaletti, mica il ricco catalogo YouPorn). Per la cronaca, esisteva anche una Candid Candid Camera, dove le situazioni erano più scabrose e non tutti firmavano volentieri la liberatoria.

Da lì a Scherzi a parte il passo è breve. Un episodio – ormai storico – aveva per vittima Francesco Alberoni, con un suo libro che parlava di Martin Lutero. Il conduttore invitava un attore a leggere qualche brano. L’attore leggeva, piazzando l’accento sulla «u». L’autore, dopo un po’ di agitazione sul divano, diceva che no, si dice Lutéro con l’accento sulla «e». Il lettore mostrava una copia con scritto «L’utero». Disperazione di Alberoni, che pensò «Ho una casa editrice dove non hanno fatto neanche la terza elementare». Fino all’arrivo del fatidico annuncio: «Sei su Scherzi a parte».

Tendiamo a pensare che le spiacevolezze della televisione di oggi siano figlie della televisione di oggi. Anche se – detto per inciso – presto bisognerà trovarsi un altro nemico: i trentenni non possiedono neppure l’elettrodomestico, e non con la spocchia degli intellettuali che dicevano «io la sera leggo Kant»; con la serenità con cui noi abbiamo messo in soffitta la segreteria telefonica con la lucina rossa. Lo pensiamo e sbagliamo di grosso: le spiacevolezze esistevano già negli anni 50. Quando appunto le Candid Camera erano agli inizi, e uno scrittore bravo come Richard Stern le raccontava come se avesse la sfera di cristallo.

Anche l’editoria italiana era tempestiva. La prima traduzione di Golk – uscito nel 1960 – risale al 1961. Firmata da Vincenzo Mantovani, che l’ha rivista e aggiornata per la nuova edizione Calabuig, collana di narrativa della Jaca Book. Poi però non dite che la gente sta lontana dalle librerie: mica può sapere che Calabuig è il titolo di un film scritto da Ennio Flaiano e diretto da Luis Berlanga nel 1956. Magari ricorda meglio l’album di Roberto Vecchioni, anno 1978: Calabuig, Stranamore e altri accidenti. Non proprio una garanzia in fatto di narrativa (invece la collana propone romanzi bizzarri, senza distinzione tra italiani e stranieri, e pubblica anche l’altro libro di Richard Stern, Le figlie degli altri: professore che fugge con la studentessa, piacque molto a Philip Roth).

Golk è il nome del programma, appunto una Candid Camera. Maestro di cerimonie un signore calvo che si chiama Sidney Pomeroy, e subito fa salire gli indici di ascolto. All’inizio i dirigenti temono che le vittime potrebbero non firmare la liberatoria, per timore della brutta figura davanti all’America intera, oltre che al vicinato e ai congiunti. Altro errore clamoroso: tutti firmano, felici di godere il proprio quarto d’ora di notorietà prima che Andy Warhol teorizzasse la faccenda. E prima che Niccolò Ammaniti, in un bellissimo romanzo intitolato Che la festa cominci, stabilisse che le brutte figure – lui usa un’espressione assai più forte – non esistono più. Un’occhiata ai video sul social network vale come inconfutabile prova.

Salto di qualità. Golk rivolge la propria attenzione ai politici (bei tempi, ora si golkano da soli, avete visto il filmino dove Donald Trump prende a pugni un cronista della CNN?). Qui la liberatoria non serve: «Quando riprendi un sottomarino che affonda, mica gli devi chiedere il permesso». Di nuovo, sembra che Richard Stern avesse davvero la sfera di cristallo, riuscendo ad anticipare grillini e populismi.